sabato 26 marzo 2011

LA TRAGEDIA DI PINA E LE ALTRE. E’ LA FRAGILITA DELLE FAMIGLIE, NON SOLO LA VIOLENZA DI GENERE

Povera Pina, per te, la tua bambina e la tua famiglia, è una tragedia comunque. L’altra sera in consiglio comunale mentre era in corso il minuto di silenzio per ricordarti, ho pensato e ora provo a scriverlo, che non può essere solo la categoria della violenza di genere e degli uomini che uccidono le donne, l’unica lettura da dare a questo terribile fatto di cronaca. Le statistiche parlano chiaro e non ammettono discussioni: nella stragrande maggioranza dei casi sono gli uomini che uccidono le donne e non viceversa. La storia di Pina, uccisa a coltellate dal marito, e di tante altre purtroppo, ci conferma anche, e non bisogna dimenticarlo anche in casi come questi, che questi fatti non sono leggibili solo in termini di genere e di conflitto maschile/femminile ma sono un segnale potentissimo e assordante, al quale ormai purtroppo ci si comincia ad abituare, del degrado e della fragilità crescente delle relazioni famigliari, personali e sociali in genere. Credo che anche questo sia un modo per onorare la tua memoria, non archiviare con troppa fretta ciò che ti è capitato, attribuendo un'unica causa alla invece probabile tempesta di cause materiali ed immateriali che hanno generato i fatti di quella terribile alba di marzo. Pensare che sia tutta colpa della natura violenta dei maschi contro le femmine che ogni tanto ritorna, potrà essere consolatorio per qualcuno, uomini o donne che siano,ed è giusto manifestare contro questi fenomeni, ma credo che adottare il paradigma della causa prevalente ci allontani in realtà dall’inestricabile selva di ragioni, che con maggiore o minor forza hanno creato le condizioni perché questi eventi si possano verificare. Non vi sono dubbi invece sul fatto che quando la vita viene rubata così, è tutta la società ad essere la grande sconfitta e soprattutto l’istituzione famiglia, il luogo dei nostri affetti più intimi e dove si costruisce, si forma, si arricchisce o si distrugge, l’essenza di ciò che siamo, la nostra personalità, la nostra capacità di costruire mondi nei quali le persone abbiano pieno diritto di cittadinanza. Quando si dice difendere la coesione sociale a Carpi, non significa buttarla in politica ma difendere ciò che abbiamo di più prezioso, la capacità di vivere gli uni accanto agli altri.

GIAPPONE-CARPI, DOPO IL TERREMOTO E LO TSUNAMI . UNA LETTERA DA PADRE ANDREA LEMBO

Ricevo e metto in post una lettera che l’amico Valter Sacchetto ha ricevuto dal Giappone da Padre Andrea Lembo. E’ di qualche giorno fa ma credo che mantenga intatto il suo valore di testimonianza di quanto sta avvenendo laggiù dopo lo tsunami.


Ciao a tutti,
vi giro una lettera che ho ricevuto da Padre Andrea Lembo (del pime) dal Giappone.

Tokyo, Marzo 16, 2011
Carissimi,
ringrazio di cuore per la vicinanza che state accordando a me a alla popolazione giapponese in questo momento di estrema emergenza, incertezza e sofferenza. Grazie a Dio, io sto bene e per ora non corro alcun grave pericolo! Il primo terremoto di venerdì scorso e il susseguente tsunami sono stati di dimensioni spaventose. Nel chiamato “cuore di Tokyo” dove vivo io, la prima e la seconda scossa sono state fortissime e sinceramente lo spavento e lo sconcerto è stato indescrivibile. Eppure, non ci sono stati danni ingenti ne` a persone ne` a strutture; Tokyo e tutto il Giappone sono ben preparati ai terremoti. Nel momento della prima scossa per provvidenza ero appena uscito dalla metropolitana, ed essendo passato un tempo di 10 minuti mi sono diretto a fare l`usuale spesa nel supermercato vicino casa. Arrivato il momento della seconda scossa, quella di magnitudo 9, certamente ci siamo resi conto che non era il normale avvicendarsi dei terremoti che di tanto in tanto si avvertono. Ho raggiunto casa dove il sacerdote e il seminarista con cui vivo mi hanno abbracciato con gioia, cosa non scontata vista la proporzione dell`evento.


Il Giappone è incredibilmente organizzato, ed è scattata immediatamente la procedura di emergenza terremoti e tsunami. La televisione e gli altoparlanti delle città hanno annunciato la situazione di tutto il settore orientale del Giappone, subito chiedendo l`immediata evacuazione delle zone limitrofe alle coste. Sono state immediatamente chiuse le grandi paratie marine che difendono le più grandi città, e, avendo immediatamente percepito il pericolo incombente, nell`arco di 5 minuti!, con grande determinazione e coraggio (tutto in diretta televisiva!!! Per ribadire che non è assolutamente vero che il governo ha tenuto allo scuro la popolazione o abbia temporeggiato, come alcune agenzie di stampa riportano) hanno deciso lo spegnimento immediato di undici centrali nucleari della cosa est; consapevoli di ciò che tutto il paese avrebbe dovuto affrontare dopo in termini di energia.
Certamente, gli tsunami che hanno colpito la costa est del Giappone sono stati nella loro intensità distruggente fuori da ogni possibile aspettativa, sia dal punto di vista della loro velocità che della loro imponenza. Le notizie dopo meno di un`ora dall`accaduto parlavano di onde successive da 2 fino a 32 metri, con l`onda centrale di 16metri che ha toccato la costa ad una velocità di circa 300km/h. Alla catastrofe naturale si è aggiunto l`incidente della centrale nucleare di Fukushima, che sta tendendo con il fiato sospeso il Giappone e il mondo intero.
Sinceramente vi è una scandalosa differenza fra ciò che viene comunicato circa la situazione della centrale e ciò che le agenzie internazionali di informazione a volte comunicano ed affermano. Non so cosa dire. A me sembra che il Giappone abbia e stia affrontando la cosa con preoccupazione, competenza e serietà; avendo da subito chiesto anche aiuto all`agenzia internazionale per l`energia atomica.
Nelle notizie che riverberano all`estero, c’è troppa ideologia politica, che in questo momento non solo non serve, ma è persino dannosa. Le misure comunque adottate, per quello che capisco io e chi vive con me ogni giorno (tutti giapponesi), sono di garanzia che la volontà è quella per il bene di tutti: dalle persone che abitano nelle zone limitrofe a Fukushima, alla popolazione giapponese, al mondo intero.
Vi confesso che mi sento umiliato quando in questi giorni da più voci giapponesi viene chiesto almeno alle nazioni che loro stessi onorano ed ammirano di non trascinare questo evento doloroso e pauroso nelle loro diatribe politiche. Da parte mia, e penso fortemente anche da parte dei miei confratelli del pime, consapevole dei rischi che minacciano la nazione, per quello che vedo e comprendo, anche per la discrezione (legittima!) delle notizie rilasciate dalle agenzie governative, di poter porre fiducia nell`operato di chi è preposto al controllo e soluzione della difficile situazione. Ricordo che nella centrale ci sono tecnici giapponesi, con famiglie e desiderio di vivere, ormai esposti alle radiazioni e votati al sacrificio, che stanno tentando il possibile e l`impossibile per loro e per tutti noi.
Come penso vedete dalle immagini televisive, la situazione è apocalittica, ma la cosa che mi commuove di più, oltre alla tragedia delle terre e persone colpite, è la straordinaria capacità di solidarietà di tutto il popolo giapponese. A partire dal governo, all`esercito, alle organizzazioni umanitarie e religiose, alla Chiese Cristiane e alle persone ordinarie lo sforzo di nazione è compatto ed efficace. Dallo strettissimo regime energetico alla solidarietà spontanea delle persone, il paese si sta rivelando capace di affrontare la situazione. Domenica scorsa ho celebrato la Messa in Giapponese nella comunità cristiana di Kasai, dove vado ogni domenica da un anno. Alla fine della Messa, abbiamo compreso che fra noi c`erano dei nuclei familiari provenienti da Fukushima. Ci hanno raccontato lo spaventoso momento, ma con tanta pace e gratitudine al Signore per essere vivi. Al momento del sisma una famiglia era separata, ognuno alla sua attività quotidiana: papà e mamma al lavoro, bimbi a scuola. “Sono trascorse tre lunghissime ore - raccontava la mamma - prima di riabbracciarci tutti. Pensavamo di esserci persi per sempre, invece siamo vivi e siamo qui come famiglia. Non abbiamo più niente, ma mi creda p. Andrea, altro che Quaresima… noi festeggiamo la Pasqua di gioia”!
In questa Quaresima, cammino di preparazione alla Pasqua di resurrezione chiedo a tutti un ricordo e un supporto nella preghiera. Ne abbiamo bisogno!
P. Andrea, pime

sabato 19 marzo 2011

VARIANTE PRG ZONA INDUSTRIALE PER ATTIVITA’ CULTURALI E RELIGIOSE

Il provvedimento approvato dal consiglio comunale nei giorni scorsi che apre alla possibilità che in zona industriale, se richiesto, possano insediarsi attività culturali e religiose, è un buon provvedimento perché rende possibili cose che prima non si potevano fare. E apre la strada alla ricerca di nuove soluzioni per problemi sino ad ora affrontabili solo in parte come il caso di Via Unione Sovietica e le forme di degrado urbano che lì si sono sviluppate e sulle quali il Comune, le Forze dell’Ordine, le associazioni, singoli cittadini, la Parrocchia e il Circolo Pd del quartiere hanno cercato da tempo, con spirito costruttivo, senza furbizie o forme di sciacallaggio politico, di fare la propria parte, con ascolto attivo e interventi nel rispetto delle regole, che ora potranno ricevere manforte da queste opportunità normative approvate dal Consiglio comunale. Superando le logiche del “fatti più in là” limitando a spostare problemi in altre zone dove ci sono meno persone che potrebbero protestare ma operando sul piano urbanistico con una visione di quelli che potrebbero essere gli assetti, le destinazioni, le trasformazioni d’uso del territorio nella Carpi in grande trasformazione come il resto del mondo. Poi c’è chi cercherà di buttarla, per me con un certo grado, pur se ogni idea è legittima, di disonestà intellettuale, sullo schema moschea sì-moschea no, ma non è di questo che si sta parlando e l’assessore Tosi ha fatto bene a ricordare pubblicamente di non aver ricevuto nessuna richiesta in merito. Se succederà si vedrà e il Consiglio discuterà, per quanto di propria competenza, se autorizzare o meno, chi pagherà che cosa, di valutare quanto interesse pubblico c’è in ogni progetto e quanto di legittimo interesse di privati o di associazioni culturali o religiose. Come si fa per tutti gli oggetti di delibera. La materie dunque, anche se a tutti le cose piacerebbero sempre o bianche o nere ma l’asilo l’abbiamo finito tutti da un pezzo, sono complesse, ma di un paio di cose sono certo. Non vorrei che Carpi si “sassuolizzasse” e generassimo da noi quel clima di trincea e conflitto permanente, con manifestazioni a sabato alterni dei pro e contro che i radicalismi stanno, nel quale non vedo nessun vantaggio per la collettività. Se a Carpi, nel caso, troveremo modelli partecipativi diversi ne sarei felice. Sono poi certo che i residenti di Via Unione Sovietica con il provvedimento adottato in consiglio, potranno sentirsi meno soli e meglio tutelati a fronte dei cambiamenti sociali e degli assetti dei quartieri, che avvengono indipendentemente dalle volontà dei singoli. Non fare niente insomma sarebbe stato molto peggio. Ma su questi terreni avremo nuove occasioni di confronto. Spero costruttivo.

AMPLIAMENTO SALE CINEMA ZONA INDUSTRIALE

Non sono d’accordo con chi sostiene che l’autorizzazione del Consiglio ad un piano particolareggiato che prevede la realizzazione di nuove sale di proiezione e relativi parcheggi di pertinenza, costituisca un colpo inferto alla capacità del centro storico di attirare gente e tolga maggior valore per la sua vivibilità e attività economiche. Il tema è più complesso. E’ vero che il fatto che più attività di servizio siano dislocate su aree diverse del territorio comunale rendono più facile che le persone si spostino in quelle direzioni rispetto ad una ipotesi che tutti i servizi di una città, come era sino ad alcune decine di anni fa, siano concentrati nella zona centrale. Ed è evidente che le questioni relative alle valorizzazioni dei centri storici e ad una nuova mobilità sempre più sostenibile siano di assoluta centralità nei nuovi modelli di governo locale. Contesto però, da cittadino e non da tecnico, che si possano considerare le politiche urbanistiche attuabili da un ente locale, pur se importanti e rilevanti per gli assetti di un territori, possano essere considerate degli automatismi, in grado di spostare, come gli ingranaggi di un orologio, le persone di qua e di là. Un consiglio comunale decide su un piano particolareggiato di edilizia e che produce i suoi effetti, ma non va dimenticato che esistono altri fattori che influenzano il quadro, come le scelte imprenditoriali dei singoli esercenti , le mode, le abitudini, le condizioni di mercato relative alle sale cinema, nelle quali probabilmente la competizioni si misurano sulla quantità di spettacoli offerti a pubblici diversi e una multisala ( e un territorio ) rispetto ad un'altra con una maggiore offerta, viene scelta proprio sulla maggior probabilità che tutti i gusti dei consumatori di spettacoli cinematografici, disponibili ad andare al cine in un certo momento, abbiano più o meno, in un luogo, la probabilità di trovare il servizio che cercano. Concludo, un Piano particolareggiato, pur producendo i suoi effetti, non fa il “lavoro” di un Prg e non si può chiedergli più di quello che invece può e deve fare un Piano Regolatore o un futuro piano delle piste ciclabili dai quali è lecito attendersi passi in avanti in direzione di una miglior vivibilità del centro o azioni il più incisive possibili per la costruzione di nuovi modelli di mobilità.

DOCUMENTO CIRCOLO PD “CARPI SUD-1° MAGGIO” – VIA MASSA CARRARA, 11

Il Circolo Pd “Carpi Sud-1° Maggio” di Via Massa Carrara a Carpi ha approvato un documento nel quale sottolinea l’importanza delle attività di Microcredito sociale a sostegno della popolazione alle prese con le difficoltà imposte alla crisi economica con perdite di posti di lavoro e difficoltà crescenti anche per le famiglie dell’area carpigiana.

Si sottolinea l’importanza di continuare con i progetti di questo genere e di rilanciare quelli che sono stati avviati sul territorio, con l’obiettivo di prevenire e contenere l’area del disagio che anche nella nostra zona si sta estendendo, intendendo come “area del disagio” quella nella quale sono entrate famiglie che nel periodo pre-crisi non avevano mai avuto difficoltà a pagare mutui o bollette e mantenuto le proprie capacità di reddito, ma che ora si ritrovano in condizioni diverse e che spesso non si rivolgono ai servizi sociali del Comune cercando altre strade, come chieder aiuto a parenti, amici o famigliari, comunque mettendo fortemente a rischio la stabilità familiare.

Le attività di microcredito sociale, sulla base di esperienze condotte in altri territori italiani e all’estero, possono costituire un efficace puntello per resistere ai morsi della crisi.

Il Circolo Pd “Carpi Sud-1° Maggio” invita dunque l’amministrazione e le istituzioni e associazioni locali, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, a favorire la conoscenza e diffusione di questi progetti e a rilanciarli nei casi nei quali sono stati avviati, per attenuare le disuguaglianze crescenti anche sul piano locale e favorire il mantenimento della coesione sociale, patrimonio immateriale preziosissimo dell’area carpigiana, da custodire e rafforzare il più possibile

LA SCUOLA FA FARE NOTTE AL CONSIGLIO

I servizi scolastici del Comune sono stati conferiti all’Unione Terre d’Argine ma quando il tema è la scuola il dibattito consiliare carpigiano è molto ricco e si accende per contenuti e varietà dei toni. E’ accaduto qualche settimana fa a Palazzo Scacchetti quando dopo una intensa seduta, ormai a consiglieri “provati”, l’avvio della discussione di un documento sulla scuola ha riacceso la passione politica e il confronto dei presenti. Non ho potuto farlo direttamente, anche se tecnicamente il mio intervento sarebbe stato possibile, perché un ulteriore contributo, magari seguito da altri avrebbe fatto fare ore piccolissime, da sconsigliare a chi il giorno dopo deve presentarsi al lavoro alle 8. Il dibattito è stato interessante e per questo cerco di lasciare traccia delle mie impressioni e di quello che avrei detto per contribuire alla discussione. Intanto è un dato di fatto che il tema scuola appassiona il nostro consiglio anche se le competenze sono passate all’Unione. Quindi avrei suggerito, come per altre materie, cercando una formula adeguata che eviti doppioni, di informare il consiglio di Carpi delle attività fondamentali che riguardano la scuola, anche se decise nell’altro ente. Avrei poi detto che, anche dal dibattito, è emersa la centralità del problema dell’orientamento scolastico, di aiutare i nostri ragazzi e le famiglie a fare le scelte giuste nei percorsi scolastici, per evitare frustrazioni, insuccessi, spreco di tempo e risorse, riportando al centro degli interventi che gli enti locali possono adottare, quelli di sostegno alla costruzione di percorsi formativi adeguati, armonizzati, anche se non solo funzionali al mondo del lavoro, ai cambiamenti sociali degli ultimi anni, nei quali è sempre più importante che i ragazzi e le ragazze non “sbaglino” percorso scolastico, assecondando sì le proprie capacità e inclinazioni, cercando di evitare però che sulle famiglie ricadano oneri organizzativi ed economici eccessivi, come quelli generati dalle situazioni nelle quali si “sbaglia scuola”. E’ vero che viviamo in un mondo che si dirige verso la “long life learning”, l’apprendimento costante per tutta la vita, ma anche a Carpi, non ci si può più permettere , per il bene dei ragazzi e delle loro famiglie, che si consideri la scuola un “parcheggio sociale”, che si dica che finire un anno prima o un anno dopo tanto è lo stesso, è che si privilegi una scuola rispetto ad un'altra per motivi di moda, di prestigio o perché ci vanno gli amici, mettendo in secondo piano gli aspetti dei contenuti tecnici o umanistici che ogni indirizzo contempla.

AUMENTO TARIFFE SERVIZIO TRASPORTO URBANO

L’aumento del 20% delle tariffe del servizio di trasporto urbano di competenza del Comune è rilevante e pur se dovuto ai tagli del Governo nazionale ai quali a cascata le Regioni hanno dovuto adeguarsi, mi preoccupa. Spero non ci siano ripercussioni sulle abitudini faticosamente crescenti dei carpigiani nell’utilizzo del mezzo pubblico. Bene che non siano stati penalizzati gli abbonati e comunque gli utilizzatori più assidui per motivi di studio o lavoro. In Consiglio, convinto che sia difficile che per il futuro limitarsi a rispondere ai tagli con incrementi tariffari, ho chiesto all’agenzia della mobilità, che tra i suoi compiti ha anche quello di proporre soluzioni per una nuova mobilità, di elaborare proposte delle quali l’Amministrazione possa tener conto, per incoraggiare forme nuove di mobilità e , per quanto possibile, personalizzazione dei servizi sulla base delle esigenze concrete dei potenziali utenti.