sabato 19 marzo 2011

AMPLIAMENTO SALE CINEMA ZONA INDUSTRIALE

Non sono d’accordo con chi sostiene che l’autorizzazione del Consiglio ad un piano particolareggiato che prevede la realizzazione di nuove sale di proiezione e relativi parcheggi di pertinenza, costituisca un colpo inferto alla capacità del centro storico di attirare gente e tolga maggior valore per la sua vivibilità e attività economiche. Il tema è più complesso. E’ vero che il fatto che più attività di servizio siano dislocate su aree diverse del territorio comunale rendono più facile che le persone si spostino in quelle direzioni rispetto ad una ipotesi che tutti i servizi di una città, come era sino ad alcune decine di anni fa, siano concentrati nella zona centrale. Ed è evidente che le questioni relative alle valorizzazioni dei centri storici e ad una nuova mobilità sempre più sostenibile siano di assoluta centralità nei nuovi modelli di governo locale. Contesto però, da cittadino e non da tecnico, che si possano considerare le politiche urbanistiche attuabili da un ente locale, pur se importanti e rilevanti per gli assetti di un territori, possano essere considerate degli automatismi, in grado di spostare, come gli ingranaggi di un orologio, le persone di qua e di là. Un consiglio comunale decide su un piano particolareggiato di edilizia e che produce i suoi effetti, ma non va dimenticato che esistono altri fattori che influenzano il quadro, come le scelte imprenditoriali dei singoli esercenti , le mode, le abitudini, le condizioni di mercato relative alle sale cinema, nelle quali probabilmente la competizioni si misurano sulla quantità di spettacoli offerti a pubblici diversi e una multisala ( e un territorio ) rispetto ad un'altra con una maggiore offerta, viene scelta proprio sulla maggior probabilità che tutti i gusti dei consumatori di spettacoli cinematografici, disponibili ad andare al cine in un certo momento, abbiano più o meno, in un luogo, la probabilità di trovare il servizio che cercano. Concludo, un Piano particolareggiato, pur producendo i suoi effetti, non fa il “lavoro” di un Prg e non si può chiedergli più di quello che invece può e deve fare un Piano Regolatore o un futuro piano delle piste ciclabili dai quali è lecito attendersi passi in avanti in direzione di una miglior vivibilità del centro o azioni il più incisive possibili per la costruzione di nuovi modelli di mobilità.

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