domenica 27 gennaio 2013

LA CARPI DI OGGI NON E' SIENA. IN CONSIGLIO IL CASO "DORANDO PIETRI" SECONDO ME.

Considerazioni generali e particolari senza pretesa di esaustività. La nostra capacità critica sta bene e i CERVELLI ATTIVATI Vorrei rassicurare i colleghi delle minoranze sulla capacità di comprensione di chi sta da questa parte della sala . Le nostre facoltà, poche o tante che siano le stiamo esercitando. Se alle volte ci freniamo a fronte di provocazioni non è che non le capiamo è che non ci teniamo a trasformare questa sala in un Vietnam dialettico come qualcuno forse si augura, anche se non ne capisco il perché e quale utilità possa derivarne per la comunità che rappresentiamo. RINGRAZIAMENTI. Ringrazio il Sindaco e la Giunta per aver ritirato la delibera sulla Dorando Pietri di qualche settimana fa. E’ vero, non avevamo potuto valutare tutti gli elementi che ci avrebbero portato ad una decisione matura e responsabile sul tema. Poi, almeno per quanto mi riguarda, non avrei certo potuto votare una delibera sulla quale non c’era un parere favorevole formale del Collegio Revisori COLLEGIO Il Collegio dei revisori , che abbiamo votato qui, a mio parere, per il ruolo che ricopro in questa assise, è andato ben oltre a quelli che sono le competenze previste dall’ordinamento giuridico e dalle prassi istituzionali e normative che regolano la vita degli enti locali. Vedremo quel che dirà la Corte dei Conti. A mio parere c’è stato uno sconfinamento evidente delle competenze. Al momento dell’insediamento di questo Collegio ero rimasto favorevolmente impressionato, e lo avevo dichiarato qui, dello stile con il quale i componenti si erano presentati, dichiarando piena disponibilità al confronto e a fornire informazioni al Consiglio nel rispetto dei ruoli reciproci. Mi era sembrato un bel passo avanti rispetto a forme tradizionali di governo e controllo degli enti locali. Purtroppo nell’arco di poche settimane mi sono dovuto ricredere e mi chiedo come si farà a ricostruire un minimo di rapporto di fiducia dopo una vicenda come questa. Con gravi conseguenze temo per la funzionalità dell’ente nell’esercizio delle proprie attività in favore dei cittadini. LA DELIBERA In quella delibera un forte contenuto di interesse pubblico c’era e c’è. E spero che si possa approvare quanto prima. Non soltanto sul piano puramente contabile, pur importantissimo ma anche per il valore che il recupero e rilancio di quell’edificio per funzioni di interesse pubblico può rappresentare per la comunità. In una zona molto importante e urbanisticamente pregiata per la quale ospitare servizi di interesse generale è sicuramente meglio che assistere senza far nulla ad una lenta decadenza e perdita di valore di un’area , la cui valorizzazione, non va dimenticato fu resa possibile in passato da un analogo intervento di valorizzazione reso possibile non solo dall’intervento del Comune ma anche da forze dell’associazionismo e del volontariato che, credo vi siano pochi dubb,i sul fatto che abbiano creato valore per tutta la comunità in alcuni decenni, non solo per una parte di essa. LE CINGHIE DI TRASMISSIONE OGGI NON ESISTONO Se sono esistite in passato affinità politiche o culturali all’interno delle quali sono nate forze che hanno creato le condizioni perché un sodalizio cooperativo di quel tipo potesse nascere, oggi bollare il progetto di valorizzazione di quell’immobile come un aiuto tra “rossi”, se è comprensibile, ma non condivisibile, come argomento di propaganda politica in piena campagna elettorale, oggi è assolutamente privo di fondamenti sociologici veri. La mappa sociale di chi esprime giudizi di questo genere è sbagliata e va assolutamente aggiornata se si cerca la verità ed elementi migliori di conoscenza per affrontare problemi e aspetti che sono solo di natura amministrativa, non di natura ideologica, quindi si dovrebbe discutere, prevalentemente, a mio parere e qui, di maggiore o minore efficacia delle decisioni assunte dall’ente locale. Non nego che avrei gradito che nel gennaio dello scorso anno, poiché ero stato co-presentante di una interrogazione sulla situazione economica e generale delle associazioni e società sportive carpigiane, da parte dell’Amministrazione , col senno di poi, visto che purtroppo segnali di difficoltà c’erano , mi fosse arrivata una risposta più articolata, visto che in quel testo di interrogazione si citava esplicitamente il caso della Polisportiva Dorando Pietri e mi si rispose facendo rientrare la situazione dei sodalizi sportivi e dei centri sociali, tra quelle investite dalla crisi generale. Cosa senz’altro vera ma che riporta a maggior ragione l’attenzione su queste attività sociali, gruppi, enti vari o sui centri sociali del nostro territorio, per i quali poiché, spesso, nati con il contributo fondamentale del Comune, è giusto interrogarsi, proprio perché fattori importantissimi di coesione e promozione sociale, quali possano essere in futuro e con quali interazioni tra pubblico e privato, le forme con le quali favorire il loro sviluppo, la loro autonoma capacità di rinnovamento, perché possano svolgere anche in futuro al meglio il ruolo di centri di relazione, per tutte le generazioni di carpigiani e al passo con le grande trasformazioni sociali in corso. Delle quali dobbiamo trovare il modo di parlare a viso aperto, senza compartimento stagni, superando toni e categorie politiche e sociali da anni 50. Altro che rossi, bianchi o neri con toni alla Don Camillo e Peppone. Parlare oggi della trasformazione della Pietri e in futuro delle altre realtà, significa, conti alla mano, cercare di guardare al futuro, senza dimenticare nulla e senza colpi di spugna, ma senza rinchiudersi in recinti del passato. Ci sono risposte nuove da cercare per costruire in futuro. Marco Bagnoli – Consigliere Pd comune di Carpi Carpi, 24 gennaio 2013

RIENTRO SCUOLE A CASTELVECCHIO DI CARPI. PERCHE' NON MI HA SODDISFATTO LA RISPOSTA RICEVUTA

Scusate il ritardo. Pubblico integralmente la mia replica alla risposta ricevuta dal Presidente Schena il 19 dicembre 2012 al Consiglio dell'Unione delle Terre d'Argine e pubblicato nel post precedente. (m.b) Grazie Presidente. Ho ascoltato con attenzione la sua risposta . In generale ne condivido la forma, nel senso che ho il massimo rispetto per le istituzioni scolastiche e la loro autonomia, che quindi ne riconosco il ruolo e il diritto/dovere di prendere le decisioni in materia di sedi nelle quali svolgere l’attività didattica. Ma in questo caso particolare, sui tempi della ripresa delle attività scolastiche a Castelvecchio a Carpi, non sono soddisfatto della sostanza delle decisioni che l’amministrazione sembra voler lasciar prendere alle autonomie scolastiche, quasi rinunciando ad un protagonismo che le amministrazioni comunali e l’Unione hanno sempre avuto, seppur dialogante con le direzioni didattiche, a maggior ragione in un caso come questo nel quale si discute della ripresa della piena funzionalità di una sede scolastica importante dopo un sisma come quello degli scorsi 20 e 29 maggio . Su questa materia, che nei fatti sta suscitando molti pareri contrastanti tra le famiglie, gli studenti, il personale della scuola, credo che il percorso partecipativo e di condivisione delle decisioni che è stato scelto non sia stato appropriato, soprattutto nei confronti di famiglie e studenti, per me al centro dei servizi scolastici, un gradino sopra a docenti e personale scolastico, in una fase come quella del post terremoto e alla vigilia di altre decisioni relative a trasferimenti di sedi di corsi scolastici nell’ambito dei nuovi programmi di edilizia scolastica sul territorio con la futura scuola media di Cibeno, Chiarisco meglio: il mio parere è che nessuno mette in discussione la necessità di tornare a Castelvecchio come sede scolastica. Anche dopo la risposta di questa sera e avendo sentito molti genitori e personale scolastico, i miei dubbi riguardano l’opportunità del fare la scelta del rientro in questo modo . E’ ovvio che Castelvecchio è una scuola vera e i container di Via Peruzzi o Via Berengario sono sedi provvisorie, ma visto che veniamo da un terremoto come quello che abbiamo conosciuto, che nessuno in questi mesi si è permesso di sottovalutare la sofferenza e le dinamiche psicologiche delle persone e dei bambini o ragazzi dopo eventi come questi organizzandoci corsi e convegni e che c’è la disponibilità dei container fino alla fine dell’anno scolastico, io, anche alla luce della risposta di questa sera, è una opportunità che avrei valutato con maggiore attenzione, tenendo conto che è questo, quando sembra che non succeda più nulla, il momento psicologicamente più delicato che invece mi pare si stia sottovalutando rispetto alle pur importanti azioni di uffici tecnici che hanno messo in piena sicurezza, e nessuno lo mette in dubbio, gli edifici scolastici di cui si parla. Concludo, per amor di verità, che: - Ritengo ingiuste le critiche di chi dipinge i genitori che ritengono, io stasera sono tra questi, che sarebbe più opportuno restare nei container sino alla fine dell’scolastico come genitori agitati o prossimi ad una crisi di nervi da inviare agli sportelli di ascolto psicologico della scuola - e quasi offensive le critiche di chi immagina una specie di partito dei genitori dei ragazzi delle classi Terze delle medie “Pio” che puntano egoisticamente a finire l’anno nei container solo perché alla fine del ciclo scolastico dei loro figli - Nessuno è insensibile né al fatto che i bambini delle “Pascoli” consumino i pasti della mense sui loro banchi, come avviene normalmente in molti plessi, né che per molti genitori sia un problema che la scuola sia più lontana rispetto alle zone di residenza come era prima del terremoto….ma appunto c’è stato un terremoto, non una cosa da poco. E c’è da fare una graduatoria delle priorità. Sulla quale è lecito avere pareri diversi nel rispetto dei ruoli. Le istituzioni scolastiche quindi decideranno in autonomia i tempi di rientro o utilizzo delle proprie sedi e che sarà da tutti rispettato, anche da chi non lo ritiene opportuno. Credo però che si sia persa una occasione importante di costruire un percorso di maggior condivisione di scelte come queste, che nei fatti dividono le comunità scolastiche più che unirle e che si tratta di decisioni che non possono essere prese solo in base al numero delle assemblee che si fanno, ma che ci si debba dotare di strumenti o prassi di registrazione delle opinioni o delle sensibilità, più adeguati a intercettare e tener conto meglio del pensiero di tutte le componenti della scuola. Altrimenti slogan come “Comunità educante” che io credo non siano tali o i nostri bellissimi convegni dell’ottobre pedagogico per una scuola dialogante con la comunità, rischiano di infrangersi sulla realtà, se in casi come questi e diversi pareri in campo, la scuola in primis, con i Comuni o l’Unione silente, si limita a dire: “…questa è materia mia e decido io”. Ho concluso, grazie presidente. Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine – 19 dicembre 2012 – Novi di Modena Intervento del consigliere Pd Marco Bagnoli