sabato 1 dicembre 2012
INTERROGAZIONE SITUAZIONE EDIFICIO SCOLASTICO CASTELVECCHIO DI CARPI
Alla Presidenza del Consiglio
dell’Unione delle Terre d’Argine
Carpi, 28 Novembre 2012
Interrogazione sulla Situazione dell’edificio scolastico Castelvecchio di Carpi e prospettive future
Con la presente, il sottoscritto Consigliere, avuta notizia della convocazione di incontri tra l’Amministrazione, la Direzione didattica interessata e i genitori delle scuole primarie e Secondarie che sino a prima delle scosse di terremoto del 20 e 29 maggio erano ospitate nei locali in pieno centro storico, tra ipotesi di rientro in tempi ravvicinati sostenuta da molti genitori e la preoccupazione di molti altri genitori che vorrebbero che le attività scolastiche proseguissero con le attuali modalità almeno sino alla fine del corrente anno scolastico, tenuto conto che questa situazione sta generando molta preoccupazione nel mondo della scuola e tra le famiglie degli alunni ospitati nel plesso “Castelvecchio” prima del sisma,
Si interroga l’Assessore competente dell’Unione per chiedere:
A che punto siano i lavori di ripristino e messa in sicurezza dell’edificio Castelvecchio di Piazzale Re Astolfo a Carpi
Quali siano gli orientamenti dell’Unione, per quanto di sua competenza e con quali tempi , in merito all’ipotesi che, anche in tempi brevi, le attività scolastiche possano riprendere con le modalità pre-sisma del 20 e 29 maggio
se siano stati tenuti in considerazione e valutati per le decisioni o orientamenti assunti di cui alla domanda precedente, gli aspetti immateriali e psicologici che la scelta dei tempi di rientro nell’edificio Castelvecchio potrebbero comportare per il personale docente, gli alunni e le molte famiglie che da alcune settimane stanno manifestando perplessità e preoccupazioni di questo tipo.
Se non si ritenga percorribile l'ipotesi di completare l'anno scolastico negli attuali container di Via Peruzzi. tenuto conto delle condizioni straordinarie nelle quali si sono venute a trovare, dopo il sisma, molte famiglie, gli alunni e il personale docente e non docente.
Con osservanza.
Marco Bagnoli – Gruppo Consigliare Pd
NOI TERREMOTATI, UMILIATI E "VIOLENTATI" DALLE BUROCRAZIE MINISTERIALI
Le burocrazie ministeriali, per intenderci, sono quelle che alle elezioni non puoi mai votare contro perché non le trovi mai sulle schede elettorali e non si presentano mai al giudizio dei cittadini. Nel titolo che ho dato a questo post ho cercato di riassumere tutta la tempesta di emozioni che le decisioni degli apparati romani e del Governo sugli aiuti, cioè i non aiuti a noi terremotati mi ha provocato. Vabbè, cercheranno di rimediare. Errani le ha provate tutte, i nostri parlamentari con Manuela Ghizzoni in prima fila, i nostri Sindaci, hanno lottato per avere qualche agevolazione per avere più tempo per pagare tasse e contributi. Pare tutto inutile. Magari da gennaio con il nuovo esercizio finanziario qualche aggiustamento si farà, anche perché pare che le coperture vi fossero. Non mi interessa cercare un colpevole solo o un gruppo di colpevoli contro i quali scatenare le mie inutili invettive. E non è che non ce ne sarebbero, perché a gente come Paolillo ( Il Sottosegretario al Tesoro ) o Giarda ( Il Ministro e gran capo della Ragioneria dello Stato ), non mi interessa se siano di centro destra o di centro sinistra, non darei mai la cittadinanza onoraria della nostra Comunità. Mi è bastato sentirli in Parlamento in diretta radiofonica, con quale tono, con quale sufficienza, con quale palese sentimento che di solito nasce quando c’è qualche popolano che ti scoccia con le sue continue richieste, rispondevano alle richieste di aiuto di deputati o senatori emiliani.. Almeno ci avessero detto la verità fin dall’inizio, gente non c’è un euro, tutto quello che avete versato in tasse per anni con gli utili che hanno prodotto le vostre piccole e medie imprese non conta nulla, se n’è andato; avete avuto una regione e territori molto ben gestiti, servizi locali da cantone svizzero o lander tedesco ma adesso la coperta è corta e questa è la dura realtà. Mettiamoci ad un tavolo e vediamo quel che si può fare. Invece per ora abbiamo avuti aiuti sulla carta, che arriveranno, ma intanto, mentre le nostre aziende che stanno affogando per l’ingorgo di scadenze al 16 dicembre, tra contributi da versare e rischio di buste paga a zero, dovete cavarvela da soli. E così faremo. Come potremo. Con Comuni che continueranno ad indebitarsi senza certezze di rientro, come i datori di lavoro che pagheranno lo stipendio ai dipendenti e ritarderanno il pagamento delle tasse preferendo rischiare la mora per interessi piuttosto che affrontare ancora l’ennesima trafila burocratica o forca caudina del tornare in banca a chiedere l’ennesimo finanziamento. Ci andremo di sicuro a Roma a protestare. Continueremo ad approvare ordini del giorno in Consiglio. Ma il delitto che si è consumato in questi giorni, aver ucciso la nostra fiducia che dopo un terremoto come quelli che c’è stato, accidenti ci avrebbero aiutato, da vicino e da lontano, apre una ferita che non sarà facile rimarginare. Noi di queste comunità, ecco la sintesi di quel che è avvenuto, dovremo imparare ad essere molto più uniti di quel che è avvenuto sino ad ora. Perché in caso di guai o di terremoto, non siamo più certi che troveremo istituzioni nazionali pronte ad aiutarci, dopo che a lungo abbiamo contribuito alla loro costruzione. Questo non è populismo, è l’avvilimento che segue ad un tradimento. Questo non significa rinunciare all’impegno per la propria comunità, significa aggiornarlo e trovare ulteriori motivazioni che già non mancano per una nuova forma di rappresentanza della nostra comunità e dei nostri territori.
martedì 20 novembre 2012
MISTERI DEL MARKETING, QUEI TERREMOTATI CANCELLATI DAL “GRANA”
Ci sono tutti i comuni terremotati del 20 maggio scorso delle province di Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Mantova nell’iniziativa certo benemerita del Consorzio Grana Padano che ha raccolto oltre 2 milioni di Euro per le popolazioni colpite vendendo, immagino, le forme danneggiate. Tutti i Comuni modenesi tranne Carpi, Novi e Soliera, dove non mi pare che sei mesi fa ci sia stata una bella passeggiata di salute collettiva. Sia chiaro che la beneficienza ognuno la fa a chi gli pare. Nei confronti dei Comuni colpiti dal terremoto di sei mesi fa come di qualsiasi altra causa. Non ho potuto fare a meno di notare quella mancanza lì, visto che l’iniziativa viene ampiamente pubblicizzata con paginate intere sui quotidiani locali, facendomi venire il dubbio che, o io mi sono perso qualcosa o qualcuno si è dimenticato un “pezzo” di territorio padano terremotato dove le risorse per la ricostruzione di scuole, asili e case di riposo non sarebbero serviti in misura minore. Ma ripeto, spero nessuno si offenda se lo si fa notare. Non è mia intenzione mettermi a fare hit parade di chi è stato più terremotato degli altri e non si possono paragonare ma solo sommare i danni, il dolore e gli effetti, per le perdite di vite umane, i danni alle imprese, la paura e lo choc per le persone, ben lontano dall’essere riassorbito, come tutti sperimentiamo su noi stessi anche in questi giorni a sei mesi dalla prima grande scossa della notte del 20 maggio. E spero proprio di essermi sbagliato, lo dico da consumatore quando mi si farà notare che quello spettabile Consorzio magari era già intervenuto sui territori, non dico di Carpi o Soliera, ma almeno di Novi e Rovereto sul quale non mi pare possano esserci dubbi sull’entità dei danni, con altre iniziative e che quindi l’iniziativa pubblicizzata in questi giorni era complementare ad altre. In mancanza di questi riscontri, nei quali mi auguro veramente di imbattermi per cambiare le impressioni che mi sono permesso di esprimere, al di là del caso specifico penso che le iniziative di marketing e di beneficenza debbano sempre viaggiare su binari ben distinti o che quando li si fa viaggiare assieme, ed è un lavoro difficile, bisogna fare particolare attenzione ad evitare incidenti di percorso o fraintendimenti. Che pur non annullando i benemeriti effetti di una campagna di solidarietà, ne attenuano la positività del bilancio complessivo. Specialmente perché, nel caso particolare, gli abitanti residenti in territori analogamente colpiti per un campagna così importante, legittimamente credo si chiedano il perché di questa esclusione, che pur se legittima, lo ribadisco, mi pare incomprensibile.
domenica 11 novembre 2012
VERSO LE PRIMARIE DEL CENTRO-SINISTRA. SOSTENGO BERSANI. LETTERA AL DIRETTORE DEL SETTIMANALE "VOCE" DI CARPI
Gent.mo Direttore,
mi permetto di precisare che, con riferimento al servizio “Tre comitati in campo? C’è chi non si schiera” pubblicato nell’ultimo numero di “Voce”, poiché certamente sono io che non sono stato sufficientemente esplicito, per le primarie del centro-sinistra sono “schierato” da un paio di mesi con Bersani e nelle scorse settimane ho aderito al Comitato promotore per questa candidatura.
Nel documento che ho condiviso con altri consiglieri eletti mi premeva auspicare soprattutto la futura coesione del partito dopo la forte competizione interna per la scelta del premier della coalizione, in vista delle elezioni vere di primavera. E che una attenzione non meno significativa di quella che si sta riservando alle primarie, dovremo mantenerla sui tanti aspetti amministrativi locali, di medio o lungo termine, sui quali i consiglieri eletti hanno il diritto e dovere di dare il proprio contributo, nell’esercizio della funzione istituzionale. Grazie per l’attenzione e distinti saluti.
Marco Bagnoli - Consigliere Pd del Comune di Carpi e dell’Unione delle Terre D’Argine
VERSO LE PRIMARIE DEL CENTRO-SINISTRA. SOSTENGO BERSANI. LETTERA AL QUOTIDIANO "PRIMA PAGINA" DI MODENA
Carpi, 7 novembre 2012
Spett.le Redazione di Prima Pagina,
con riferimento al servizio di lunedì 5 relativo al documento approvato da alcuni consiglieri comunali di Carpi, tra i quali il sottoscritto e da un consigliere provinciale, mi permetto di fare alcune precisazioni a titolo personale poiché nell’articolo non si fa cenno ad una parte ampia del documento relativo a temi importanti per la comunità carpigiana, con il rischio di generare ulteriori fraintendimenti come quello in cui mi pare incorra l’intervento successivo pubblicato Martedì 6 Novembre, di Andrea De Pietri, dell’associazione “Le ragioni del socialismo”:
- non mi risulta che si tratti di un documento di “non allineati” in vista delle primarie. Ho sempre espresso pubblicamente e privatamente, aderendo al comitato carpigiano, la mia preferenza per Bersani come possibile premier e penso che un conto siano le primarie del centro-sinistra per l’indicazione del possibile premier e altro lo svolgimento di un congresso di partito per la scelta del segretario, delle regole, per il rinnovo degli organi dirigenti con relativo confronto di mozioni, come fu nel 2009 quando fu scelto Bersani, con il voto degli iscritti, nella massima trasparenza.
- non mi risulta di avere aderito a nessun gruppo guidato da qualcun altro come si ipotizza. Ho sottoscritto un documento con altri carpigiani, nel quale, al di là della scelta tra i vari candidati premier delle primarie del centro sinistra, ho condiviso le preoccupazioni di chi spera che le primarie del centro sinistra, nel confronto delle idee che si sta svolgendo, salvaguardino la nostra casa comune, che per quanto mi riguarda è il Pd, del quale a Carpi, con moltissimi altri, sono stato uno dei fondatori e nel quale, coerentemente con lo spirito originario del partito, ritengo debbano trovare piena cittadinanza politica posizioni riformiste di centro e di sinistra, al servizio delle nostre comunità.
- per questo nel documento si fa riferimento concreto ad alcuni dei principali temi di attualità carpigiana: dai problemi del post terremoto, al percorso di costruzione del nuovo Piano strutturale comunale o della nuova piscina, alla necessità che le forme di rappresentanza politica e nelle istituzioni si pongano sempre più l’obiettivo di trovare sintesi adeguate di energie pubbliche e private, con un ruolo che veda in futuro l’Amministrazione comunale sempre più soggetto regolatore e di programmazione con minori gradi di gestione diretta dei servizi, con azioni in grado di liberare le risorse presenti nella società locale. E soprattutto, tasso di “montismo” a parte, in estrema sintesi e senza pretesa di esaustività, sono convinto che sia necessario un rafforzamento dell’azione politica di rappresentanza del territorio, in grado di generare maggiore valore, equità e contrasto delle disuguaglianze sociali, per rafforzare la coesione sociale e il grado di convivenza civile della comunità carpigiana.
Grazie per l’attenzione.
Marco Bagnoli
Consigliere Pd del Comune di Carpi e dell’Unione Terre d’Argine
Segretario del Circolo Pd “Carpi Sud-1° Maggio”
PREMIER BERSANI O RENZI? PER ME BERSANI. MA PRIMA DI TUTTO LE NOSTRE COMUNITA' E IL PD
Ecco il testo che mi è stato sottoposto da alcuni colleghi consiglieri e nel quale mi sono riconosciuto. E' un documento che, nelle mie intenzioni, va oltre la scelta delle primarie del centro-sinistra e che ha l'obiettivo di non dimenticare che le primarie sono un mezzo e non un fine in sè. E che dovrebbero svolgersi il più possibile, dal mio punto di osservazione, tenendo conto della necessità di conservare l'unità del Pd e di non perdere di vista le priorità dell'azione amministrativa locale. Non sono quindi un "non allineato" e il testo che segue non mi pare sia ponziopilatesco. Comunque sia c'è libertà di opinione per tutti e non è obbligatorio pensarla tutti allo stesso modo. L'importante è che maggioranze e minoranze abbiano diritto di cittadinanza nello stesso condominio. Poi le decisioni si assumono e tutti rispettano la decisione assunta dall'assemblea o comunità. Mi sembra l'abc delle regole di convivenza civile. Ma anche su questo non siamo tutti uguali. Mi verrebbe da dire, per fortuna. mb
"All’indomani dell’assemblea del PD che doveva chiarire le regole per le primarie del partito e diradare la nebbia intorno a questo appuntamento , di fondamentale importanza per il centrosinistra e per l’Italia, non possiamo non rilevare che ad oggi le primarie, da grande opportunità politica per muovere entusiasmi e passioni e attrarre sul centrosinistra i tanti delusi dai vent’anni di berlusconismo, rischiano di trasformarsi in uno scontro fra tifoserie in cui passano in secondo piano i contenuti e le idee.
Il punto è che non si è ancora fatta chiarezza su tante delle questioni in gioco: se si voterà per il candidato premier del centrosinistra o per il segretario del PD, in una sorta di congresso anticipato che vede il giovane “rottamatore” confrontarsi con il segretario alla ricerca di una conferma popolare per essere libero dai troppi condizionamenti dei vari dirigenti.
Rimane poi una grande incertezza sulle elezioni politiche: non sappiamo quando si andrà a votare, né soprattutto quali saranno le regole del gioco e cioè la nuova legge elettorale: se per assurdo passasse un modello proporzionale come sembra si stia facendo strada, che senso avrebbe essersi confrontati duramente in primarie che rischiano di indebolire il PD anziché di rafforzarlo?
Diventa quindi un’impresa difficile, quasi impossibile, per chi ami la politica dei valori e delle prospettive, schierarsi e prendere posizione da una parte o dall’altra. Molti dei temi lanciati hanno il sapore della demagogia, dello slogan valido per oggi e per domani, ma nessuno sembra avere respiro di lungo periodo.
Di fronte a un momento così incerto crediamo che l’unica strada per un PD di governo sia dare continuità alle politiche per il paese attuate dal governo Monti. Politiche dure e improntate finora al solo risanamento, che vanno quindi equilibrate con proposte di equità e giustizia nei confronti delle famiglie e dei soggetti più deboli, oggi in grave in difficoltà a causa della crisi, e sorrette da meccanismi di sviluppo del sistema produttivo e di rottura dei tanti privilegi corporativi che ancora appesantiscono le energie presenti nel Paese.
In questo percorso pensare ad un’alleanza con chi ha depositato referendum abrogativi della riforma delle pensioni appare la riproposizione di errori già fatti. Qui c’è bisogno di patti chiari, e amicizie fondate su un programma sottoscritto da tutti di fronte agli elettori.
Ci auguriamo quindi che le primarie servano a definire questa come la rotta che il PD vuole darsi per il governo del paese ma soprattutto segnino un passaggio democratico utile a riavvicinare tutti gli elettori alla politica e al centrosinistra, in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Per la scelta dei candidati, in assenza di una legge elettorale che raccolga l’invito che abbiamo promosso insieme a più di ottanta consiglieri comunali della Provincia di Modena per ripristinare il sistema delle preferenze, la scelta dei candidati del PD dovrà avvenire con meccanismi democratici analoghi alle primarie e tenendo conto che chi ha ricevuto un mandato diretto dagli elettori deve onorarlo fino alla scadenza.
Sul piano locale, tante sono le sfide che il PD deve affrontare anche a Carpi: innanzitutto continuare l’impegno per la ripresa dopo il terremoto, ridando speranza alle famiglie e alle imprese colpite e lavorando perché vengano rapidamente erogati i fondi per la ricostruzione.
Ci aspettano poi sfide importanti per la città come il nuovo Piano Strutturale Comunale, che dovrà prevedere spazi di confronto con la città e avere come punto cardine la riqualificazione delle aree esistenti evitando nuove ulteriori urbanizzazioni, il modello di gestione dei servizi erogati, sempre più improntato alla compartecipazione e coprogettazione degli attori del territorio, gli importanti investimenti (primo fra tutti la nuova Piscina) che la città aspetta da tempo.
Crediamo che queste scelte possano essere affrontate cercando innanzitutto il confronto con i soggetti attivi del territorio (associazioni di categoria, associazioni di volontariato, singoli cittadini) in continuità con un metodo che vede l’Amministrazione sempre meno erogatore di servizi e sempre più soggetto regolatore e di programmazione in grado di liberare le risorse presenti nella nostra comunità.
Su questo rinnoviamo il nostro contributo in termini di idee e metodo dentro il PD e dentro la maggioranza di governo a Carpi consapevoli che le sfide che ci attendono sono complesse e che le soluzioni possono venire solo attraverso l’impegno di tutti i soggetti attivi della nostra comunità.
Viola Baisi
Marco Bagnoli
Claudio Cavazzuti
Stefano Gavioli
Paolo Gelli
Simone Morelli
Marc’Aurelio Santi"
mercoledì 10 ottobre 2012
L’OCCASIONE PERSA DA TUTTI SUL FEDERALISMO
Il fatto che con poche righe il Governo centrale si riprenda tutte le deleghe principali che aveva ceduto alle Regioni con la riforma del titolo V della Costituzione voluta dal centro sinistra all’inizio del decennio, è una sconfitta per tutti gli italiani. Sì, riforma frettolosa, come ha riconosciuto correttamente lo stesso Bersani, votata a maggioranza dal centro sinistra, cosa che non va bene trattandosi di norma costituzionale, ma che avrebbe potuto, se ben usata, costituire una chance vera di avvicinare i centri decisionali ai cittadini e ai territori. Invece, anche se non si può di certo generalizzare, a esser buoni diciamo che molti difetti “ministeriali” e burocratici sono passati alle Regioni dallo Stato centrale e non si è riusciti viceversa a “contaminare” lo Stato centrale con le qualità di buon governo che molte regioni hanno dimostrato nel corso degli anni. E credo che l’Emilia Romagna, con il contributo di tutte le forze politiche, nella diversità di ruoli e responsabilità, sia stata tra quelle che possono annoverare molti buoni risultati, certo non solo casi sospetti o deprecabili di mancanza di attenzione di vigilanza o utilizzo improprio di fondi pubblici. Come si dice in questi casi, piena fiducia nella magistratura, che farà il suo corso. Ma la mia intenzione non era quella di fare difese d’ufficio o hit parade delle Regioni più o meno virtuose. O ricordare che quelli che dovevano essere i campioni del Federalismo vero, mentre poteva realizzarlo con la forza di Governo, si baloccavano con improbabili inaugurazioni di ministeri al nord e con i simboli, senza riuscire a generare gli anticorpi per evitare che si diffondessero modalità, diciamo improprie, di politiche e governo regionali. Io penso che il nostro futuro sia l’Europa ma che un grande futuro vi sia nello sviluppo e in un nuovo ruolo responsabile delle comunità locali, all’interno di un mondo globalizzato. La parola circola già: glocal! L’errore più grande, ed è ciò che mi spaventa ancor più degli scandali regionali, sarebbe di rimettere semplicemente indietro le lancette dell’orologio e scambiare il ritorno ad un vecchio centralismo otto-novecentesco come una prospettiva allettante. Personalmente mi fa orrore, visti i difettucci nazionali della nostra burocrazia ministeriale, così autoreferenziale e poco avezza a sintonizzarsi con l’interesse generale e non solo su sé stessa. Quindi la strada del federalismo dovrà riprendere. Per tutti. E non credo che vi sia qualcuno oggi che possa ritenersi depositario esclusivo di questa sensibilità. Poi se di un periodo neo-centralista vi sarà bisogno per tenere i conti a posto perché soldi non ce ne sono più, anche per i servizi territoriali, almeno lo si dica con chiarezza, dicendo la verità e lasciando però ai Comuni e alle Unioni la possibilità di auto organizzarsi il più possibile, con i vincoli di bilancio esistenti e sulla base della condizione reale degli enti locali e delle comunità. Dire la verità e darsi i servizi che la comunità può garantirsi, senza rinunciare agli investimenti possibili, senza arrendersi alla cultura dei tagli lineari, con la fatica di costruire e aggiornare politiche ed orizzonti anche di medio e lungo termine. Dovremo riparlarne presto di federalismo. Vero. Con chi ci sta davvero. Senza trucchi. Per ora, mannaggia, il sogno federalista italiano resta l’ennesima occasione perduta. (Mb)
FERMATE LE BUSTE PAGA "A ZERO" DOPO IL SISMA
Il presidio sugli eccessi della pur necessaria burocrazia e il rapporto con i cittadini per favorire il dialogo con le istituzioni. Questo a mio parere è il ruolo che può svolgere una forza politica o un consigliere in un contesto così complesso per un territorio, come tutto quel che c’è da fare dopo il terremoto di maggio 2012. Presidio significa che, senza sovrapposizioni, ma con un ruolo complementare con l’attività delle amministrazioni locali e del Commissario straordinario, anche noi come semplici consiglieri comunali possiamo aiutare alla formazione delle decisioni migliori, dando contributi di idee, ascoltando i cittadini, favorendo ulteriormente il contatto tra la società e istituzioni, nelle varie declinazioni. Il mio giudizio su quanto fatto dal Comune e dall’Unione Terre d’Argine in questi mesi difficilissimi del post sisma e sulle scelte di prospettiva fatte e che si dovranno fare, è assolutamente positivo. Penso che il Consigliere che viene interpellato dai cittadini, che segnala situazioni difficoltà o che svolge un ruolo informativo e intermedio tra l’Ente e i cittadini che conoscendone il ruolo fanno lui riferimento o chiedono di fare da portavoce, sia un modo corretto e utile per una comunità che voglia rialzarsi dopo il terremoto, il più presto possibile, con il concorso di tutte le energie disponibili, facendo emergere quel che va bene o quel che non funziona e può essere corretto, a presidio e difesa del nostro senso di comunità. Bene supremo da proteggere e alimentare, contrastando fenomeni di sfiducia, difficoltà o scoramento, che in questi mesi dopo le scosse, non fanno meno danni dei muri che cadono o dei contributi autonoma sistemazione che arrivano con lentezza, ma che ora cominciano ad arrivare. Nei giorni scorsi, una studio di Consulenza del lavoro del nostro territorio mi ha fatto pervenire, oltre che al Commissario Errani, all’assessore Muzzarelli, all’onorevole Manuela Ghizzoni, al Sindaco Campedelli e al Consigliere regionale Luciano Vecchi, una nota che pubblico di seguito, segnalando il crescente problema del fenomeno delle così dette “Buste paga zero” per i lavoratori dipendenti delle imprese del territorio, ai quali diversi professionisti, applicando con modalità eccessivamente restrittive non previste dalla norma vigente, il recupero delle ritenute previdenziali e fiscali non prelevate nei mesi scorsi dopo il sisma. Con il risultato che molti lavoratori si stanno ritrovando senza stipendio e in uno stato di grande incertezza normativa, senza chiarezza di ipotesi di rateizzazione delle imposte o contributi dovuti e insomma in grande difficoltà. Nei giorni scorsi, forse anche in seguito al ricevimento della nota ricevuta e di altre, la Regione tramite l’assessore Muzzarelli ha chiarito che tali ritenute devono essere di importi ridotti e non ci devono essere buste paga a somma zero. Speriamo che il chiarimento regionale e la diffusione del buon senso, produca quanto prima effetti pratici. Ecco perché, ad esempio per casi come questi, un presidio civico anti-burocrazia, può aiutare tutta la comunità a rendere meno duri questi mesi e gli anni di post sisma che ci attendono (m.b) .
Ho ricevuto e pubblico su questo blog una lettera aperta dello studio associato Spaggiari e Manicardi di Carpi.
"STUDIO ASSOCIATO SPAGGIARI e MANICARDI
Consulenti del Lavoro
Via Tassoni n. 54/A – 41012 CARPI (MO)
Tel. 059/689357 – Fax 059/6328140
epmcarpi@tin.it
Manicardi Rag. Sara – Consulente del Lavoro
Carpi, lì 01/10/2012
Spett.li
Dott. Campedelli – sindaco di Carpi
Dott. Errani – Presidente Regione E.R. e Commissario straordinario sisma
Dott.ssa Ghizzoni – Deputato
Dott. Muzzarelli – Assessore attività prod.
Dott. Vecchi – Consigliere Regionale
Dott. Bagnoli – Consigliere Comunale
Buongiorno,
siamo lo Studio Associato Spaggiari e Manicardi con sede a Carpi (Modena)in via Tassoni 54/a.
Siamo Consulenti del Lavoro e abbiamo vissuto direttamente il disastroso terremoto che ha coinvolto la regione Emilia Romagna oltreché la Lombardia ed il Veneto e che, per inciso, ci ha costretto ad evacuare l’ufficio da noi precedentemente occupato.
Abbiamo cercato di riorganizzarci al meglio e nel minor tempo possibile per cercare di affrontare la situazione cercando di essere un punto di riferimento per tutti i nostri clienti molti dei quali hanno subito ingenti danni. Nonostante l’impegno e lo sforzo di lavorare in una condizione di grande precarietà e terrore (non credo di dover ricordare quante scosse sismiche abbiamo vissuto dal quel maledetto 20 maggio 2012), abbiamo cercato di interpretare al meglio le varie normative emesse dagli enti competenti in materia di versamenti ed adempimenti fiscali e contributivi.
Ora, a 4 mesi di distanza, ci troviamo a gestire situazioni al limite del paradosso e della presa in giro proprio per quel continuo rimettere in discussione tutte le circolari e i decreti che avrebbero dovuto semplificare (il condizionale è d’obbligo) le cose e che invece non danno alcuna certezza.
Non penso sia necessario riportare cronologicamente tutte le normative ed i decreti emanati dagli organi competenti provinciali regionali e statali in quanto sicuramente già in vostro possesso. Ci pare tuttavia opportuno porre l’accento per esempio sul comportamento tenuto dai rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate che, al Convegno organizzato dall’ANCL tenutosi a Modena in data 8 Giugno 2012, al quale hanno partecipato anche i portavoce dell’ Inps e Inail, con i principali rappresentanti dei Consulenti del Lavoro della regioni colpite, ai quesiti posti in merito alla modalità operativa che intendevano adottare, hanno risposto “ non siamo qui per dare delle risposte ma per ascoltare”!!! A tutt’oggi ancora non si conosce la posizione di questi “signori”, se si esclude il patetico e offensivo comunicato stampa emesso il 16 agosto 2012 che decretava la fine della sospensione al 30 settembre con ripresa dei versamenti il 1° ottobre ed imponeva la regolarizzazione del pregresso entro il 30 novembre 2012!!! Forse pensavano che il ferragosto appena trascorso avrebbe impedito agli italiani (perché ritengo che un simile comportamento sia offensivo per il Paese intero), di prendere pienamente atto del significato di questo comunicato ed invece, fortunatamente, non è stato così, come chiarito dal DECRETO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI EMESSO IL 24 AGOSTO 2012 che finalmente precisa senza tanti giri di parole lo slittamento al 30 novembre di TUTTI GLI ADEMPIMENTI E VERSAMENTI CONTRIBUTIVI E FISCALI.
Nonostante questo Decreto, vorremmo solo sottoporre alla Vostra attenzione alcune situazioni che si stanno verificando con preoccupante frequenza e che alimentano il panico.
Ad alcune nostre aziende, l’Inail blocca l’emissione del modello DURC (oggi fondamentale per la positiva risoluzione di qualsiasi trattativa lavorativa ed economica), in quanto non riconosce la sospensione del versamento delle rate dell’autoliquidazione perché la sede legale e operativa dell’azienda non risiede nel cratere sismico, contraddicendo palesemente quanto contenuto nella circolare 28 del 15 giugno 2012 – Articolo 8 comma 1 punto 1, dove si cita chiaramente che “detta proroga opera esclusivamente a favore dei consulenti del lavoro e degli altri soggetti di cui alla legge n. 12/79 che abbiano eletto domicilio prima del 20 maggio 2012 nei comuni individuati dal decreto MEF del 1° giugno 2012, anche con riferimento agli adempimenti per conto di aziende e clienti non operanti nei territori colpiti dal sisma”.
La domanda a questo punto è: avendo già assolto l’adempimento della presentazione dell’autoliquidazione (che scade a Febbraio di ogni anno), cosa si intende per agevolazione se non si concede di sospendere i termini per il pagamento della rata??? Teniamo a precisare che nel Convegno di Modena di cui sopra, il portavoce dell’Inail ha chiaramente parlato di sospensione del pagamento per chi aveva in corso la rateazione dell’Autoliquidazione.
Altro caso: una nostra azienda appartenente al settore dell’Edilizia, si è vista recapitare la circolare minatoria emessa dalla Cassa Edili di Modena (che alleghiamo), dove Le viene intimata la ripresa dei versamenti dal 1° ottobre e il versamento a saldo di quanto calcolato e non versato in un'unica rata entro la stessa data!!!
Siamo assolutamente consapevoli e grate dell’immane lavoro affrontato dal Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, dai sindaci dei comuni colpiti e dalle autorità comunali e provinciali in genere che si sono battute (e ancora ci sostengono) per evitare qualsiasi disparità nella gestione di questa situazione disastrosa e non osiamo pensare a come sarebbero le cose, se queste Persone avessero avuto una soglia di attenzione più bassa. Tuttavia, questo è il panorama nel quale noi ( e molti altri come noi), stiamo lavorando, cercando di fornire un servizio professionale ed efficiente.
Non ci aspettiamo grandi risoluzioni dall’invio di questa lettera, ma vorremmo che per una volta sola, questi Enti e non parlo delle sedi comunali e provinciali, ma delle sedi di Roma, prendessero atto che i cittadini (quali siamo e prima ancora di essere impiegati, operai, padri e madri) si aspettano da loro niente altro che chiarezza e coerenza. Non pensiamo possibile per esempio che, un decreto emesso dal Consiglio dei Ministri, possa perdere di efficacia o essere invalidato dalle sedi provinciali Inail o Cassa Edili o Inps a seconda di una libera interpretazione che assume caratteri del tutto personali.
Non vogliamo aderire (ma alla luce di quanto sta accadendo diventa sempre più difficile) a quello che oramai sembra ogni giorno di più il pensiero comune e cioè che esistano terremotati di serie A e di serie B ma non possiamo fare a meno di ricordare che il nostro Governo non ha avuto un solo attimo di esitazione nell’accordare per il terremoto dell’Aquila: 120 rate per la restituzione, sospensione per quasi 2 anni e sgravio sul dovuto del 60%, tranquillizzando come meritavano pienamente, le popolazioni colpite , alle quali va il nostro ringraziamento dal profondo del cuore per non aver avuto nessuna incertezza nel decidere (una volta appresa la notizia del sisma del 20 e 29 maggio) di intervenire in nostro favore portando conforto e aiuto concreto. Una vera lezione di coraggio e umiltà che dovrebbe far riflettere coloro che, occupando certi posti di potere, potrebbero semplificare la vita di tutti, riconoscendo ad ognuno di noi la sua Identità di Cittadino Libero e Tutelato dai Diritti contenuti nella nostra Costituzione.
Ringraziamo per l’attenzione concessa."
venerdì 28 settembre 2012
PICCOLO SCIOCCHEZZAIO “BIPARTISAN” VERSO LE PRIMARIE.
Amici di tutte le mozioni, occhio a non spararle troppo grosse perché i cittadini ci vedono e ascoltano, ovviamente giudicandoci e non si deve dimenticare che le elezioni da vincere ci sono in primavera, non a fine novembre. A parole lo sanno tutti ma poi sono i fatti che contano. In un clima così “dialettico”, giusto per salvarmi da accuse di partigianeria, rispondendo sul “qui e ora”, se le primarie le fai per scegliere un candidato premier, dico che Bersani, qui e ora, mi sembra il più adatto; che Renzi, per la sua capacità di allargare il recinto tradizionale del Pd, se nel Pd continua a restare, è una potenziale bella risorsa. Pensa un po’ che se resta nel Pd gli farei fare pure il segretario! Poi gente, su quel che deve fare l’Italia, il sentiero è tracciato e le cose da fare, pur con adeguati correttivi per non tartassare i soliti, se si vuole avere una speranza di futuro vero a medio e lungo termine, stanno scritte sull’agenda Monti. E chi non sa dove la vendono ( bella la battuta!) , se ancora non ce l’ha trovi il modo di reperirla. Al di là del politichese che ormai mi ha contaminato penso che noi italiani non dovremmo far altro che fare come i tedeschi, dove mi pare che per la classe media e gli operai, dico così per farmi capire, le cose non vanno poi così male tra stipendi, potere d’acquisto e livello di diritti civili rafforzati da senso del dovere e del rispetto di una etica pubblica sostenibile e non bacchettona o doppiopesista come dalle nostre parti. Dimenticavo, le pillole dello sciocchezzaio! Capolavoro di Reggi, responsabile della campagna elettorale di Renzi. Ha detto che se si fa un albo dei votanti con evidenza pubblica, la gente normale per bene non si va ad iscrivere, mentre quelli che sono dei poco di buono e che non hanno problemi di onorabilità, o giù di lì, non gliene importa nulla che il loro nome finisca in una lista pubblicata da qualche parte. Ho riassunto. Con questi capolavori retorici il buon Reggi in un colpo solo ha dato dei delinquenti a tutti quelli che nei partiti, a cominciare dal suo ( e mio!) ci hanno messo la faccia per dare un contributo personale disinteressato di idee o alla vita della propria comunità. Inaccettabile e offensiva. Rispedita al mittente. Fortissima anche la Bindi che nei giorni scorsi ha detto che lei comunque resta al suo posto. Dopo, il “comunque” si vedrà. Conquista a pieno titolo un posto nel mio sciocchezzaio personale anche l’ultima battuta di D’Alema che come tutte le cose che dice ha lasciato il segno. Stavolta era del tipo: “Se vince Renzi finisce il Centro-Sinistra”. Della serie “dopo di me/noi il diluvio. Ma dai Massimo, puoi fare molto meglio! Se vuoi aiutare davvero Bersani. Specialmente dopo che il Prof. Monti ha ricordato che lui, se servirà, è a disposizione.
IN CRISI ANCHE LA GOLDONI. SCIOPERI E SIT IN. MA CON POCHI ORDINI NON C’E’ PROTESTA CHE TENGA . E TEMO EFFETTI DOMINO
Le difficoltà delle piccolissime e medie imprese magari finiscono nella zona grigia e quasi potrebbero sfuggire. Ma quando il problema riguarda una grande azienda come la Goldoni vuol dire che a Carpi, oltre ai problemi del terremoto, le dinamiche delle crisi che già c’erano prima continuano ad alimentarsi. Non c’è molto che un consiglio comunale possa fare per una impresa in difficoltà sul proprio mercato. La situazione della Goldoni, nel caso qualcuno ne avesse avuto bisogno richiama tutti quanti alla concretezza, al buon senso e a concentrarci, per quanto si possa fare, sulle cose che ci possono unire come comunità, smettendo di sottolineare solo quelle che ci dividono. Non voglio eliminare il dissenso o la possibilità di avere idee diverse. Questa storia d’impresa però ci ricorda che abbiamo problemi molto seri per le aziende e le famiglie e che ciò che ci ha tenuto uniti per affrontare la situazione del terremoto ci servirà anche per reggere agli urti di una crisi economica senza ripresa dietro l’angolo, alla quale bisognerà comunque resistere per limitare i danni il più possibile. E ripartire appena la luce in fondo al tunnel si manifesterà. Voglio crederci.
CERCASI CLASSE DIRIGENTE RESPONSABILE E CON SPIRITO DI SERVIZIO ( NON SOLO PER SE')
Non sono per la beatificazione a priori dei "Professori", da quelli che stanno nelle Università a quelli che temporamente stanno nel Governo per rendere un servizio al Paese. Se va bene sono un pò come certi medici quando il paziente è tanto malato. Le medicine a seconda delle patologia sono amare, ma se è quel che serve o si deve fare per un pò per evitare di passare a miglior vita, se la diagnosi è ben fatta, meglio puntare a guarire. Con i tempi che la malattia consente, è ovvio.
Questo saggio di Giuseppe Bedeschi, docente di di Storia della Filosofia alla Sapienza di Roma, pubblicato ieri 27 settembre 2012 sul Corriere della Sera, non è solo un articolo con il quale mi trovo perfettamente in sintonia, ma è uno dei rari casi in cui, per chi vuole, c'è la possibilità di veder ridotti alla struttura più semplice possibile, con un linguaggio credo conprensile a molti, una fotografia italiana delle strutture del potere del 2012, con le ovvie differenze di contesto, ma anche tratti comuni ad organizzazioni che non si potrebbero immaginare più lontane, dalla grande impresa al no profit, sino alla associazione sportiva o associativa, a vent'anni dall'avvento della Seconda Repubblica. Nella quale anche io speravo molto. La classe dirigente italiana allora chiamata a cambiare il Paese, sintetizzo, ha prodotto molti gattopardismi, giri di poltrone personali e prosecuzione imperterrita del sacco nazionale con prosecuzione dell'alimentazione del debito pubblico. Una nuova classe dirigente nazionale che non pensì solo a sè stessa e che la smetta di raccontarsi che quel che è buono per sè stessa è buono anche per la Patria, sarebbe proprio quel che ci vuole. Ma una nuova classe dirigente non si trova già fatta. La si forma nell'arco almeno di una generazione, spesso con il concorso di tanti o tante con date di nascita diverse, ma tutti accomunati da un sentimento di amore vero, non di facciata, per il proprio Paese. Ora, pur tra le disillusioni, continuo a sperare. Almeno in un'Italia nuova, moderna, europea, quella che ogni tanto riesce ad affiorare e a dar prova che c'è, affinchè riesca, visto che è più diffusa di quel che sembra, a mettere a segno qualche punto rispetto all'altra. Che ormai è senza più ritegno, senza fiducia nelle persone e che continua solo a rubacchiare e a vivere alla giornata,perchè tanto se non lo faccio io, ( a rubacchiare e galleggiare) lo farà qualcun altro. Voi che sotto sotto la pensate così, mi state proprio anticipatici. Siete miei fratelli e sorelle ma io cercherò sempre di stare dall'altra parte per farvi perdere terreno. (m.b)
LE ÉLITE SENZA RICAMBIO
Una classe dirigente esausta
Paese destinato a un sicuro declino
di Giuseppe Bedeschi
Diceva Vilfredo Pareto che in ogni società c'è uno strato inferiore (molto ampio), che egli chiamava la «classe non eletta» (ovvero la classe dei governati), e c'è uno strato superiore, che egli chiamava la «classe eletta», da lui suddivisa poi in due parti: a) la «classe eletta di governo», e, b) la «classe eletta non di governo». Quest'ultima noi oggi la chiamiamo per lo più «classe dirigente», in senso lato: essa comprende infatti tutti coloro che (per ritornare al linguaggio di Pareto) «hanno gli indici più elevati nel loro ramo di attività», cioè tutti quelli che hanno meritato buoni voti nell'esame della vita, oppure, più semplicemente, hanno estratto numeri fortunati alla lotteria dell'esistenza sociale.
Quali rapporti intercorrono fra queste classi? La «classe eletta di governo», rispondeva Pareto, è forte e vitale nella misura in cui essa assorbe gli elementi migliori della «classe eletta non di governo» (cioè della classe dirigente). Ma questo certo non basta: è necessario anche che la «classe di governo» assorba continuamente gli elementi di qualità superiore che crescono negli strati inferiori (cioè nella «classe non eletta»). Se questo assorbimento (o «circolazione delle élite », come la chiamava il grande sociologo) non avviene, allora la «classe di governo» non è in grado di reagire al proprio invecchiamento, alla propria decadenza, al proprio logoramento. Spiegava Pareto: «Vi è un processo simile a quello che si osserva nell'animale vivente, che non sussiste se non eliminando certi elementi e sostituendoli con altri, che assimila. Se questa circolazione è soppressa, l'animale muore, è distrutto. Accade lo stesso per l' élite sociale, e se la distruzione può essere più lenta, essa non è meno sicura».
Credo che questi concetti svolti da Pareto siano assai utili per capire la situazione attuale del nostro Paese. Da molto tempo, infatti, assistiamo a un vero e proprio blocco nel ricambio della classe di governo, la quale è, da svariati lustri, sempre la medesima. Di qui le lamentele sempre più diffuse: i leader politici non cambiano da decenni, le facce sono sempre le stesse, non emergono nuove personalità, non c'è nessun ricambio nella classe politica. E ciò sia a destra (dove Berlusconi sta decidendo se presentarsi come leader alle elezioni per la sesta volta), sia a sinistra (dove si fanno sempre più intense le richieste di «ricambio», ovvero, con parola sgarbata ma efficace, di «rottamazione»). Per usare il linguaggio di Pareto, le nostre élite politiche governanti, sempre più vecchie ed esauste, non assorbono più elementi validi emergenti dalla classe dei governati. Inoltre, ai livelli intermedi (Regioni, Province, Comuni), esse si circondano di vecchi professionisti della politica (per non dire, in molti casi, di maneggioni), che danno di sé lo spettacolo che danno.
Come si è arrivati a questa situazione? Si tratta certo di un fenomeno complesso, e quindi caratterizzato da diversi aspetti. È probabile che fra le sue cause ci siano anche il crollo delle ideologie (le quali erano sì «sistemi chiusi», e quindi per tanti versi nocivi, e tuttavia erano altamente mobilitanti per i giovani, ai quali davano una forte carica ideale), e il processo di secolarizzazione della nostra società (nei primi decenni della cosiddetta Prima repubblica le grandi organizzazioni cattoliche - l'Azione Cattolica, le Acli ecc. - furono vivai di vitale importanza per la Democrazia Cristiana, ai fini del reclutamento di nuovi dirigenti). Ma io credo che nell'attuale decadenza dei partiti abbia avuto un ruolo fondamentale la prova estremamente deludente che essi hanno dato nella cosiddetta Seconda Repubblica (dove pure, a differenza di quanto avveniva nella Prima Repubblica, si è avuta una alternanza fra due schieramenti): non fu uno spettacolo entusiasmante la litigiosità e l'inconcludenza dei governi di centrosinistra, e fu uno spettacolo deprimente il venir meno del centrodestra a tutte le altisonanti promesse di riforme liberali. Entrambi gli schieramenti, di destra e di sinistra, hanno gravemente deluso le attese, in quanto, una volta al governo si sono dimostrati del tutto incapaci di incidere sui meccanismi economico-sociali paralizzanti, sui privilegi corporativi, sui gravi difetti della macchina dello Stato e della pubblica amministrazione che bloccano la crescita del nostro Paese. Finché si è arrivati sull'orlo del baratro, e i partiti stessi hanno fatto, significativamente, un passo indietro (confessando così il proprio fallimento e la propria impotenza), e hanno insediato un governo di tecnici. Quale entusiasmo, quale passione può suscitare una situazione di questo genere nelle giovani generazioni e nelle classi governate? Come può spingerle a entrare nei partiti, a rinsanguarli, a dedicarsi alla politica, divenuta ormai arena di arrivisti, non di rado senza scrupoli?
domenica 23 settembre 2012
CARPI C’E’, UN “GIACIMENTO CULTURALE” POSSIBILE
Sgombriamo il campo da possibili equivoci. Complimentissimi all’assessore Simone Morelli, a Semellini a Concarpi, a tutte le associazioni di categoria e ai singoli operatori commerciali o artigianali che hanno dato vita alla bella festa di sabato 8 settembre quando nel centro della città si è riversato un “fiume” di persone, segno della voglia di ripartire, di stare insieme, di tornare a fare comunità, dopo il terremoto di maggio. Non so se i promotori siano stati contenti, ma mi pare di sì, oltre che per la gente che c’era, in termini di costi e ricavi della manifestazione. Ma le potenzialità intraviste sono state notevoli. Non tutte le città che fanno la notte “rosa” o simili hanno le stesse potenzialità. Ho visto in azione molto spirito di iniziativa, molta fantasia, belle intuizioni di utilizzo di spazi pubblici ad uso associativo o di nuova socialità con tavolate, luoghi d’incontro o cose simili. Bello! E credo che chi passava abbia apprezzato davvero il clima che si respirava. Anche a Carpi altre volte la gente non era così tanta e non sempre i negozi aprivano di tutti di sera o di pomeriggio. Già visto a Mantova o in altre realtà. Sassuolo ad esempio, con la sua “notte” del venerdì precedente a Carpi, facendo scelte diverse, non è riuscita a fare il pieno come nella città dei Pio. Che per me ha dimostrato, non solo per i suoi ormai prossimi stabilmente 70.000 abitanti, di poter essere un polo di attrazione diverso. Magari selezionando meglio il tipo di attrazione, puntando più su qualità che quantità, magari riducendo un po’ i decibel sparati in certe zone del centro nelle quali i muri più o meno storici avrebbero preferito volumi più contenuti. Ma è andata bene. Bene. E Carpi che già ha altre manifestazioni di pregio, può candidarsi a fare un salto di qualità come città di attrazione per il tempo libero. Non un divertimentificio o una movida o “festa della birra” non stop credo, ma un centro di medie di dimensioni dove chi viene sa che può trovare intrattenimento, qualità e servizi. Insomma, forse abbiamo intravisto quella città turistica sulla quali il Comune ha cominciato a scommettere alcuni anni fa tra lo scetticismo di tanti. E che si riuscirà a realizzare compiutamente se oltre a tanti singoli punti di attrazioni sarà possibile costruire politiche specifiche che ora possono contare su una Giunta compatta su questi temi, su un assessore appassionato e su un buon livello di unità di intenti dei principali attori della società civile carpigiana, dalle associazioni di categoria, il volontariato, gli ambulanti e tutti quelli che contribuiscono a queste iniziative. Anche la recente approvazione del regolamento sui dehors è un segno di questo impegno comune. Insomma, “Carpi C’è”. Ora aprire la città e tenersi ben stretto questo spirito di comunità che si è manifestato. E’ vero, non siamo Capri o Parigi e le risorse sono tutt’altro che ingenti. Ma progettare bene, monitorare i risultati e tenere sotto controllo costi e ricavi, senza sindromi da “primadonna” e alimentando il gioco di squadra, non potrà che far bene al nostro potenziale “giacimento culturale”. Seriamente ferito ma non abbattuto, che anzi si è manifestato con maggior chiarezza, dopo le scosse di maggio.
sabato 22 settembre 2012
POTENZIARE IL BANDO PER TROVARE CASE SFITTE. NO ALLE CASE CONTAINER E AL SEQUESTRO DEGLI ALLOGGI.
Sono questi gli orientamenti del Consiglio comunale di Carpi riunito giovedì 20 settembre che ha approvato le scelte adottate finora dall’amministrazione comunale per far fronte all’emergenza terremoto che, a 4 mesi dal sisma, non può che rimanere tale. In particolare, con l’eccezione più “possibilista” del gruppo consiliare “5Stelle-Rifondazione comunista” si è ritenuto che ipotizzare concretamente la possibilità di requisire alloggi da parte delle autorità locale avrebbe rappresentato una modalità invisa alla stragrande maggioranza dei cittadini. Che certo vuole aiutare chi, con l’autunno che incombe, è rimasto senza casa ma che non può accettare che venga messo in discussione, se non per casi ancor più gravi della situazione post sisma, l’inviolabilità della proprietà privata. Gli alloggi saranno cercati con maggior vigore dal Comune facendo ulteriori sforzi per fare incontrare la potenziale offerta e domanda di case dove abitare. In sintesi, su questo tema ho fatto alcune proposte e osservazioni per trovare i 20/30 alloggi mancanti, una cinquantina sono già stati segnalati, che servirebbero per dare un tetto a tutti: migliorare e in fretta, l’informazione pubblica per far sapere ai proprietari le condizioni e le garanzie per l’alloggio che potrebbe essere affittato; rassicurare e informare per contrastare i fenomeni di malcostume civico ( cambi di residenza fittizzi, boom di falsi comodati…) per dimostrare che non si hanno case da affittare a nessuno, magari per timore che vadano a cittadini immigrati; verificare la possibilità che per una maggior comprensione reciproca e promozione per la convivenza civile, possa esserci un contributo della nuova consulta stranieri dell’Unione Terre d’Argine, che in una situazione come questa potrebbe davvero aiutare, certo non da sola, legittimandosi pienamente in misura ancora maggiore, nell’attività di promozione della coesione sociale e per la soluzione di questi problemi. Tra le altre cose che ho aggiunto nel mio intervento , ho ritenuto di sottolineare l’importanza di promuovere e difendere continuamente la fiducia tra cittadini e istituzioni, pur tra le difficoltà che ogni giorno si presentano, per informare bene, superare i problemi burocratici ( come per i pagamenti in ritardo ma in arrivo dei contributi per l’abitazione inagibile …) e gli intoppi interpretativi della norme, restando in breve sempre, senza se e senza ma, dalla parte dei cittadini e delle imprese del nostro territorio. Sarà lunga. Prepariamoci alla maratona, questa non è una gara di velocità. E ha ragione chi prevede che bisognerà cercare il più possibile di tenere anche i nervi a posto. Perché la sofferenza psicologica, in una situazione che già non era facile per la crisi, dopo la paura delle scosse, continua ad essere dentro di noi e dovremo cercare di contrastarla, attenuarla e poi vincerla. Restiamo con le maniche rimboccate allora, Facciamo pure l’elenco delle cose che non vanno ma Carpi che vuole superare anche la prova del terremoto del maggio 2012, deve continuare a parlare , il più possibile con una sola voce che deve prevalere sulle altre. Quella degli interessi della comunità. Che credo che la stragrande maggioranza di noi sarà in grado di riconoscere.
mercoledì 19 settembre 2012
I TERREMOTI "BUONI" DI ANGELINO
Che coraggio, Angelino!! Capisco le esigenze della convegnistica o delle feste di partito, ma nei giorni scorsi la sortita mirandolese di Angelino Alfano, Segretario del Pdl con quel giudizio sprezzante e categorico su quanto sta facendo l’Emilia-Romagna rispetto alla qualità di quello che fece all’Aquila dopo il sisma del 2009 il Governo Berlusconi, è proprio grossa!! Non perché si possa avere una opinione diversa, sui contesti diversi nei quali sono maturate le risposte politiche a queste tragedie naturali. Ma perché giudizi così grossolani giusto per “buttarla in politica” è proprio ciò che alimenta il discredito per la politica che cresce in tanti cittadini. Intendiamoci, io non credo allo schema politici di professione/volontari della politica cattivi e cittadini sempre buoni. Però penso che frasi gettate così, da un personaggio di rilevanza e soprattutto responsabilità nazionale, anche se pubblicamente nessuno forse lo dirà ma credo sia una offesa anche per chi si sente, prima che di centro destra, un cittadino del nostro territorio. Poi è chiaro che Errani e i sindaci della zona del cratere, la bacchetta magica non ce l’hanno e che i problemi ci sono, che sarebbe ora che cominciassero ad arrivare i soldi promessi, pur tra tante risposte positive che sono arrivate dal governo regionale oltre all’impegno di famiglie, imprese, istituzioni, singoli, tanti insomma, per costruire piccoli pezzi di un ritorno alla “normalità” che forse non ci sarà mai più, nel senso che il sisma ci ha cambiati per sempre. Ma sono certo che ci risolleveremo. Questo non vuol dire che non si debbano dare giudizi. E valutare quello che sanno e sapranno fare le nostre comunità e la capacità dei nostri amministratori che devono e dovranno guidarci, agire, ascoltare, correggere gli errori , sbagliare il meno possibile e ripartire. Ma non giudizi così, Angelino, ci tratti proprio da “campagnoli”. Non degni di te che sei una persona alla quale l’intelligenza, anche se la pensiamo diversamente non fa difetto. Contrariamente a quello che ci diceva il tuo capo un po’ di tempo fa che noi di centro-sinistra siamo tutti “coglioni”. Siamo terremotati, ma non abbiamo mica l’anello al naso! Siamo quelli dell’1,8% del Pil nazionale. Assomigliavamo un po’ ai lander tedeschi e vogliamo tornare così. Sappiamo anche noi stare al mondo. Quando torni, prima di parlare, ricordatene. Sennò ci offendi. Tutti. Anche i tuoi.
domenica 16 settembre 2012
WELFARE LAB. MICRONIDI A MODENA. MI PIACE.
Visto che l’ottimo modello emiliano di servizi scolastici ed educativi non potrà durare in eterno per i noti motivi di sostenibilita’ economica e organizzativa e che bisognerà individuare e presto, nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato, lasciando al pubblico i compiti di programmazione e indirizzo e dare la possibilità al privato capace e affidabile, la possibilità di gestire, i segnali di “vita” che giungono dalla società in questo senso sono da considerare positivamente. Senza per questo dover essere tacciati di “gufismo” nei confronti dei tradizionali e ottimi nidi e scuole d’infanzia comunali. Già forme di gestione “mista” sono presenti nelle nostre città. Devono essere ovviamente valutati con attenzione nei punti di forza e di debolezza che presentano rispetto agli standard abituali. Ampliare l’offerta di servizi, tenere sotto i controllo i costi, migliorare la possibilità che le persone, soprattutto le donne, possano cogliere opportunità professionali senza essere messe di fronte all’alternativa “O mi occupo dei figli o lavoro”. Tutto questo e altro consigliano di provare ancora di più, discutendone adeguatamente, nuovi modelli organizzativi, che non costituiscano tagli lineari di quello che abbiano conosciuto sinora ma che permettano di riprodurre, a medio termine, alcune delle buone condizioni di qualità della vita che abbiamo conosciuto sino ad ora, da rinnovare con modalità adeguate alle nuova situazione.
CREDITO ALLE IMPRESE DAL VOLTO UMANO. LETTERA A NOTIZIE DELLA DIOCESI
Gentilissimo Direttore,
con riferimento al resoconto di una discussione nel consiglio comunale di Carpi delle scorse settimane sulle difficoltà di acceso al credito per le nostre piccole e medie imprese, pubblicato nell'edizione del 2 settembre, mi si attribuisce una specie di stato confusionale in quella seduta sul fatto che stessi parlando di un argomento come se si fosse inel cda di un istituto di credito.
Vorrei rassicurarti e rassicurare l'autore del servizio che in quel momento e anche ora, ero e sono nel pieno delle mie facoltà e so benissimo dove mi trovo.
Per questo non mi era sembrato fuori dal seminato, in quel contesto che mi auguro l'autore del servizio possa aver valutato, osservare che, pur senza generalizzare, esiste un problema di culture e modalità professionali di valutazione dell'affidabilità delle imprese per stabilire il grado di meritevolezza e sostegno alle imprese che chiedono credito.
Quello che cercavo di dire è che mi auguro che oltre alle opportune e consolidate valutazioni tecniche ed economiche degli istituti di credito possano essere affiancati indicatori di merito di tipo immateriale e non solo numerico, a mio parere altrettanti importanti per valutarne l'affidabilità. Conta anche la persona o l'azienda ( di persone ) , non solo quanti soldi hai. Poi è legittimo avere opinioni diverse in merito. Compresa quella che tutto questo non c'entri nulla con il Consiglio comunale della nostra città.
Grazie per l'attenzione.
Marco Bagnoli - Consigliere del Comune di Carpi - Gruppo Pd
domenica 9 settembre 2012
PRIMARIE PD. BERSANI PREMIER, POI RENZI SEGRETARIO. MA AGENDA MONTI PER TUTTI
Mi beccherò del cerchiobottista. Forse è un pò vero. Pazienza. Come possibile premier penso che Bersani sia più adatto di Renzi. Che però è una bella risorsa per il Pd e credo non vada demonizzato, anzi. Dice cose che condivido e preferisco averlo nel mio partito che altrove, anche se personaggi come Gori nel suo staff mi imbarazzano un pò, senza contare tutti quei tifosi, credo interessati, che dal centro destra gli mandano pacche sulle spalle e incoraggiamenti. Certo che anche quelli che si dichiarano bersaniani e vorrebbero rifare il Pci/Pds non mi fanno stare tranquillo. Dico a Renzi di tener duro, che resista e che dia una mano, anzi che sia il propulsore per tornare al Pd originario di Veltroni, quello che ammetto, mi piaceva di più. .Da comunicatore non posso che dire che il sindaco è molto bravo quanto a slogan, ma ricordo che un conto è quel che si dice e altro è quel che si fa. Un po’ come la differenza che c’è tra vincere le elezioni e governare. Lavori bene e il suo turno verrà presto. Ma sia chiaro, ammesso che il futuro Governo sia a guida Pd e non è detto anche se lo spero. A proposito, vade retro clima da “gioiosa macchina da guerra” e considerato che non si sa neppure con che legge elettorale si voterà, l’agenda deve essere quella del Governo Monti. Aggiustata se si vuole,ma la nuova Italia nella nuova Europa che ci auguriamo, deve essere fatta con quella roba lì. Che non è macelleria sociale (capito Vendola?), che chiede tanti sacrifici, ma che si deve far di tutto perché non siano inutili per far cambiare pelle al nostro Paese e poter sperare.
CONSULTA STRANIERI, DIALOGARE, NON SOLO RIVENDICARE
Non abbiamo bisogno di un nuovo sindacato che ci ricordi i problemi della cittadinanza o la condizione di molti immigrati. Abbiamo bisogno di trovare nuove forme di dialogo e di relazione con le comunità che vivono nel nostro territorio per creare condizioni migliori per tutti quelli che fanno comunità, a Carpi e nelle terre d’Argine. Credo che dovrebbe essere anche soprattutto questo, per costruire ulteriori anticorpi a forme di difficoltà o degrado urbano, il ruolo che potrebbe svolgere la Consulta, proprio per non diventare un doppione sindacale che possa essere percepito solo così, dovrebbe affrontare problemi nuovi per potenziare il livello di convivenza civile, contribuendo a superare vecchi e nuovi steccati culturali, ideologici e/o più o meno razzisti. Se la Consulta saprà mettersi al servizio di tutta la comunità e non solo degli interessi di una parte, darà un reale valore aggiunto al nostro territorio.
ALCOA, ILVA,SULCIS & C. IL PUNTO E’, CREARE POSTI DI LAVORO VERI E NON FASULLI
I lavoratori sono sinceramente disperati. Parlo di quelli che salgono sui tetti, sulle torri o che scendono nelle miniere. Ma le azioni dimostrative non creano posti di lavoro veri, magari si tira avanti un altro po’, che per luoghi dove lavoro non c’è, è già tanto. Ma ciò di cui c’è bisogno sono posti di lavoro e politiche industriali vere, cominciando ovunque possibile a disintossicarsi dal veleno dell’assistenzialismo, spesso di Stato, che a fronte di vantaggi a breve, crea danni strutturali. E a finirci in mezzo, tra rischi di demagogie istituzionali, politiche o sindacali, di destra o sinistra che sia, sono sempre i più deboli.
sabato 1 settembre 2012
IL POST TERREMOTO CI DETTA L’AGENDA
A poco più di tre mesi dal terremoto, alla vigilia della piena ripresa delle attività del Consiglio comunale e riprendendo queste note sul diario di “bordo” sulle legislatura 2009-2014, mi confermo e lo ribadisco a chi capita di legge queste note, che il sisma del 20 e 29 maggio ci ha cambiato per sempre. Anche se il mercato è tornato in piazza, anche se sono cominciate le attività di messa in sicurezza del Duomo e sono tanti i segnali di ritorno alla “normalità”. A noi di questa generazione, sufficientemente adulti per averne compresa tutta la gravità e soprattutto che, sul piano delle decisioni che prenderemo in consiglio comunale, è questo il paradigma al quale fare riferimento cercando di disegnare, ognuno per il proprio ruolo, il futuro della nostra città. Confermo la mia impressione dei primi consigli dopo il terremoto e la ribadisco ora, sul fatto che nulla tornerà come prima, nel senso di “prima prima”. Tutti certo vogliamo una buona qualità della vita come quella della quale abbiamo sempre goduto a Carpi, pur nella complessità crescente di tanti problemi e trasformazioni, molte delle quali non è detto che poi siano del tutto negative, ma il senso che a dettare l’agenda per il futuro della nostra vita ora sia, e sarà così a lungo, il “generale” terremoto è una consapevolezza che mi appunto. Prevengo i soloni in circolazione sul fatto che sia la bella scoperta dell’acqua calda, che si capisce che il terremoto ci cambia e ci ha cambiati, per chiarire che ciò di cui parlo è del grado di consapevolezza di questo cambiamento, che misureremo nel lavoro consiliare delle prossime settimane. Per quanto mi riguarda cercherò di continuare ad operare per difendere e promuovere ciò che di volta in volta cercherò di identificare come l’interesse generale” di Carpi e del nostro distretto, senza mordacchie ideologiche, puntando a coerenza, buon senso e mantenimento e promozione dell’ascolto e del confronto con i cittadini. Il senso di fare questa esperienza di volontariato, la trovo qui. Senza buonismi di facciata e/o ipocrisie propagandistiche, proseguendo e sostenendo il buon lavoro che questa amministrazione comunale sta svolgendo. Che faceva prima e che ha dimostrato di saper fare anche durante e dopo il terremoto. Nulla sarà facile per noi cittadini di questa comunità. La posta in gioco, cioè stare bene a Carpi, per quanto è nelle nostre facoltà e ruoli, non lascia dubbi sul fatto che sia necessario mettercela tutta.
mercoledì 25 aprile 2012
DIFENDIAMO IL CONSIGLIO COMUNALE. E’ UN LUOGO DI CONFRONTO, NON UN’ARENA
Il sottoscritto Consigliere del Comune di Carpi del Partito Democratico, a seguito delle modalità organizzative con le quali si è svolta la seduta del 19 aprile 2012, alla quale non ho potuto essere presente per motivi di salute, con la presenza tra il pubblico di cittadini contrari ai provvedimenti presi dalla Giunta relativi alla viabilità su Via Remesina,
esprime pieno appoggio alla vice-capogruppo Pd Viola Baisi per la posizioni assunte e per l’alto senso di responsabilità dimostrato, nel pieno rispetto delle regole consiliari. Si ritiene che quando sono presenti all’assise cittadina tante persone che non conoscono le regole del Consiglio, le quali non sono perdite di tempo ma tasselli fondamentali della vita democratica, ci si debba porre sempre, ancora di più di quanto si fa abitualmente, il problema di essere compresi da chi assiste ai lavori occasionalmente, che è legittimo possa ignorare come nella “casa di tutti i carpigiani” si affrontano i problemi e li si discute
Come Consigliere mi sento di respingere, a difesa della mia onorabilità e al di là del merito, le accuse al gruppo consiliare di alcuni dei medesimi cittadini presenti, di disinteresse e insensibilità nei confronti di questi temi ribadendo la piena legittimità del nostro ruolo essendo stati tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, eletti direttamente dai carpigiani, in libere elezioni. Si invita la Giunta, per quanto di propria competenza, a ribadire ulteriormente in tutte le forme che saranno individuate e ritenute opportune, i termini degli aspetti di viabilità e le decisioni assunte sino ad ora che stanno interessando tutti i cittadini della zona, non solo i commercianti, pur se portatori di interessi legittimi e rispettabili, però non gli unici, che vanno considerati all’interno di un quadro generale, pur rispettandone le specificità.
Si stigmatizzano le pericolose modalità con le quali da parte di alcuni consiglieri comunali di minoranza, viene inteso il confronto istituzionale tra le forze politiche, puntando ad esasperare le possibili contrapposizioni, rischiando di trasformare la sala del consiglio comunale in una arena con opposte tifoserie.
Si Invitano la presidenza del consiglio comunale e la Giunta a valutare, vista l’importanza per la vita dei cittadini delle deliberazioni assunte nel civico consesso, la necessità di prevenire forme di partecipazione e di confronto di questo tipo che generano intolleranza e degrado della vita delle istituzioni e di aumentare forme di vigilanza a difesa della autorevolezza delle istituzioni, del loro ruolo e all’incolumità di chi, come tutti i consiglieri comunali e il personale dell’Ente, contribuisce allo svolgimento della loro attività.
Si ribadisce, per quanto di pertinenza del Consigliere comunale, piena disponibilità all’incontro, al dialogo e al confronto con i cittadini sui temi di pertinenza del Consiglio nell’interesse generale della città.
Si preferisce lanciare ora, a fronte di un singolo episodio, un forte invito a non sottovalutare episodi di intolleranza crescente come quelli dei giorni scorsi avvenuti a palazzo municipale, specialmente nelle condizioni di grave crisi economica e clima sociale non sereno, con difficoltà e disagi anche per le famiglie e le imprese di Carpi che ben conosciamo.
A titolo personale mi permetto di richiamare, a partire da me stesso, nell’interesse della nostra comunità, al massimo senso di responsabilità e di impegno che ognuno di noi ha nel proprio ruolo, rinunciando a tentazioni di trasformare il confronto delle idee in consiglio comunale in una arena da campagna elettorale permanente di reciproca delegittimazione che di certo non serve alla nostra città e alle sue tradizioni democratiche.
sabato 31 marzo 2012
ODG SU LAVORO DOMENICALE A CARPI
Il tema del lavoro domenicale sul nostro territorio rappresenta da sempre una costante del dibattito pubblico cittadino, ben prima delle liberalizzazioni del Governo Monti e delle modalità con le quali vengono adottate le aperture domenicali nei centri commerciali di Coop Estense.
L'obiettivo di questo Odg non è dunque tanto quello di inserirsi in quel dibattito, sarebbe un inserimento se non fuori tempo massimo abbondantemente in ritardo, quanto di assumere una posizione politica, nel senso nobile del termine, per fissare alcune linee guida da mantenere quando in città, per quello che è di competenza dell'ente locale, si discute di questi aspetti. Che sono complessi, sui quali è necessaria fare una buona contabilità di punti di forza e di debolezza prima di prendere decisioni e dei quali il testo dell'odg ha cercato di tenere conto, in nome della complessità e non di un cerchiobottismo generalista alla ricerca di impossibili unanimismi. Il testo che ho proposto è stato sottoscritto anche dai colleghi del gruppo Pd, Daniela De Pietri, Roberto Arletti e Deanna Bulgarelli, che ringrazio per l'adesione e i suggerimenti e ha ricevuto anche l'adesione gradita del capogruppo Idv, Andrea Bizzarri. Mi auguro che su questo testo, al di là dei proponenti si possano trovare in consiglio, nel momento in cui lo si discuterà, possano essere trovate anche convergenze più ampie da parte degli altri gruppi. (m.b)
Alla c.a. del Presidente del Consiglio Comunale
Alla c.a. del Sig. Sindaco
Alla c.a. della Giunta
Carpi, 22 marzo 2012
Oggetto: proposta di ordine del giorno
Ordine del Giorno sul lavoro domenicale nel territorio di Carpi
Premesso che:
- si ritiene che i diritti contrattuali dei lavoratori vadano sempre rispettati
- si riconosce l’importanza che vi sia un adeguato equilibrio tra i tempi di vita e quelli di lavoro, nell’interesse delle imprese e dei singoli cittadini, con i loro famigliari, per il rafforzamento non solo della competitività delle aziende e delle attività economica ma anche per la salvaguardia della coesione sociale e delle reti relazionali presenti nella società carpigiana e nell’Unione delle Terre d’Argine
Consapevoli che:
-le nuove dinamiche delle economie avanzate con un’estensione della quantità e qualità dei servizi erogati prevedono che già oggi e in futuro i tempi di lavoro possano svolgersi anche in giorni di festa e in orari non sempre compatibili con le esigenze familiari e personali
Ritenuto che:
-sia auspicabile, sulla base delle norme vigenti, per quanto di competenza degli enti locali, che si ricerchino regole condivise per l’organizzazione delle attività economiche, frutto del confronto tra le parti sociali e che tengano conto oltre che delle esigenze delle imprese anche di quelle personali, di tipo culturale, antropologico o religioso
-sia necessario e interesse generale della comunità che, imprese, attività produttive e commerciali che necessitano di essere operative anche nei giorni di festa o domenicali, pur rispettandone l’autonomia organizzativa ai sensi di legge, attuino il maggior sforzo possibile, per concordare un’organizzazione del lavoro flessibile, anche nell’interesse del lavoratore e non solo dell’impresa, tramite sistemi di turnazione di volontarietà del servizio domenicale o sistemi di incentivazione, per fare in modo che il lavoro domenicale possa essere percepito dal lavoratore non solo come una “condanna” o una ingiustizia ma anche come una opportunità.
Constatato che:
- Pur essendo positivo il giudizio generale sulle liberalizzazioni varate dal Governo Monti per le potenzialità di offrire maggiori opportunità per i consumatori con un rilevante incremento delle aperture di attività produttive, a partire dai centri commerciali ma non solo, si osservano sul piano locale effetti di evidenti difficoltà per i lavoratori di queste strutture e altre imprese, in particolare per le lavoratrici, che per la natura prevalente del contributo femminile all’organizzazione familiare e sociale devono togliere tempo al loro privato e alle famiglie stesse, difficoltà che sono state giustamente oggetto di attenzione e preoccupazione da parte della stampa locale e di componenti importanti della vita sociale come la Chiesa cattolica e le forze sindacali.
SI INVITANO IL CONSIGLIO COMUNALE E LA GIUNTA
Per quanto di propria competenza e con una giurisprudenza in piena evoluzione su queste materie che di fatto non sono più, se non in minima parte, di regolazione e competenza dell’ente locale, a continuare tuttavia nelle propria tradizione di ricerca, proposta e forte invito all’attenzione per modelli di aperture domenicali o festive imperniate sui valori della responsabilità sociale di impresa, concordate il più possibile con le parti sociali, associazioni di categoria e sindacati, per favorire il maggior equilibrio possibile dei tempi di lavoro e di vita, riconoscendo ad entrambi gli ambiti un valore fondante per la qualità della vita e la coesione sociale nelle nostre zone.
F.to Marco Bagnoli – Consigliere comunale Pd – Carpi
L'obiettivo di questo Odg non è dunque tanto quello di inserirsi in quel dibattito, sarebbe un inserimento se non fuori tempo massimo abbondantemente in ritardo, quanto di assumere una posizione politica, nel senso nobile del termine, per fissare alcune linee guida da mantenere quando in città, per quello che è di competenza dell'ente locale, si discute di questi aspetti. Che sono complessi, sui quali è necessaria fare una buona contabilità di punti di forza e di debolezza prima di prendere decisioni e dei quali il testo dell'odg ha cercato di tenere conto, in nome della complessità e non di un cerchiobottismo generalista alla ricerca di impossibili unanimismi. Il testo che ho proposto è stato sottoscritto anche dai colleghi del gruppo Pd, Daniela De Pietri, Roberto Arletti e Deanna Bulgarelli, che ringrazio per l'adesione e i suggerimenti e ha ricevuto anche l'adesione gradita del capogruppo Idv, Andrea Bizzarri. Mi auguro che su questo testo, al di là dei proponenti si possano trovare in consiglio, nel momento in cui lo si discuterà, possano essere trovate anche convergenze più ampie da parte degli altri gruppi. (m.b)
Alla c.a. del Presidente del Consiglio Comunale
Alla c.a. del Sig. Sindaco
Alla c.a. della Giunta
Carpi, 22 marzo 2012
Oggetto: proposta di ordine del giorno
Ordine del Giorno sul lavoro domenicale nel territorio di Carpi
Premesso che:
- si ritiene che i diritti contrattuali dei lavoratori vadano sempre rispettati
- si riconosce l’importanza che vi sia un adeguato equilibrio tra i tempi di vita e quelli di lavoro, nell’interesse delle imprese e dei singoli cittadini, con i loro famigliari, per il rafforzamento non solo della competitività delle aziende e delle attività economica ma anche per la salvaguardia della coesione sociale e delle reti relazionali presenti nella società carpigiana e nell’Unione delle Terre d’Argine
Consapevoli che:
-le nuove dinamiche delle economie avanzate con un’estensione della quantità e qualità dei servizi erogati prevedono che già oggi e in futuro i tempi di lavoro possano svolgersi anche in giorni di festa e in orari non sempre compatibili con le esigenze familiari e personali
Ritenuto che:
-sia auspicabile, sulla base delle norme vigenti, per quanto di competenza degli enti locali, che si ricerchino regole condivise per l’organizzazione delle attività economiche, frutto del confronto tra le parti sociali e che tengano conto oltre che delle esigenze delle imprese anche di quelle personali, di tipo culturale, antropologico o religioso
-sia necessario e interesse generale della comunità che, imprese, attività produttive e commerciali che necessitano di essere operative anche nei giorni di festa o domenicali, pur rispettandone l’autonomia organizzativa ai sensi di legge, attuino il maggior sforzo possibile, per concordare un’organizzazione del lavoro flessibile, anche nell’interesse del lavoratore e non solo dell’impresa, tramite sistemi di turnazione di volontarietà del servizio domenicale o sistemi di incentivazione, per fare in modo che il lavoro domenicale possa essere percepito dal lavoratore non solo come una “condanna” o una ingiustizia ma anche come una opportunità.
Constatato che:
- Pur essendo positivo il giudizio generale sulle liberalizzazioni varate dal Governo Monti per le potenzialità di offrire maggiori opportunità per i consumatori con un rilevante incremento delle aperture di attività produttive, a partire dai centri commerciali ma non solo, si osservano sul piano locale effetti di evidenti difficoltà per i lavoratori di queste strutture e altre imprese, in particolare per le lavoratrici, che per la natura prevalente del contributo femminile all’organizzazione familiare e sociale devono togliere tempo al loro privato e alle famiglie stesse, difficoltà che sono state giustamente oggetto di attenzione e preoccupazione da parte della stampa locale e di componenti importanti della vita sociale come la Chiesa cattolica e le forze sindacali.
SI INVITANO IL CONSIGLIO COMUNALE E LA GIUNTA
Per quanto di propria competenza e con una giurisprudenza in piena evoluzione su queste materie che di fatto non sono più, se non in minima parte, di regolazione e competenza dell’ente locale, a continuare tuttavia nelle propria tradizione di ricerca, proposta e forte invito all’attenzione per modelli di aperture domenicali o festive imperniate sui valori della responsabilità sociale di impresa, concordate il più possibile con le parti sociali, associazioni di categoria e sindacati, per favorire il maggior equilibrio possibile dei tempi di lavoro e di vita, riconoscendo ad entrambi gli ambiti un valore fondante per la qualità della vita e la coesione sociale nelle nostre zone.
F.to Marco Bagnoli – Consigliere comunale Pd – Carpi
INTERVENTO BILANCIO PREVENTIVO 2012
INTERVENTO BILANCIO 2012 CONSIGLIO COMUNALE DI CARPI – Marco Bagnoli , Consigliere gruppo PD – 29 marzo 2012
Sostenere e rafforzare il “Capitale Sociale” della città, difenderne la coesione sociale, promuoverne il capitale umano carpigiano inteso come somma di conoscenze, valori e competenze di tutti gli individui che qui vivono e lavorano, in difesa di una qualità della vita che si vuole mantenere elevata il più possibile, tra grandi cambiamenti economici e sociali che si avvertono anche da noi e forme crescenti di disuguaglianza, difficoltà e povertà.
Puntare sempre al massimo interesse possibile della comunità nel rispetto e ascolto degli interessi individuali o di singoli gruppi, facendo quindi una attenta contabilità di punti di forza e di debolezza. Questi devono essere i punti di riferimento che aiutano a prendere la direzione giusta al momento delle scelte. E scegliere di continuare a puntare sul mantenimento dei servizi educativi e sociali, come fanno tutti i paesi europei ad economie più avanzate, è lungimiranza e non miopia, è investimento e non solo spesa corrente. Poi è evidente che gli investimenti e la promozione dello sviluppo non sono interruttori on/off e che per produrre effetti positivi per le comunità devono essere non solo varati ma anche accompagnati e controllati nei loro effetti.
Non erano lacrime di coccodrillo gli allarmi degli scorsi anni per la finanza locale dei Sindaci o gran parte di loro e da quest’anno ne vedremo le conseguenze. Io ero tra quelli che nutrivano molte speranze sulle possibilità di attuare un federalismo vero, di fatto, non urlato o solo proclamato; fosse stato vero ci sarebbe stato da esserne soddisfatti ma così, purtroppo per tutti, non è andata e l’Italia e gli enti locali dopo tanti tagli lineari, a colpi di federalismo solo di facciata, è riapprodata a forme di più o meno stretto controllo dello Stato Centrale, causa la crisi certo, ma per gli enti locali e per le speranze dei sinceri federalisti si è persa una occasione storica. E la responsabilità politica principale di questo risultato certo è di chi si proclamava il più federalista di tutti, la Lega Nord, qui bisogna fare nomi e cognomi, non è sterile battaglia politica, che dopo avere fatto nascere l’Imu che doveva finanziare la nascita del federalismo vero, cosa non avvenuta, ora cambia passo e nei consigli ci propone di approvare ordini del giorno contro il centralismo o criticando l’Imu che aveva fortemente voluto; odg nei quali magari anche noi ci troveremo in parte, ma che non ci faranno ritrovare la grande occasione persa degli scorsi anni, quando forse il federalismo si poteva fare davvero e del quale, non voi singolarmente, ma il vostro partito in genere, porta una grandissima responsabilità politica. Che mi auguro non significhi la fine, per molto tempo, per le nostre comunità, di poter avere forme più avanzate e concrete di federalismo e autonomia.
Passo ora a qualche considerazione più specifica su aspetti della relazione del Sindaco al Bilancio, senza pretese di esaustività, dati i tempi:
Sanità: saluto con favore la fine, forse, dello strabismo dell’Ausl della provincia di Modena verso il capoluogo e la zona dell’area di Sassuolo che anche grazie all’iniziativa dei sindaci del nostro distretto è un indicatore molto positivo. Gli interventi annunciati in tempi brevi per il nostro ospedale e il riconoscimento del “Ramazzini” come priorità assoluta della sanità provinciale, pur se tardivamente, vanno finalmente nella direzione giusta. E sono certo che i nostri sindaci sapranno controllare e ricordare ai vertici della sanità gli impegni che si sono assunti per far funzionare l’ospedale di Carpi e quello di area vasta di domani, del quale abbiamo definito il profilo nel PSC che abbiamo adottato nelle scorse settimane.
Economia: con gli aiuti per l’abbattimento dei tassi di interesse alle imprese nelle varie forme consentite agli enti locali, l’impegno per la miglior organizzazione di servizi come lo sportello unico per le attività produttive e quello per la formazione, di base e specialistica, in continuo confronto con le categorie e la Fondazione della Cassa di Risparmio, credo che l’ente locale abbia già fatto molto di ciò che è in suo potere per incidere realmente sulle dinamiche economiche. Credo si possa fare di più, operativamente, per la promozione del territorio, rafforzare la sua capacità di attirare investimenti. Fatte le debite proporzioni, se il Presidente del Consiglio Monti va a fare il promotore dell’Italia in Oriente e nel mondo, qualcosa di simile, di mirato, non pubblicità generiche, forse può essere fatto anche dal nostro Ente, che può offrire alle imprese, un territorio che per offerta di spazi, servizi, capitale umano e qualità della vita in genere, ha molto frecce al suo arco.
Spenderei qualche parola sul settore agricolo e sulle “sette righe”, come sono state definite contenute nella relazione del Sindaco. Non sono un esperto di agricoltura, ma al di là del numero delle righe, a me interessa che cosa c’è scritto in quel paragrafo. E se l’amministrazione farà quello che ha scritto, lo valuteremo, mi pare che dalla valorizzazione delle colture locali, alla ricerca di finanziamenti per programmi di promozione delle colture tipiche e dei prodotti a chilometri zero, non si possa che parlare di argomenti condivisibili. Di agricoltura poi a Carpi mi pare che negli ultimi anni si sia ripreso a parlare, sia sul piano economico che su quello urbanistico all’interno del vasto dibattito degli ultimi anni sul “Parco Lama”, fino all’approvazione di parti specifiche nel PSC. Quindi non sarei così pessimista, il faro dell’Amministrazione sull’agricoltura è acceso. Come su tutti gli altri settori.
Immigrazione: il fenomeno dei migranti, dall’interno del Paese e da altri Stati e continenti è un dato di fatto con il quale dobbiamo fare i conti senza isterismi da timori di invasioni e senza ottimismi romantici; è un aspetto della complessità del nostro tempo. La costituzione della Consulta dell’immigrazione costituisce un passo avanti nella ricerca di nuovi equilibri sociali che sono indispensabili per una realtà multiculturale nei fatti, come l’esempio di ciò che accade nelle nostre scuole fa emergere con chiarezza. Bacchette magiche la nuova consulta non ne ha, vedremo se riuscirà, come io mi auguro e credo facciano la stragrande maggioranza dei cittadini, che riesca a cogliere l’opportunità di poter essere un efficace strumento di costruzione di nuova cittadinanza, che faccia sentire carpigiani quelli che vivono qui, che eviti il rischio di costituire l’ennesimo parlamentino degli stranieri o somma delle associazioni che si occupano di immigrazione o, ancor peggio che possa costituire uno strumento di lotta per la supremazia tra gruppi interculturali e interetnici. Consapevoli di tutto questo dobbiamo davvero fare il tifo per questa Consulta, nell’interesse della Carpi di domani.
Vanno proseguite e rafforzate, per quanto possibile, le azioni di contrasto e prevenzione del degrado urbano e della qualità della vita nei quartieri: penso a casi che conosco bene come la zona di Via Unione Sovietica o i condomini dove le situazioni di multiculturalità si sommano ai problemi di morosità nei condomini, situazione di morosità certo alimentate anche da molti italiani e carpigiani doc, non solo da famiglie o gruppi di immigrati come vorrebbero certi luoghi comuni che non possono essere generalizzati.
Vanno rafforzate e aiutate le reti di rapporti sociali che in passato hanno costituito la spina dorsale della coesione sociale di Carpi. E ovvio, in una relazione pur se estesa come quella che ci ha presentato il sindaco nella quale non ci può stare tutto. Voglio dire che il Comune in questi ambiti può usare la sua autorevolezza, la sua capacità di consigliare e di favorire e contrastare; è un bene immateriale che non finisce tra i numeri del bilancio ma che rappresenta uno straordinario valore aggiunto. Intendo dire che questa autorevolezza possiamo impiegarla come è stato in passato per aiutare molte componenti del volontariato sociale in difficoltà a rinnovarsi. Anche nel volontariato ci sono gruppi che si stanno rafforzando e altri che si stanno indebolendo, come il caso della Dorando Pietri dimostra, il Comune può mettere così questa sua capacità di dialogo e di mediazione al servizio della comunità. Chi altri se non il Comune, certo non da solo, può attenuare gli eccessi dei particolarismi e aiutare temprare lo spirito della comunità?
Cultura. Mi rendo conto che si stanno facendo miracoli per razionalizzare le spese. Rinnovo la proposta di valutare se e come, la possibilità di mettere a disposizione in modo più stabile, probabilmente lo strumento più adatto è la rete civica, i tantissimi contenuti prodotti dalle attività culturali del Comune tra incontri, corsi, convegni e Festival nei quali l’ente è protagonista con uno strumento del tipo filmati del portale You Tube, consentire di poter usufruire di quei corsi, incontri, convegni, anche i cittadini che per vari motivi non hanno potuto prendervi parte. Forse la tecnologia oggi, ma va verificato se si tratta di una riorganizzazione possibile, può aiutarci a superare ostacoli che un tempo erano insormontabili. Insomma, ampliamo il pubblico dei cittadini che possono usare le nostre iniziative. Visto che vi hanno contribuito con le tasse pagate.
Vado alle conclusioni a tempo ormai esaurito. A proposito di tasse e tariffe, soprattutto a partire da questo 2012 e per gli anni a venire, con tutti i sacrifici che si chiedono e si richiederanno ai cittadini, a noi tutti, va ricordato il filo rosso che deve ispirare le nostre azioni. Dobbiamo essere, secondo me, partigiani della equità, combattere tutte le forme di evasione fiscale, credo anche, pur senza modelli di gogna alla greca per gli evasori e nell’ambito delle robuste attività di comunicazione e informazione pubblica che una situazione come questa richiede, possa essere utile, senza estremismi, non sono forcaiolo per indole, garantista e nel rispetto delle norme sulla privacy, costruire forme di sanzione sociale, informare sui comportamenti scorretti e valorizzare quelli positivi, insomma comunicando senza se e senza ma che c’è differenza tra il comportarsi bene e comportarsi male, ad esempio in fatto di evasione o occultando informazioni di fatto, magari per pagare rette più basse, causando danni a tutta la comunità
Va fatta tanta informazione per far sentire il punto di svolta che questo bilancio rappresenta, che non c’è qualcuno dall’alto, il Comune, per quanto gli compete, che ti spreme e non fa i sacrifici che chiede al cittadino.
Gli anticorpi ai particolarismi di cui parlava il Sindaco nella sua relazione e i motori della coesione sociale si accendono con l’attenzione a questi aspetti ed è in momenti come questi, se ben governati che possono nascere condizioni per avvicinare Comune e cittadini e non renderli più distanti.
Marco Bagnoli – Consigliere Comune di Carpi (Gruppo Pd)
Sostenere e rafforzare il “Capitale Sociale” della città, difenderne la coesione sociale, promuoverne il capitale umano carpigiano inteso come somma di conoscenze, valori e competenze di tutti gli individui che qui vivono e lavorano, in difesa di una qualità della vita che si vuole mantenere elevata il più possibile, tra grandi cambiamenti economici e sociali che si avvertono anche da noi e forme crescenti di disuguaglianza, difficoltà e povertà.
Puntare sempre al massimo interesse possibile della comunità nel rispetto e ascolto degli interessi individuali o di singoli gruppi, facendo quindi una attenta contabilità di punti di forza e di debolezza. Questi devono essere i punti di riferimento che aiutano a prendere la direzione giusta al momento delle scelte. E scegliere di continuare a puntare sul mantenimento dei servizi educativi e sociali, come fanno tutti i paesi europei ad economie più avanzate, è lungimiranza e non miopia, è investimento e non solo spesa corrente. Poi è evidente che gli investimenti e la promozione dello sviluppo non sono interruttori on/off e che per produrre effetti positivi per le comunità devono essere non solo varati ma anche accompagnati e controllati nei loro effetti.
Non erano lacrime di coccodrillo gli allarmi degli scorsi anni per la finanza locale dei Sindaci o gran parte di loro e da quest’anno ne vedremo le conseguenze. Io ero tra quelli che nutrivano molte speranze sulle possibilità di attuare un federalismo vero, di fatto, non urlato o solo proclamato; fosse stato vero ci sarebbe stato da esserne soddisfatti ma così, purtroppo per tutti, non è andata e l’Italia e gli enti locali dopo tanti tagli lineari, a colpi di federalismo solo di facciata, è riapprodata a forme di più o meno stretto controllo dello Stato Centrale, causa la crisi certo, ma per gli enti locali e per le speranze dei sinceri federalisti si è persa una occasione storica. E la responsabilità politica principale di questo risultato certo è di chi si proclamava il più federalista di tutti, la Lega Nord, qui bisogna fare nomi e cognomi, non è sterile battaglia politica, che dopo avere fatto nascere l’Imu che doveva finanziare la nascita del federalismo vero, cosa non avvenuta, ora cambia passo e nei consigli ci propone di approvare ordini del giorno contro il centralismo o criticando l’Imu che aveva fortemente voluto; odg nei quali magari anche noi ci troveremo in parte, ma che non ci faranno ritrovare la grande occasione persa degli scorsi anni, quando forse il federalismo si poteva fare davvero e del quale, non voi singolarmente, ma il vostro partito in genere, porta una grandissima responsabilità politica. Che mi auguro non significhi la fine, per molto tempo, per le nostre comunità, di poter avere forme più avanzate e concrete di federalismo e autonomia.
Passo ora a qualche considerazione più specifica su aspetti della relazione del Sindaco al Bilancio, senza pretese di esaustività, dati i tempi:
Sanità: saluto con favore la fine, forse, dello strabismo dell’Ausl della provincia di Modena verso il capoluogo e la zona dell’area di Sassuolo che anche grazie all’iniziativa dei sindaci del nostro distretto è un indicatore molto positivo. Gli interventi annunciati in tempi brevi per il nostro ospedale e il riconoscimento del “Ramazzini” come priorità assoluta della sanità provinciale, pur se tardivamente, vanno finalmente nella direzione giusta. E sono certo che i nostri sindaci sapranno controllare e ricordare ai vertici della sanità gli impegni che si sono assunti per far funzionare l’ospedale di Carpi e quello di area vasta di domani, del quale abbiamo definito il profilo nel PSC che abbiamo adottato nelle scorse settimane.
Economia: con gli aiuti per l’abbattimento dei tassi di interesse alle imprese nelle varie forme consentite agli enti locali, l’impegno per la miglior organizzazione di servizi come lo sportello unico per le attività produttive e quello per la formazione, di base e specialistica, in continuo confronto con le categorie e la Fondazione della Cassa di Risparmio, credo che l’ente locale abbia già fatto molto di ciò che è in suo potere per incidere realmente sulle dinamiche economiche. Credo si possa fare di più, operativamente, per la promozione del territorio, rafforzare la sua capacità di attirare investimenti. Fatte le debite proporzioni, se il Presidente del Consiglio Monti va a fare il promotore dell’Italia in Oriente e nel mondo, qualcosa di simile, di mirato, non pubblicità generiche, forse può essere fatto anche dal nostro Ente, che può offrire alle imprese, un territorio che per offerta di spazi, servizi, capitale umano e qualità della vita in genere, ha molto frecce al suo arco.
Spenderei qualche parola sul settore agricolo e sulle “sette righe”, come sono state definite contenute nella relazione del Sindaco. Non sono un esperto di agricoltura, ma al di là del numero delle righe, a me interessa che cosa c’è scritto in quel paragrafo. E se l’amministrazione farà quello che ha scritto, lo valuteremo, mi pare che dalla valorizzazione delle colture locali, alla ricerca di finanziamenti per programmi di promozione delle colture tipiche e dei prodotti a chilometri zero, non si possa che parlare di argomenti condivisibili. Di agricoltura poi a Carpi mi pare che negli ultimi anni si sia ripreso a parlare, sia sul piano economico che su quello urbanistico all’interno del vasto dibattito degli ultimi anni sul “Parco Lama”, fino all’approvazione di parti specifiche nel PSC. Quindi non sarei così pessimista, il faro dell’Amministrazione sull’agricoltura è acceso. Come su tutti gli altri settori.
Immigrazione: il fenomeno dei migranti, dall’interno del Paese e da altri Stati e continenti è un dato di fatto con il quale dobbiamo fare i conti senza isterismi da timori di invasioni e senza ottimismi romantici; è un aspetto della complessità del nostro tempo. La costituzione della Consulta dell’immigrazione costituisce un passo avanti nella ricerca di nuovi equilibri sociali che sono indispensabili per una realtà multiculturale nei fatti, come l’esempio di ciò che accade nelle nostre scuole fa emergere con chiarezza. Bacchette magiche la nuova consulta non ne ha, vedremo se riuscirà, come io mi auguro e credo facciano la stragrande maggioranza dei cittadini, che riesca a cogliere l’opportunità di poter essere un efficace strumento di costruzione di nuova cittadinanza, che faccia sentire carpigiani quelli che vivono qui, che eviti il rischio di costituire l’ennesimo parlamentino degli stranieri o somma delle associazioni che si occupano di immigrazione o, ancor peggio che possa costituire uno strumento di lotta per la supremazia tra gruppi interculturali e interetnici. Consapevoli di tutto questo dobbiamo davvero fare il tifo per questa Consulta, nell’interesse della Carpi di domani.
Vanno proseguite e rafforzate, per quanto possibile, le azioni di contrasto e prevenzione del degrado urbano e della qualità della vita nei quartieri: penso a casi che conosco bene come la zona di Via Unione Sovietica o i condomini dove le situazioni di multiculturalità si sommano ai problemi di morosità nei condomini, situazione di morosità certo alimentate anche da molti italiani e carpigiani doc, non solo da famiglie o gruppi di immigrati come vorrebbero certi luoghi comuni che non possono essere generalizzati.
Vanno rafforzate e aiutate le reti di rapporti sociali che in passato hanno costituito la spina dorsale della coesione sociale di Carpi. E ovvio, in una relazione pur se estesa come quella che ci ha presentato il sindaco nella quale non ci può stare tutto. Voglio dire che il Comune in questi ambiti può usare la sua autorevolezza, la sua capacità di consigliare e di favorire e contrastare; è un bene immateriale che non finisce tra i numeri del bilancio ma che rappresenta uno straordinario valore aggiunto. Intendo dire che questa autorevolezza possiamo impiegarla come è stato in passato per aiutare molte componenti del volontariato sociale in difficoltà a rinnovarsi. Anche nel volontariato ci sono gruppi che si stanno rafforzando e altri che si stanno indebolendo, come il caso della Dorando Pietri dimostra, il Comune può mettere così questa sua capacità di dialogo e di mediazione al servizio della comunità. Chi altri se non il Comune, certo non da solo, può attenuare gli eccessi dei particolarismi e aiutare temprare lo spirito della comunità?
Cultura. Mi rendo conto che si stanno facendo miracoli per razionalizzare le spese. Rinnovo la proposta di valutare se e come, la possibilità di mettere a disposizione in modo più stabile, probabilmente lo strumento più adatto è la rete civica, i tantissimi contenuti prodotti dalle attività culturali del Comune tra incontri, corsi, convegni e Festival nei quali l’ente è protagonista con uno strumento del tipo filmati del portale You Tube, consentire di poter usufruire di quei corsi, incontri, convegni, anche i cittadini che per vari motivi non hanno potuto prendervi parte. Forse la tecnologia oggi, ma va verificato se si tratta di una riorganizzazione possibile, può aiutarci a superare ostacoli che un tempo erano insormontabili. Insomma, ampliamo il pubblico dei cittadini che possono usare le nostre iniziative. Visto che vi hanno contribuito con le tasse pagate.
Vado alle conclusioni a tempo ormai esaurito. A proposito di tasse e tariffe, soprattutto a partire da questo 2012 e per gli anni a venire, con tutti i sacrifici che si chiedono e si richiederanno ai cittadini, a noi tutti, va ricordato il filo rosso che deve ispirare le nostre azioni. Dobbiamo essere, secondo me, partigiani della equità, combattere tutte le forme di evasione fiscale, credo anche, pur senza modelli di gogna alla greca per gli evasori e nell’ambito delle robuste attività di comunicazione e informazione pubblica che una situazione come questa richiede, possa essere utile, senza estremismi, non sono forcaiolo per indole, garantista e nel rispetto delle norme sulla privacy, costruire forme di sanzione sociale, informare sui comportamenti scorretti e valorizzare quelli positivi, insomma comunicando senza se e senza ma che c’è differenza tra il comportarsi bene e comportarsi male, ad esempio in fatto di evasione o occultando informazioni di fatto, magari per pagare rette più basse, causando danni a tutta la comunità
Va fatta tanta informazione per far sentire il punto di svolta che questo bilancio rappresenta, che non c’è qualcuno dall’alto, il Comune, per quanto gli compete, che ti spreme e non fa i sacrifici che chiede al cittadino.
Gli anticorpi ai particolarismi di cui parlava il Sindaco nella sua relazione e i motori della coesione sociale si accendono con l’attenzione a questi aspetti ed è in momenti come questi, se ben governati che possono nascere condizioni per avvicinare Comune e cittadini e non renderli più distanti.
Marco Bagnoli – Consigliere Comune di Carpi (Gruppo Pd)
mercoledì 29 febbraio 2012
PSC, PROGRAMMAZIONE IMPIANTISTICA SPORTIVA AD USI ESCLUSIVI O POLIVALENTI PER GRANDI EVENTI .
Il 16 febbraio scorso il Consiglio comunale ha approvato il documento di indirizzo per il futuro PSC, in sintesi alcune indicazioni per il piano regolatore della città. Ho presentato due emendamenti, uno come gruppo Pd e uno con il Consigliere IDV Andrea Bizzarri,approvati dal Consiglio e relativi ad impegni per una Carpi futura più accessibile per i diversamente abili e chi si muove in carrozzina e indicazioni affinchè la città si doti, favorendo progettualità pubbliche e private sostenibili, per lambiente di tipo economico, di strutture sportive e polivalenti per cultura e spettacoli adeguate alle sue dimensioni e al ruolo di centro di area vasta e di cerniera tra le province di Modena e Reggio Emilia. Ecco i testi che sono stati approvati:
I sottoscritti consiglieri comunali del gruppo consigliare del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori, propongono di inserire il seguente emendamento
“PROGRAMMAZIONE IMPIANTISTICA SPORTIVA AD USI ESCLUSIVI O POLIVALENTI PER GRANDI EVENTI” .
Si propone che l'emendamento sia inserito come paragrafo nel capitolo “Le scommesse del Futuro “ esattamente dopo “IL SISTEMA PRODUTTIVO”
Riportiamo qui di seguito il testo integrale della nostra proposta:
“Si ritiene che il futuro PSC debba riservare una attenzione specifica alla programmazione generale relativa agli impianti sportivi del territorio, da quelli per lo sport di base alle strutture che possano stabilmente diventare sede per l’attività di società sportive di varie discipline di livello regionale e nazionale.
Per programmazione generale si intende la definizione di livelli e obiettivi standard in fatto di impiantistica sportiva e per eventi culturali o di spettacolo, al di sotto dei quali una città con le caratteristiche di Carpi, non debba collocarsi, nell’arco temporale nel quale il PSC dovrà produrre i propri effetti.
In questo ambito si ritiene che vada superato e comunque progressivamente aggiornato il modello tradizionale di governance dei rapporti tra Enti locali e mondo dello sport che negli ultimi decenni, di fatto, ha assegnato in prevalenza al Comune il ruolo di attore unico.
Ribadito che non è solo dai risultati sportivi delle singole discipline, pur se importanti, che può discendere la struttura delle politiche comunali per l’impiantista sportiva, a medio e lungo termine, si ritiene che invece sia diritto e dovere dell’Ente locale, tutelando l’interesse generale e facendosene garante, per quanto di propria competenza, creare le condizioni, con accordi e impegni reciproci, affinchè anche i privati, nelle forme previste dalla legge possano concorrere alla progettazione sul territorio dell’impiantistica sportiva. Impianti nei quali, all’interno del nuovo PSC, si ritiene che debba altresì trovare spazio una corrispondente attenzione rispetto all’esigenza di dotare la nostra città di una grande contenitore polifunzionale, che possa ospitare tutto l’anno concerti, spettacoli, proposte culturali, eventi sportivi, convegni, congressi, iniziative di promozione economica, fiere e manifestazioni, oltre che attività aggregative e di intrattenimento, con parametri qualitativi e quantitativi adeguati ad una città che, nell’ultimo decennio ha registrato uno sviluppo demografico crescente e progressivo, aumentando di circa il 15% la propria popolazione.
Una struttura di questo tipo sarebbe, dal un lato un apprezzabile strumento di forte richiamo per un’utenza sovra urbana, in grado di qualificare ulteriormente l’attrattività della nostra città, e dall’altro fornirebbe una necessaria risposta a svariate funzioni ed esigenze della comunità urbana.
Questo percorso dovrà svilupparsi su due linee direttrici fondamentali, da un lato una giusta sinergia tra tutti i soggetti del territorio, partendo dall’Amministrazione comunale per passare alle associazioni, fondazioni ed enti privati e dall’altro con la realizzazione di un piano di valorizzazione commerciale della struttura che consenta di sostenerne l’autofinanziamento.
F.to
Marco Bagnoli (Consigliere Pd)
Andrea Bizzarri (Capogruppo Idv)
I sottoscritti consiglieri comunali del gruppo consigliare del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori, propongono di inserire il seguente emendamento
“PROGRAMMAZIONE IMPIANTISTICA SPORTIVA AD USI ESCLUSIVI O POLIVALENTI PER GRANDI EVENTI” .
Si propone che l'emendamento sia inserito come paragrafo nel capitolo “Le scommesse del Futuro “ esattamente dopo “IL SISTEMA PRODUTTIVO”
Riportiamo qui di seguito il testo integrale della nostra proposta:
“Si ritiene che il futuro PSC debba riservare una attenzione specifica alla programmazione generale relativa agli impianti sportivi del territorio, da quelli per lo sport di base alle strutture che possano stabilmente diventare sede per l’attività di società sportive di varie discipline di livello regionale e nazionale.
Per programmazione generale si intende la definizione di livelli e obiettivi standard in fatto di impiantistica sportiva e per eventi culturali o di spettacolo, al di sotto dei quali una città con le caratteristiche di Carpi, non debba collocarsi, nell’arco temporale nel quale il PSC dovrà produrre i propri effetti.
In questo ambito si ritiene che vada superato e comunque progressivamente aggiornato il modello tradizionale di governance dei rapporti tra Enti locali e mondo dello sport che negli ultimi decenni, di fatto, ha assegnato in prevalenza al Comune il ruolo di attore unico.
Ribadito che non è solo dai risultati sportivi delle singole discipline, pur se importanti, che può discendere la struttura delle politiche comunali per l’impiantista sportiva, a medio e lungo termine, si ritiene che invece sia diritto e dovere dell’Ente locale, tutelando l’interesse generale e facendosene garante, per quanto di propria competenza, creare le condizioni, con accordi e impegni reciproci, affinchè anche i privati, nelle forme previste dalla legge possano concorrere alla progettazione sul territorio dell’impiantistica sportiva. Impianti nei quali, all’interno del nuovo PSC, si ritiene che debba altresì trovare spazio una corrispondente attenzione rispetto all’esigenza di dotare la nostra città di una grande contenitore polifunzionale, che possa ospitare tutto l’anno concerti, spettacoli, proposte culturali, eventi sportivi, convegni, congressi, iniziative di promozione economica, fiere e manifestazioni, oltre che attività aggregative e di intrattenimento, con parametri qualitativi e quantitativi adeguati ad una città che, nell’ultimo decennio ha registrato uno sviluppo demografico crescente e progressivo, aumentando di circa il 15% la propria popolazione.
Una struttura di questo tipo sarebbe, dal un lato un apprezzabile strumento di forte richiamo per un’utenza sovra urbana, in grado di qualificare ulteriormente l’attrattività della nostra città, e dall’altro fornirebbe una necessaria risposta a svariate funzioni ed esigenze della comunità urbana.
Questo percorso dovrà svilupparsi su due linee direttrici fondamentali, da un lato una giusta sinergia tra tutti i soggetti del territorio, partendo dall’Amministrazione comunale per passare alle associazioni, fondazioni ed enti privati e dall’altro con la realizzazione di un piano di valorizzazione commerciale della struttura che consenta di sostenerne l’autofinanziamento.
F.to
Marco Bagnoli (Consigliere Pd)
Andrea Bizzarri (Capogruppo Idv)
PSC, IMPEGNI PER UNA CARPI PIU' "ACCESSIBILE" PER I DIVERSAMENTE ABILI E LE "CARROZZINE"
Il 16 febbraio scorso il Consiglio comunale ha approvato il documento di indirizzo per il futuro PSC, in sintesi alcune indicazioni per il piano regolatore della città. Ho presentato due emendamenti, uno come gruppo Pd e uno con il Consigliere IDV Andrea Bizzarri,approvati dal Consiglio e relativi ad impegni per una Carpi futura più accessibile per i diversamente abili e chi si muove in carrozzina e indicazioni affinchè la città si doti, favorendo progettualità pubbliche e private sostenibili, per lambiente di tipo economico, di strutture sportive e polivalenti per cultura e spettacoli adeguate alle sue dimensioni e al ruolo di centro di area vasta e di cerniera tra le province di Modena e Reggio Emilia. Ecco i testi che sono stati approvati:
"Emendamento al documento di indirizzo per la fase di discussione con la Città sul nuovo Piano Strutturale Comunale:
I sottoscritti consiglieri comunali del gruppo consigliare del Partito Democratico, propongono di inserire il seguente emendamento
“CARPI CITTA’-LABORATORIO DI IDEE E BUONE PRATICHE PER L’ACCESSIBILITA' E MOBILITA' URBANA DEI DIVERSAMENTE ABILI” .
Si propone che l'emendamento sia inserito come paragrafo nel capitolo “Le scommesse del Futuro “ esattamente dopo “IL SISTEMA DELLA MOBILITA”
Riportiamo qui di seguito il testo integrale della nostra proposta:
“Si propone che in questo documento di indirizzo, per quanto rientra tra le competenze e le politiche attuabili dall'Ente locale, si assuma l'obiettivo formale e sostanziale, improntato all'esperienza, alle competenze tecniche presenti sul territorio e al buon senso, pur nel rispetto dei vincoli di bilancio e di equilibrata amministrazione, di estendere e incentivare le opportunità di mobilità e accessibilità “protetta” nel territorio urbano. Per fare di Carpi una città più fruibile e “amichevole” da parte di chi è portatore di forme di disabilità che ne limitano le possibilità di movimento e circolazione.
Si ritiene che la diffusione di un orientamento culturale e di una sensibilità urbanistica che sappia coniugare le ragioni dello sviluppo con quelle della attenzione e delle esigenze di circolazione in città con il minor numero possibile di barriere architettoniche per chi è diversamente abile, stabilmente per patologia o temporaneamente per infortunio o necessità di utilizzare carrozzine o passeggini, possa rappresentare non solo un importante indicatore della qualità della vita ma anche un fattore in grado di generare forme di solidarietà naturale e rafforzamento della coesione sociale, identità e senso di appartenenza.
Nel Psc dovremo infatti tenere presente che la popolazione invecchia e i problemi di mobilità aumenteranno. E questo ci deve spingere a difendere l’autosufficienza e l’ autonomia degli individui, garantendo una accessibilità maggiore nelle case, nei luoghi pubblici, sui marciapiedi e nella maggior parte possibile dei luoghi che fanno “città”.
F.to
Marco Bagnoli
"Emendamento al documento di indirizzo per la fase di discussione con la Città sul nuovo Piano Strutturale Comunale:
I sottoscritti consiglieri comunali del gruppo consigliare del Partito Democratico, propongono di inserire il seguente emendamento
“CARPI CITTA’-LABORATORIO DI IDEE E BUONE PRATICHE PER L’ACCESSIBILITA' E MOBILITA' URBANA DEI DIVERSAMENTE ABILI” .
Si propone che l'emendamento sia inserito come paragrafo nel capitolo “Le scommesse del Futuro “ esattamente dopo “IL SISTEMA DELLA MOBILITA”
Riportiamo qui di seguito il testo integrale della nostra proposta:
“Si propone che in questo documento di indirizzo, per quanto rientra tra le competenze e le politiche attuabili dall'Ente locale, si assuma l'obiettivo formale e sostanziale, improntato all'esperienza, alle competenze tecniche presenti sul territorio e al buon senso, pur nel rispetto dei vincoli di bilancio e di equilibrata amministrazione, di estendere e incentivare le opportunità di mobilità e accessibilità “protetta” nel territorio urbano. Per fare di Carpi una città più fruibile e “amichevole” da parte di chi è portatore di forme di disabilità che ne limitano le possibilità di movimento e circolazione.
Si ritiene che la diffusione di un orientamento culturale e di una sensibilità urbanistica che sappia coniugare le ragioni dello sviluppo con quelle della attenzione e delle esigenze di circolazione in città con il minor numero possibile di barriere architettoniche per chi è diversamente abile, stabilmente per patologia o temporaneamente per infortunio o necessità di utilizzare carrozzine o passeggini, possa rappresentare non solo un importante indicatore della qualità della vita ma anche un fattore in grado di generare forme di solidarietà naturale e rafforzamento della coesione sociale, identità e senso di appartenenza.
Nel Psc dovremo infatti tenere presente che la popolazione invecchia e i problemi di mobilità aumenteranno. E questo ci deve spingere a difendere l’autosufficienza e l’ autonomia degli individui, garantendo una accessibilità maggiore nelle case, nei luoghi pubblici, sui marciapiedi e nella maggior parte possibile dei luoghi che fanno “città”.
F.to
Marco Bagnoli
martedì 31 gennaio 2012
LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE. FORSE GOGNA ALLA GRECA NO. MA FORME DI SANZIONE SOCIALE, ANCHE LOCALMENTE, SI’
Tempi duri per gli evasori, per chi nasconde i propri redditi o la propria condizione per ottenere servizi ai quali non avrebbe diritto o che dovrebbe pagare di più se lo Stato o il Comune fossero al corrente della reale capacità contributiva di chi invece riesce a ottenere agevolazioni o esenzioni in modo scorretto nascondendo i suo veri redditi, con quel che ne consegue. Almeno ora con tutti i riflettori accesi sul problema chi evade almeno deve fare davvero attenzione perché la sensibilità al problema dell’opinione pubblica è davvero tanta, certo non destinata a calare con tutti i sacrifici che si faranno dopo i provvedimenti del Governo Monti, alle prese con il debito pubblico nazionale per il quale è stato avviato il programma di rientro. Forse le gogne fiscali alle quali si pensa in Grecia, non so se con elenchi pubblici, manifesti o internet rappresentano un eccesso, anche se qualche prova di questo tipo in Italia magari la farei. Ma credo non vi sia dubbio, e molti lo cominciano davvero a capire, che l’evasore non è un furbo, ma è quello che davvero ti mette le mani in tasca per rubare e che il danneggiato, lo Stato, non è qualcun altro che magari non mi è neppure tanto simpatico, ma siamo noi. Credo che i diritti di privacy, individuali e di riservatezza in genere vadano assolutamente rispettati ma in tempi come questi, con tanti sacrifici, credo che una forma da individuate, anche localmente, di sanzione sociale, di elenco di chi si è “comportato male” ed è stato multato o a carico del quale sia stata accertata, senza ombra di dubbio, una violazione in materia fiscale, meriti di essere “pubblicizzata”. Deve tornare ad esserci una differenza tra le persone perbene e i “furbi”, altrimenti sarà inutile continuare con le periodiche giaculatorie della lontananza e del grado di sfiducia tra cittadini e istituzioni.
DIFENSORE CIVICO E VIGILI, TRA AUTORITA’ E AUTOREVOLEZZA
Non è passata inosservata l’annotazione nella recente relazione del Difensore Civico dell’Unione Terre d’Argine, l’avvocato Davide Bonfiglioli, con la quale viene segnalato l’esistenza, nella percezione degli utenti che si sono rivolti al servizio, di preponderanza del senso di autorità, rispetto a quello di autorevolezza generato da comportamenti dei vigili urbani del Comando delle Terre d’Argine. Il Difensore civico ne ha correttamente già informato il Comandante del corpo che ha assicurato la sua collaborazione per i casi che hanno generato questa percezione e per monitorare la situazione in genere da questo punto di vista. Premesso che non si può generalizzare e che forse è normale che chi va dal Difensore civico sia un po’ arrabbiato e che veda chi rappresenta l’autorità come qualcuno che limita i suoi diritti, veri o presunti, più che qualcuno che contribuisce a difenderli, sarebbe sbagliato sottovalutare questi aspetti. Non è un caso, per quanto di mia conoscenza, che i programmi di formazione per corpi di polizia municipale più qualificati, negli ultimi anni si siano incentrati molto sugli aspetti percettivi del cittadino nei confronti dell’agente, dal modo con il quale l’agente si rivolge alla persona, dal tono di voce, dalla postura nell’interazione in occasione di controllo dei documenti o di una richiesta di informazioni, oltreché nel momento in cui viene comminata una sanzione. Il fatto che dal Comando anziché difese d’ufficio siano partite subito dichiarazioni di disponibilità a collaborare è un dato molto positivo e che fa ben sperare per le azioni future di prevenzione e contrasto delle occasioni nelle quali si crea grande distanza tra vigili urbani e cittadini, mentre c’è sempre più bisogno che le persone e i vigili sentano, più che le ragioni del loro ruolo il fatto che entrambi, con compiti diversi, concorrono alla qualità della vita di un territorio.
venerdì 27 gennaio 2012
INTERROGAZIONE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DELLE ASSOCIAZIONI E SOCIETA’ SPORTIVE DEL TERRITORIO.
Nel corso del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 19 gennaio l’assessore a Sport e Benessere Carmelo Alberto D’Addese ha risposto ad un’interrogazione dei consiglieri Pd Marco Bagnoli e Deanna Bulgarelli. “Ritenendo di fondamentale importanza per il territorio, la sua coesione sociale, le famiglie e la cittadinanza in genere il ruolo svolto dalle associazioni e società sportive, alle prese con la crisi economica e grandi cambiamenti organizzativi dovuti all’andamento demografico e a nuovi stili di vita, siamo a richiedere – ha spiegato in aula Bagnoli - se l’amministrazione sia al corrente di queste difficoltà di molte associazioni e gruppi sportivi, se queste fenomeni abbiano avuto ripercussioni nell’attività degli uffici dell’ente che si occupano di cultura e di sport e tempo libero, se siano allo studio iniziative, di concerto con i sodalizi cittadini, per prevenire, contrastare e aiutare questo genere di difficoltà, se la situazione economica generale e dell’ente locale possa mettere a rischio le politiche per lo sport e il benessere adottate negli ultimi anni dall’amministrazione”.
“Le difficoltà economiche del nostro Paese – ha risposto D’Addese - incidono negativamente sulla pratica sportiva. Infatti il minor sostegno economico da parte delle amministrazione pubbliche e il calo massiccio delle sponsorizzazioni mettono in crisi le società sportive che sono costrette a far fronte ad entrate nettamente inferiori a quelle degli anni precedenti. Le famiglie, alle prese con la crisi del mondo del lavoro, sono obbligate a loro volta a rivedere il bilancio familiare e come spesso accade, a ridurre le spese destinate alla cultura e allo sport con conseguente riflesso sull’abbandono delle attività sportive. Attraverso un’analisi più capillare, emergono sia le difficoltà economiche che gestionali delle società sportive che sono costrette spesso a farsi carico anche degli aspetti manutentivi e inoltre vanno tenuti in considerazione anche gli aumenti delle spese di gestione come ad esempio luce, riscaldamento, ecc. Quindi tutti questi elementi insieme quali la crisi, i tagli, l’aumento dei costi di gestione e gli introiti inferiori agli anni precedenti hanno creato una situazione particolarmente difficile e a risentirne in modo particolare è lo sport di base. Alle considerazioni sin qui illustrate va purtroppo sottolineata ancora una volta la totale assenza di un piano politico nazionale sportivo. Tornando all’interrogazione del collega Bagnoli, dopo quest’analisi a carattere generale, possiamo affermare che sul nostro territorio, le società sportive nonostante le difficoltà, continuano a svolgere le loro attività con una certa costanza. In specifico sul nostro territorio abbiamo registrato negli ultimi anni una crescita generale di iscritti nelle varie discipline sportive con particolare incremento per alcune attività come ad esempio la pallavolo e il tennis. Con l’aggravarsi della crisi si registrano invece ritardati pagamenti delle rette in modo trasversale a tutte le società. In altri casi si registrano iscrizioni parziali o preferenze marcate per gli abbonamenti di breve durata. Per contribuire a limitare questo fenomeno l’amministrazione comunale ha avviato l’iniziativa Social Sport che è finalizzata a raccogliere fondi che saranno destinati, attraverso un bando, alle famiglie in difficoltà economica per sostenere la pratica sportiva dei loro ragazzi. Ci sono inoltre alcune strutture che hanno la necessità di aggiornare i loro servizi in base alle nuove richieste dei cittadini e del mercato, in questi casi l’amministrazione comunale, di concerto con gli interessati, sta valutando eventuali piani riorganizzativi. L’amministrazione nonostante i tagli continua a garantire i contributi destinati alle società sportive che gestiscono le strutture pubbliche pur essendo stata costretta a ridurne l’importo. Per quanto riguarda le attività ludico-motorie anche per quest’anno è in corso il progetto Muoviti Muoviti che coinvolge anche Novi e Modena. Per quanto riguarda infine il futuro delle politiche sportive sin qui attuate sul nostro territorio – ha concluso l’assessore - queste saranno strettamente legate alle risorse che si avranno a disposizione e soprattutto alla possibilità che le numerose aziende e gli enti che sin qui hanno sostenuto i nostri progetti continuino a credere nello sport quale come elemento fondamentale per la crescita e l’educazione dei ragazzi”.
Bagnoli ha ringraziato l’assessore ribadendo come dal mondo delle società sportive stiano giungendo sempre più segnali negativi. “E’stato lungimirante seguire un modello di sostegno indiretto e non diretto delle società, caldeggio l’intervento dell’ente locale in questo campo; perfino la Polivalente Pietri ha chiesto aiuto”.
“Le difficoltà economiche del nostro Paese – ha risposto D’Addese - incidono negativamente sulla pratica sportiva. Infatti il minor sostegno economico da parte delle amministrazione pubbliche e il calo massiccio delle sponsorizzazioni mettono in crisi le società sportive che sono costrette a far fronte ad entrate nettamente inferiori a quelle degli anni precedenti. Le famiglie, alle prese con la crisi del mondo del lavoro, sono obbligate a loro volta a rivedere il bilancio familiare e come spesso accade, a ridurre le spese destinate alla cultura e allo sport con conseguente riflesso sull’abbandono delle attività sportive. Attraverso un’analisi più capillare, emergono sia le difficoltà economiche che gestionali delle società sportive che sono costrette spesso a farsi carico anche degli aspetti manutentivi e inoltre vanno tenuti in considerazione anche gli aumenti delle spese di gestione come ad esempio luce, riscaldamento, ecc. Quindi tutti questi elementi insieme quali la crisi, i tagli, l’aumento dei costi di gestione e gli introiti inferiori agli anni precedenti hanno creato una situazione particolarmente difficile e a risentirne in modo particolare è lo sport di base. Alle considerazioni sin qui illustrate va purtroppo sottolineata ancora una volta la totale assenza di un piano politico nazionale sportivo. Tornando all’interrogazione del collega Bagnoli, dopo quest’analisi a carattere generale, possiamo affermare che sul nostro territorio, le società sportive nonostante le difficoltà, continuano a svolgere le loro attività con una certa costanza. In specifico sul nostro territorio abbiamo registrato negli ultimi anni una crescita generale di iscritti nelle varie discipline sportive con particolare incremento per alcune attività come ad esempio la pallavolo e il tennis. Con l’aggravarsi della crisi si registrano invece ritardati pagamenti delle rette in modo trasversale a tutte le società. In altri casi si registrano iscrizioni parziali o preferenze marcate per gli abbonamenti di breve durata. Per contribuire a limitare questo fenomeno l’amministrazione comunale ha avviato l’iniziativa Social Sport che è finalizzata a raccogliere fondi che saranno destinati, attraverso un bando, alle famiglie in difficoltà economica per sostenere la pratica sportiva dei loro ragazzi. Ci sono inoltre alcune strutture che hanno la necessità di aggiornare i loro servizi in base alle nuove richieste dei cittadini e del mercato, in questi casi l’amministrazione comunale, di concerto con gli interessati, sta valutando eventuali piani riorganizzativi. L’amministrazione nonostante i tagli continua a garantire i contributi destinati alle società sportive che gestiscono le strutture pubbliche pur essendo stata costretta a ridurne l’importo. Per quanto riguarda le attività ludico-motorie anche per quest’anno è in corso il progetto Muoviti Muoviti che coinvolge anche Novi e Modena. Per quanto riguarda infine il futuro delle politiche sportive sin qui attuate sul nostro territorio – ha concluso l’assessore - queste saranno strettamente legate alle risorse che si avranno a disposizione e soprattutto alla possibilità che le numerose aziende e gli enti che sin qui hanno sostenuto i nostri progetti continuino a credere nello sport quale come elemento fondamentale per la crescita e l’educazione dei ragazzi”.
Bagnoli ha ringraziato l’assessore ribadendo come dal mondo delle società sportive stiano giungendo sempre più segnali negativi. “E’stato lungimirante seguire un modello di sostegno indiretto e non diretto delle società, caldeggio l’intervento dell’ente locale in questo campo; perfino la Polivalente Pietri ha chiesto aiuto”.
mercoledì 25 gennaio 2012
OLIGARCHIE, SUPERCASTE & AFFINI
Non sono d’abitudine un “gallidellaloggiano”, per il fatto che tra tante cose che dice nelle quali mi riconosco spesso ve ne sono altrettante che mi convincono meno. Ma questo intervento del Prof. Ernesto Galli della Loggia mi trova stranamente, anche per me, completamente allineato. E siccome, per me è una “notizia” non voglio perdere l’occasione di appuntarmi il testo in questione e di proporlo a chi non lo avesse letto sulle pagine del Corriere della Sera del 20 gennaio scorso. Dire “caste” è facile, ma non si deve generalizzare e fare di ogni erba un fascio non aiuta. Le burocrazie sono una risorsa per le nostre comunità, ma devono essere burocrazie “buone”, che siano al servizio dei cittadini e della comunità, non che scambino noi cittadini, con diritti e doveri, per quelli da mettere al loro servizio. Non tutti i dipendenti pubblici sono fannulloni e non tutte le burocrazie pubbliche o private, sono sinonimo di sperpero, lungaggini, incapacità di ascolto o fonte di piccoli o grandi soprusi. Per cambiare l’Italia avremo bisogno di una burocrazia pubblica buona e di trovare gli anticorpi per quella cattiva, evitando e prevenendo la formazione di oligarchie autoreferenziali prive di autentico senso istituzionale e di quello che una volta si diceva davvero “spirito di servizio”. Come noto, queste oligarchie, annoverabili tra i piccoli e grandi poteri forti sono quelle che non si presentano alle elezioni ma che dovrebbero comunque essere poste direttamente o indirettamente, sotto il controllo della comunità, impedendone forme di degenerazione. Ma certe cose, il Prof. ovviamente sa dirle molto meglio(m.b)
“L’OLIGARCHIA DEGLI ALTI BUROCRATI
Una invisibile supercasta di Ernesto Galli della Loggia dal Corriere della Sera del 20/1/2012
Non è vero che il contrario della democrazia sia necessariamente la dittatura. C’è almeno un altro regime: l’oligarchia. E tra i due regimi possono esserci poi varie forme intermedie. Una di queste è quella esistente da qualche tempo in Italia. Dove ci sono da un lato un Parlamento e un governo democratici, i quali formalmente legiferano e dirigono, ma dall’altro un ceto di oligarchi i quali, dietro le quinte delle istituzioni democratiche e sottratti di fatto a qualunque controllo reale, compiono scelte decisive, governano più o meno a loro piacere settori cruciali, gestiscono quote enormi di risorse e di potere: essendo tentati spesso e volentieri di abusarne a fini personali. I frequenti casi scoperti negli ultimi anni e nelle ultime settimane hanno aperto squarci inquietanti su tale realtà.
Non si tratta solo dell’alta burocrazia dei ministeri, cioè dei direttori generali. A questi si è andata aggiungendo negli anni una pletora formata da consiglieri di Stato, alti funzionari della presidenza del Consiglio, giudici delle varie magistrature (comprese quelle contabili), dirigenti e membri delle sempre più numerose Authority, e altri consimili, i quali, insieme ai suddetti direttori generali e annidati perlopiù nei gabinetti dei ministri, costituiscono ormai una sorta di vero e proprio governo ombra. Sempre pronti peraltro, come dimostra proprio il caso del governo attuale, a cercare di fare il salto in quello vero.
È un’oligarchia che non è passata attraverso nessuna selezione specifica né alcuna speciale scuola di formazione (giacché noi non abbiamo un’istituzione analoga all’Ena francese). Designati dalla politica con un g r a d o a l t i s s i m o d i arbitrarietà, devono in misura decisiva il proprio incarico a qualche forma di contiguità con il loro designatore, alla disponibilità dimostrata verso le sue esigenze, e infine, o soprattutto, alla condiscendenza, all’intrinsichezza — chiamatela come volete — verso gli ambienti e/o gli interessi implicati nel settore che sono chiamati a gestire. Ma una volta in carriera, l’oligarchia — come si è visto dalle biografie rese note dai giornali — si svincola dalla diretta protezione politica, si autonomizza e tende a costruire rapidamente un potere personale. Grazie al quale ottiene prima di tutto la propria sostanziale inamovibilità.
Sempre gli stessi nomi passano vorticosamente da un posto all’altro, da un gabinetto a un ente, da un tribunale a un ministero, da un incarico extragiudiziale a quello successivo, costruendo così reti di relazioni che possono diventare autentiche reti di complicità, sommando spessissimo incarichi che incarnano casi clamorosi di conflitto d’interessi. E che attraverso doppi e tripli stipendi e prebende varie servono a realizzare redditi più che cospicui, a fruire di benefit e di occasioni, ad avere case, privilegi, vacanze, stili di vita da piccoli nababbi.
Se i politici sono la casta, insomma, l’oligarchia burocratico- funzionariale italiana è molto spesso la super casta. La quale prospera obbedendo scrupolosamente alla prima (tranne il caso eccezionale della Banca d’Italia non si ricorda un alto funzionario che si sia mai opposto ai voleri di un ministro), ma facendo soprattutto gli affari propri. Il governo Monti ha un’agenda fittissima, si sa. Ma se tra le tante cose da fare riuscisse anche a scrivere un rigoroso codice etico per la super casta, sono sicuro che qualche decina di milioni di italiani gliene sarebbe grata.”
“L’OLIGARCHIA DEGLI ALTI BUROCRATI
Una invisibile supercasta di Ernesto Galli della Loggia dal Corriere della Sera del 20/1/2012
Non è vero che il contrario della democrazia sia necessariamente la dittatura. C’è almeno un altro regime: l’oligarchia. E tra i due regimi possono esserci poi varie forme intermedie. Una di queste è quella esistente da qualche tempo in Italia. Dove ci sono da un lato un Parlamento e un governo democratici, i quali formalmente legiferano e dirigono, ma dall’altro un ceto di oligarchi i quali, dietro le quinte delle istituzioni democratiche e sottratti di fatto a qualunque controllo reale, compiono scelte decisive, governano più o meno a loro piacere settori cruciali, gestiscono quote enormi di risorse e di potere: essendo tentati spesso e volentieri di abusarne a fini personali. I frequenti casi scoperti negli ultimi anni e nelle ultime settimane hanno aperto squarci inquietanti su tale realtà.
Non si tratta solo dell’alta burocrazia dei ministeri, cioè dei direttori generali. A questi si è andata aggiungendo negli anni una pletora formata da consiglieri di Stato, alti funzionari della presidenza del Consiglio, giudici delle varie magistrature (comprese quelle contabili), dirigenti e membri delle sempre più numerose Authority, e altri consimili, i quali, insieme ai suddetti direttori generali e annidati perlopiù nei gabinetti dei ministri, costituiscono ormai una sorta di vero e proprio governo ombra. Sempre pronti peraltro, come dimostra proprio il caso del governo attuale, a cercare di fare il salto in quello vero.
È un’oligarchia che non è passata attraverso nessuna selezione specifica né alcuna speciale scuola di formazione (giacché noi non abbiamo un’istituzione analoga all’Ena francese). Designati dalla politica con un g r a d o a l t i s s i m o d i arbitrarietà, devono in misura decisiva il proprio incarico a qualche forma di contiguità con il loro designatore, alla disponibilità dimostrata verso le sue esigenze, e infine, o soprattutto, alla condiscendenza, all’intrinsichezza — chiamatela come volete — verso gli ambienti e/o gli interessi implicati nel settore che sono chiamati a gestire. Ma una volta in carriera, l’oligarchia — come si è visto dalle biografie rese note dai giornali — si svincola dalla diretta protezione politica, si autonomizza e tende a costruire rapidamente un potere personale. Grazie al quale ottiene prima di tutto la propria sostanziale inamovibilità.
Sempre gli stessi nomi passano vorticosamente da un posto all’altro, da un gabinetto a un ente, da un tribunale a un ministero, da un incarico extragiudiziale a quello successivo, costruendo così reti di relazioni che possono diventare autentiche reti di complicità, sommando spessissimo incarichi che incarnano casi clamorosi di conflitto d’interessi. E che attraverso doppi e tripli stipendi e prebende varie servono a realizzare redditi più che cospicui, a fruire di benefit e di occasioni, ad avere case, privilegi, vacanze, stili di vita da piccoli nababbi.
Se i politici sono la casta, insomma, l’oligarchia burocratico- funzionariale italiana è molto spesso la super casta. La quale prospera obbedendo scrupolosamente alla prima (tranne il caso eccezionale della Banca d’Italia non si ricorda un alto funzionario che si sia mai opposto ai voleri di un ministro), ma facendo soprattutto gli affari propri. Il governo Monti ha un’agenda fittissima, si sa. Ma se tra le tante cose da fare riuscisse anche a scrivere un rigoroso codice etico per la super casta, sono sicuro che qualche decina di milioni di italiani gliene sarebbe grata.”
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