sabato 21 dicembre 2013

2014 E OLTRE, IL PD DI CARPI CHE VORREI

Faccio "copia e incolla" del mio intervento all'assemblea comunale del Pd di Carpi di mercoledì 18/12/2013 che si è svolta nella sede del circolo "Carpi Ovest" di Via Pascoli. Così sapete come la penso e il post servirà anche a me a futura memoria. Saluti.mb SONO D’ACCORDO SULLA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO PRESENTATA DAL SEGRETARIO COMUNALE, CONDIVIDO LA RELAZIONE E AUGURO BUON LAVORO AI PIU’ STRETTI COLLABORATORI DEL SEGRETARIO CHE OPERERANNO PER IL PD DI CARPI E NOI TUTTI PER QUALIFICARE LA NOSTRA OFFERTA POLITICA E SOPRATTUTTO FARCI SCEGLIERE DAGLI ISCRITTI E DAGLI ELETTORI NEI PROSSIMI APPUNTAMENTI. "E’ OPPORTUNO CHE VI SIA UN VOTO CHIARO E UNIVOCO DI UN ORGANISMO IMPORTANTE COME LA NOSTRA ASSEMBLEA PER DARE LA MASSIMA AUTOREVOLEZZA E FORZA ALLE DECISIONI CHE CI ATTENDONO IN VISTA DEGLI APPUNTAMENTI ELETTORALI DEL 2014, CHE PER QUANTO RIGUARDA IL CANDIDATO SINDACO DI CENTRO-SINISTRA SARANNO PRECEDUTI DALLE PRIMARIE DI COALIZIONE. PER QUESTO INVITO LA PRESIDENZA DI QUESTA ASSEMBLEA E NOI TUTTI AD IMPEGNARCI CON TUTTE LE MODALITA’ E LE FORME CHE POTREMO INDIVIDUARE , PER FAVORIRE AL MASSIMO IL DIBATTITO, LA PARTECIPAZIONE E A FAR EMERGERE LE IDEE PRESENTI TRA I NOSTRI ISCRITTI E SIMPATIZZANTI. E’ IMPORTANTE ANCHE IL MODO CON IL QUALE DISCUTIAMO. SERVONO MODALITA’ INCLUSIVE NON SOLO DI FORMA MA ANCHE DI SOSTANZA. PER TUTTE LE NOSTRE OCCASIONI DI INCONTRO , DAI DIRETTIVI DI CIRCOLI ALLE RIUNIONI DEGLI ISCRITTI, AI GRUPPI CONSIGLIARI, TEMATICI O DEI FORUM. I NOSTRI INCONTRI, AL DI LA’ DELLA BUONA FEDE E DELLE INTENZIONI DI CHI VI PARTECIPA DEVONO ESSERE LUOGHI DI PRODUZIONE DI IDEE E DI CONFRONTO, CERTO ANCHE DI DECISIONI, MA SENZA DUBBIO NON DOVRANNO ESSERE MAI LUOGHI DOVE SI FA A BRACCIO DI FERRO PER IMPORRE DECISIONI GIA’ PRESE SENZA CREARE LE CONDIZIONI PERCHE’ IDEE E RIFLESSIONI SU QUELLE IDEE POSSANO GERMOGLIARE E AUMENTARE IL GRADO DI PARTECIPAZIONE. NON DOBBIAMO USCIRE DALLE NOSTRE RIUNIONI CON IL DUBBIO CHE TUTTI QUELLI CHE POTEVANO AVERE QUALCOSA DA DIRE NON LO ABBIAMO DETTO. PERDIAMO UNA RICCHEZZA DI IDEE SE RINUNCIAMO A CERCARE QUESTE OPINIONI E PARERI. MI PERMETTO PRESIDENTE, QUALCHE CONSIDERAZIONE PIU’ GENERALE PERCHE’ QUESTO E’ IL LUOGO NEL QUALE SI ASSUMONO O RATIFICANO, IN BASE ALLE NOSTRE REGOLE, LE DECISIONI PIU’ IMPORTANTI CHE CI RIGUARDANO COME ADERENTI A QUESTA ORGANIZZAZIONE. E VORREI PRONUNCIARE QUI ALCUNE PAROLE RELATIVE A QUELLE CHE, A MIO PARERE , DOVREBBERO ESSERE ALLA BASE DELLA NOSTRA AZIONE POLITICA LOCALE, CHE PER ME DEVE ESSERE ORIENTATA SOPRATTUTTO A: PROMUOVERE, DIFENDERE , SVILUPPARE IL CAPITALE UMANO E IL PATRIMONIO DI CONOSCENZE E DI PUNTI DI FORZA DELLA NOSTRA COMUNITA’, NEL SENSO DI PUNTARE AD AUMENTARE L’ATTRATTIVITA’ DI CARPI PER PERSONE, AZIENDE, POSTI DI LAVORO, QUALITA’ DELLA VITA. DIFENDERE IL NOSTRO CAPITALE UMANO E’ IL CUORE DI OGNI PROGETTO POLITICO LOCALE DI AMPIO RESPIRO. NON DOVETE CREDERE A QUELLO CHE VI DICONO, QUELLI CHE QUANTO SENTONO QUESTE ARGOMENTAZIONI SBUFFANO CON SUFFICIENZA E CHIOSANO CON UN LIQUIDATORIO “…..MA NON SI DEVE ESSERE CAMPANILISTI”... CHE CERTO, E’ VERO, MA CIO’ DI CUI HO PARLATO NON E’ CAMPANILISMO MA E’ CONSAPEVOLEZZA DELL’OBIETTIVO GENERALE AL QUALE DOBBIAMO ESSERE AL SERVIZIO, CIOE’ L’INTERESSE GENERALE DELLA COMUNITA’, OVVIAMENTE NON DEI SINGOLI O DI CHI TEMPORANEAMENTE OCCUPA RUOLI DI RESPONSABILITA’ CHE DEVE FARSI GUIDARE SEMPRE DALL’INTERESSE GENERALE E NON PERDERE MAI DI VISTA IL SENTIMENTO DI RICONOSCENZA PER LA COMUNITA’ CHE GLI PERMESSO DI FARE ESPERIENZE DI PRESTIGIO E DI RILIEVO. UNA VERA CLASSE DIRIGENTE, ANCHE LA PIU’ ILLUMINATA E CHE HA FORNITO BUONE PROVE DI SE’ SINO AD OGGI, COME LE NOSTRE, STA SEMPRE BEN ATTENTA A NON CONFONDERE MAI QUESTI PIANI E SENTE SEMPRE NEL PROPRIO CUORE LA NECESSITA’, UNA SPECIE DI IMPERATIVO MORALE, DI RESTITUIRE ALLA COMUNITA’, CON MAGGIOR VALORE GENERALE, CIO’ CHE SI E’ RICEVUTO . ED E’ DI CONTINUARE A RINNOVARE QUESTA CLASSE DIRIGENTE DIFFUSA NEL PD E NELLA SOCIETA’ CARPIGIANA CHE C’E’ BISOGNO, NELLE SUE VARIE ARTICOLAZIONI. PASSA DI QUI, NON SOLO LA POSSIBILITA’ DI FARCI SCEGLIERE COME PARTITO E VINCERE LE ELEZIONI CON I NOSTRI MIGLIORI CANDIDATI, MA ANCHE LA POSSIBILITA’ DI RICEVERE CONTRIBUTI DAI CITTADINI, DI VEDERE PERSONE ALLE NOSTRE FESTE, DI MANTENERE LA NOSTRA PREZIOSISIMA CAPACITA’ DI AUTOFINANZIAMENTO LOCALE IN VISTA DELL’ESAURIMENTO DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO NAZIONALE DEI PARTITI. E QUESTO PER NOI E’ IMPORTANTE, SOPRATTUTTO PER CONTINUARE AD ESSERE PERCEPITI COME PORTATORI AUTOREVOLI DI UNA OFFERTA POLITICA LOCALE, VALIDA E CAPACE DI CREARE NUOVO VALORE E NUOVI ORIZZONTI PER LA CARPI DI DOMANI. SEMBRANO OBIETTIVI FUMOSI O TROPPO ALTISONANTI. MA QUELLA CARPI DI DOMANI DA DISEGNARE, NON SOLO DA NOI, MA NOI CI DOVREMO ESSERE, RAPPRESENTA IL MOTIVO PRINCIPALE PER IL QUALE SIAMO QUI STASERA E CONTINUEREMO A LAVORARE, OGNUNO PER LA PROPRIA PARTE, DAL PIU’ PICCOLO MA PREZIOSO AL PIU’ RILEVANTE RUOLO DI RESPONSABILITA PER IL BENE DELLA NOSTRA COMUNITA’. CHE ORA PIU’ CHE MAI HA BISOGNO DI AMICI E DI ALLEATI. DENTRO E FUORI LA NOSTRA CITTA’. E NOI CHE SIAMO UN PEZZO IMPORTANTE DELLA POLITICA DI CARPI E DELLA PROVINCIA DI MODENA, DOBBIAMO CREARE LE CONDIZIONI PERCHE’ QUESTI OBIETTIVI SIANO RAGGIUNTI CON LA SELEZIONE E VALORIZZAZIONE DELLE NOSTRE MIGLIORI ENERGIE, UMANE E MATERIALI. BUON LAVORO A TUTTI NOI. M.BAGNOLI"

martedì 17 dicembre 2013

HO SOSTENUTO RENZI, DIRANNO CHE SONO SALITO SUL CARRO …………

Ma francamente non mi interessa troppo di quel che qualcuno potrà dire o meno. Io ho la coscienza a posto. Il mio candidato ha vinto e sono contento. Un anno fa, ci sono le tracce anche in questo blog, avevo detto con la stessa franchezza che come premier Bersani mi sembrava più adatto, per quel che si poteva dire in quel momento prima dei giganteschi errori fatti in seguito, ma avevo anche detto che per me Renzi sarebbe stato un buon segretario ma che ci sarebbe stata da osservare una agenda “Monti” per tutti, nel senso che per tutti ci sarebbe stato da fare i conti con i vincoli strettissimi di bilancio. Era un anno fa, sembra un secolo fa. Non mi farò fare quindi gli esami del sangue politico per farmi certificare se sono compatibile con i renziani della prima ora. Ribadendo che la mia coscienza e ricerca della coerenza e dell’onestà intellettuale sono in ordine, credo però che, a proposito di chi sale sui carri o li spinge, che chi è diventato sostenitore di Renzi solo per salvarsi la pellaccia politica o per stare col vincitore ( Eh sì, anche a me piacerebbe vincere le elezioni una volta tanto e fare qualcosa di buono…eh già!!) alla lunga non durerà e farà sempre più fatica a far finta di condividere cose o argomenti che in realtà gli fanno venire l’orticaria. Credo non ce la faranno neppure i professionisti del cambio di casacca e del realismo politico del tipo “Franza o Spagna basta che se magna”….resisteranno un po’ di più ma alla fine questo nuovo Pd di Renzi dai confini sociali potenzialmente più ampi rispetto al Pd precedente, non riusciranno a digerirlo. Io invece nel nuovo Pd di Renzi penso di poterci stare bene, non solo perché l’ho votato alle primarie. E sai perché, mio caro blog personale? Personale perché ti scrivo e ti leggo solo io e qualche amico o corrispondente. Perché io continuerò, ogni volta che ce ne avrò la possibilità, a rispondere ad ogni domanda restando sul tema. Così, quando mi hanno chiesto un anno fa chi era il possibile miglior premier del centro-sinistra risposi Bersani perché mi pareva il più adatto, qualche giorno fa ho risposto Renzi alla domanda sul miglior segretario del Pd tra i candidati. Così come oggi dico, per Carpi, che il candidato sindaco migliore mi sembra Alberto Bellelli, che giudico più attrezzato e pronto per quel ruolo, rispetto all’amico Roberto Arletti, l’altro candidato del Pd per ora in campo, mio ex-compagno di scuola a ragioneria, di cui apprezzo il rigore morale e il sincero desiderio di ascolto dei cittadini e di rinnovamento della politica ad ogni livello. Doti più che buone per far parte della squadra nella quale sono anche io, ma che forse non bastano, per la complessità dei tempi, per la fascia di capitano, cioè di futuro Sindaco di Carpi che affiderei ad Alberto Bellelli. E agli amici che mi chiedono: “Ma come? Tu che hai sostenuto Renzi al congresso perché sostieni Bellelli che al congresso sosteneva Cuperlo…”. Ho sempre risposto, a quelli che hanno chiesto la mia opinione, “..Perché voglio stare sul pezzo e se devo rispondere alla domanda su chi è più adatto e attrezzato per fare cosa, cioè il sindaco di Carpi in tempi durissimi come questi la risposta l’accendo subito….per me Alberto Bellelli è il candidato più adatto”. Ma sono contento che l’amico Roberto Arletti stia nel partito nel quale anche io mi ritrovo a dare il mio contributo di volontario civico della città dove abito da sempre. Mica tutta la politica è una casta!! Di certo non dalle mie parti.

ODG CAREGIVER, I CONSIGLI DI CARPI E DELL’UNIONE APPROVANO ALL’UNANIMITA’

Promuovere, valorizzare e dare rilevanza sociale e pratica con una apposita legge regionale, le attività di cura di familiari e di altre persone in genere che si svolgono nel nostro territorio. Che a Carpi e nel territorio dell’Unione delle Terre d’Argine vi fosse una intensa attività di volontariato e di predisposizione e abitudine culturale ad occuparsi di persone “fragili”, non solo famigliari ma anche semplici, ma importanti amici o semplici vicini, era un dato già noto che fa parte della quotidianità che conosciamo. Nel momento del post terremoto di maggio del 2012, quando abbiamo avuto la certezza della dimensione e dei numeri reali delle persone bisognose di cure che vivono nella città, magari non conosciute dai servizi sociali o sanitarie, si è avuta una ulteriore prova di quanto sia rilevante questa parte di popolazione bisognosa di cure e di quanto sia estesa anche la parte di popolazione che dei soggetti “fragili” si occupa, senza l’utilizzo pieno di servizi o strutture di assistenza degli enti locali come l’assistenza domiciliare o l’accoglienza stabile nelle strutture protette per anziani non autosufficienti. Riconoscere chi si prende cura dei propri famigliari o di persone che hanno bisogno di assistenza non significa solo riconoscere la nobiltà e l’importanza sociale di questa attività, ma anche dare evidenza alla fatica e ai rischi di esclusione sociale e di ammalarsi a propria volta, di queste persone che si “prendono cura di”, i caregiver, soprattutto donne, delle quali si sta facendo carico, facendole uscire dall’anonimato anche una rete di associazioni, che l’ordine del giorno si propone di valorizzare. Tra queste, promotrice della giornata dei caregiver promossa annualmente a Carpi anche la cooperativa “Anziani e non solo”che grazie anche allo slancio ed impegno personale dell’amica Loredana Ligabue, che ancora ringrazio per avermi fatto conoscere questa realtà, ha portato alla luce un fenomeno da conoscere e aiutare. Quello che la nuova futura Legge Regionale, ora in Commissione a Bologna, depositata dalla consigliera del Pd, Paola Marani, si propone di fare. Certo non in alternativa ai servizi ospedalieri o territoriali dell’Ausl, ma ritagliando un ruolo complementare e riconosciuto di queste benemerite attività che non sono solo di aiuto ma sono fattore di civiltà e stabilità sociale. Al prezzo di molto impegno e molto sacrificio che è giusto portare sotto i riflettori. Sono molto soddisfatto che il testo degli Odg che ho presentato, per competenza, nel consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine con la collega Daniela Depietri e nel consiglio comunale di Carpi anche con la firme del collega Bruno Pompeo, sia stato approvato all’unanimità. Seguiremo il resto del cammino della legge e della presenza dei caregiver nelle nostre comunità.

SUPERARE IL CAMPO NOMADI DI CARPI, VERSO VERI PROGETTI DI AUTONOMIA

Il punto è questo, superare il modello organizzativo di un campo nomadi come quello che è stato sinora quello di Via Nuova ponente, attivando progetti di autonomia che riportino i cittadini italiani “Sinti”, residenti nel Comune di Carpi, all’interno dello stesso quadro normativo, di diritti e doveri, nel quale siamo tutti inseriti per la vita di comunità. Nelle settimane scorse, nel corso del dibattito in Consiglio comunale, presenti, dentro e fuori il palazzo municipale, alcune centinaia di residenti a Cortile che testimoniavano così la loro contrarietà al trasferimento della piccola comunità “Sinti”nella frazione, parte in un terreno di proprietà e parte, per un periodo transitorio e ben definito nella ex-scuola elementare, ho avuto modo di esprimere alcune opinioni che cerco di riassumere. Ho detto no alle proposte di fare a Carpi le micro aree in alternativa ad un unico campo che non farebbe altro che, probabilmente, riprodurre su scala minore le stesse dinamiche già viste in questi anni. Ho cercato di chiarire, con scarso successo,che il problema non è solo dei cortilesi e che cortile è come Lampedusa, nel senso che si tratta di un tema che riguarda tutta la comunità carpigiana, non di una fregatura rifilata ai cortilesi perché qualcuno ce l’abbia con loro. Ho chiesto anche di valutare forme di compensazione per la frazione se il progetto si concretizzerà, riconoscendo il contributo che quella parte di territorio darebbe all’intero comune per la soluzione di un tema amministrativo di tutta la città. Ho ricordato che la Regione dovrebbe far sentire molto di più la sua voce e non lasciare soli i Comuni alle prese con la gestione dei campi nomadi, mi si scuserà se continuo a chiamarli così, giusto per farmi capire, perché è sbagliato lasciare gli enti locali alle prese con le proteste dei comitati che si generano in questi casi, senza una possibilità di sintesi normativa più ampia che solo la Regione potrebbe trovare con la sua autorevolezza. Infine, ho chiesto alla Giunta di adottare un modello informativo del tipo “casa di vetro” su un tema sensibile come questo, informando con precisione, tempestività e la massima trasparenza su quanto si deciderà su questa materia nelle prossime settimane.

venerdì 1 novembre 2013

CONGRESSI PD 2013: SOSTENGO RENZI AL NAZIONALE E GIUSEPPE SCHENA AL PROVINCIALE DI MODENA

INTERROGAZIONE UNIONE ABUSI UTILIZZO AREE SOSTA DISABILI

Oggetto: Interrogazione sulle aree di sosta riservate ai disabili e categorie protette nel territorio dell’Unione Terre d’Argine Con la presente, il sottoscritto consigliere, non avendo ricevuto risposta ad una richiesta di informazioni sul tema in oggetto nel corso della seduta del 25 settembre 2013 del Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine, in occasione dell’approvazione del Piano Sociale e Benessere di zona 2013-2015, con la presente è a richiedere, al Comando di Polizia dell’Unione o all’assessore per competenza: - Qual è la situazione relativa alle aree di sosta per disabili, per quantità e qualità - Se risulti o meno, come riferito da cittadini, diversi portatori di handicap o titolari di autorizzazione al parcheggio nelle aree riservate, che siano un aumento fenomeni di malcostume, utilizzo scorretto o abusivo di queste zone di sosta - Quali siano i programmi dell’Ente per favorire la mobilità o facilitare la sosta di questi cittadini nel territorio dell’Unione Resto in attesa dell’opportunità di ricevere una risposta, non tanto sul piano personale ma istituzionale, nella convinzione che, come mi è stato segnalato da diversi cittadini, il tema sia realmente sentito non solo dai disabili per la loro mobilità, ma anche dalle loro famiglie e dai cittadini in genere, nonché indicatore di rilievo del grado di convivenza civile del territorio. Ringrazio per l’attenzione e porgo distinti saluti F.to Marco Bagnoli – Consigliere Pd Unione Terre d’Argine

APPROVATO ODG NUOVE POLITICHE ABITATIVE

Ragionare sul futuro di Carpi in attesa del nuovo Psc, anche con un diverso uso degli spazi costruiti che tenga conto delle dinamiche demografiche con nuovi modi di abitare. Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale di Carpi, giovedì 10 ottobre, i consiglieri del gruppo Pd Marco Bagnoli, Paolo Gelli, Viola Baisi e Roberto Arletti, hanno presentato un ordine del giorno sul tema housing sociale e co-housing. Il testo del documento è stato letto in aula da Marco Bagnoli: “rilevata la necessità di programmazione di un tessuto urbano equilibrato, in cui siano favorite la coesione sociale, l’integrazione generazionale, culturale e tra diverse categorie economiche, la solidarietà tra vicini e coabitanti e la responsabilizzazione comune dei cittadini per la qualità degli spazi urbani pubblici e privati; constatato che pur in presenza di un notevole patrimonio immobiliare cittadino pubblico e privato, anche con alloggi privati sfitti, resta fortemente sentito in città il problema casa per molte tipologie di famiglie e giovani coppie, per le difficoltà economiche connesse all’acquisto e al mantenimento di una nuova abitazione; che non è possibile immaginare soluzioni legate a ulteriore consumo del territorio e che il futuro Psc e il Piano della Ricostruzione del dopo-terremoto da approvare entro l’anno dovrà essere ‘a volumi zero’ e puntare sulla riqualificazione degli edifici esistenti con interventi di ricostruzione dei fabbricati urbani e agricoli danneggiati dal sisma nel quale prevedere anche meccanismi di agevolazione per il recupero dei fabbricati danneggiati; precisando che con il termine co-housing si intendono forme di insediamenti abitativi composti da alloggi privati corredati da ampi spazi di servizio comune e in condivisione tra più nuclei familiari, che possono essere ampie cucine, lavanderie, spazi per gli ospiti, laboratori e altro; che si tratta di abitazioni private di solito di dimensioni più limitate rispetto alla media delle normali abitazioni (più piccole del 5-15%), per contenere i costi complessivi dell’intervento (poiché a carico di ciascun proprietario vi è anche una quota-parte della spesa per la realizzazione degli spazi collettivi) e cercare di favorire in questo modo un più intenso utilizzo delle aree comuni; ricordato che questi temi rientrano a pieno titolo nella fase attuale di elaborazione del Piano per la Ricostruzione al quale seguirà in futuro il nuovo Psc vero e proprio, sulla base del documento di indirizzo approvato dal Consiglio comunale; tenuto conto che queste nuove forme abitative potrebbero essere tenute in considerazione nell’ambito delle politiche familiari, di genere e in favore di chi è diversamente abile e che l’Unione delle Terre d'Argine ha promosso, come strumento per la definizione di una filiera sociale delle politiche abitative, il progetto La casa nella rete, che prevede all'interno delle proprie linee esecutive anche sinergie tra pubblico e privato per la realizzazione di esperienze di social housing; riscontrata la necessità che le azioni di programmazione dell’ente locale, che siano di competenza della Giunta o del Consiglio, debbano sempre essere più orientate, come sempre riconosciuto dall’amministrazione, a progettare risposte e interventi fondate sulle esigenze concrete del territorio, con politiche abitative e urbanistiche in grado di produrre effetti adeguati alle nuove tendenze sociali, demografiche ed economiche: il Consiglio comunale impegna dunque la Giunta comunale ad implementare anche a Carpi, nelle forme che saranno ritenute percorribili e adeguate per costi e benefici, la sperimentazione di nuove forme abitative che, come l’housing sociale e il co-housing, possano costituire fonte di attrattività economica e sociale per la città: a organizzare all’interno del percorso del nuovo Piano per la Ricostruzione e del futuro Psc vari momenti e forme non episodiche ma strutturali di formazione e informazione pubblica con l’obiettivo di costruire percorsi che risultino condivisi dalla popolazione, con il coinvolgimento delle forze economiche e sociali in grado di dare contributi di idee e operativi a tali progetti: a valutare all’interno dei nuovi strumenti urbanistici agevolazioni economiche per gli interventi di riqualificazione di fabbricati esistenti o di ricostruzione di fabbricati danneggiati dal sisma nel caso i progetti che seguano i principi del co-housing”. Alla domanda del capogruppo PdL Roberto Andreoli su quali agevolazioni economiche il Comune può mettere in campo a questo fine il consigliere Pd Paolo Gelli gli ha risposto di non sapere quali, sottolineando poi l’importanza del tema soprattutto per i fabbricati rurali che può incentivare la ricostruzione. Giliola Pivetti (capogruppo ApC) ha invece spiegato che non sempre le persone sono disposte a fare questa esperienza ‘comunitaria’; “ci vuole più informazione ed educazione a questa possibilità, se la Giunta vuole impegnarsi deve dare incentivi culturali e non solo minori oneri di urbanizzazione”. Andrea Losi (capogruppo ApC) ha invece spiegato che l’ordine del giorno era troppo generico. “Parliamone in Commissione e definiamo un calendario per arrivare al Piano per la Ricostruzione entro fine anno. Ribadisco poi l’importanza del tema dell’autocostruzione”. Roberto Andreoli ha poi preso la parola per sottolineare come nell’odg si definisca la socialità in città come una chimera: “una lettura drammatica della realtà questa, e dipende anche da noi visto che le regole urbanistiche negli ultimi decenni le abbiamo scritte qui dentro, regole che hanno allontanato dunque l’uno dall’altro. Io credo poi sia sbagliato unire Psc e Piano per la ricostruzione, il secondo è il preludio del primo. Se crediamo poi nel co-housing dobbiamo scrivere qui che vogliamo dare contributi, rendiamo più concreto questo odg”. Daniela Depietri (Pd) ha poi detto che “dobbiamo prestare più attenzione alla nostra società che è cambiata ma non certo solo per le regole che abbiamo scritto qui” mentre l’assessore alle Politiche sociali e sanitarie Alberto Bellelli ha ribadito come queste nuove forme abitative possono diminuire i costi e aumentare la socializzazione ad esempio dell’anziano solo. “L’autocostruzione è incentivabile ma c’è una mediazione da fare comunque da parte del Terzo settore. Per gli anziani a vita sola si può pensare ad esempio ad una sorta di condominio assistito, un progetto già in corso in altre realtà, vicino ai servizi sociali, con un portierato sociale dove chi è solo può scambiare il proprio appartamento, prodromo ad un lento accompagnamento alla struttura protetta. Il care residence è un nuovo strumento, una soluzione di housing sociale per anziani: l’ASP Terre d’Argine ci sta riflettendo da qualche tempo”. Roberto Arletti (Pd) è intervenuto nel corso del dibattito sottolineando come siano le giovani coppie a non trovare casa e come “la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi non stia facendo un buon servizio pagando oggi affitti invece che aver comprato a suo tempo appartamenti da utilizzare, che magari il volontariato poteva ristrutturare con la vigilanza del Comune”. Andrea Bizzarri (capogruppo Idv) ha invece spiegato che gli incentivi regionali dovrebbero essere dati alle giovani coppie non solo per l’acquisto del nuovo “ma anche per la ristrutturazione delle abitazioni, eventualità che comunque non può essere attuata come 40 anni fa quando vigevano criteri impiantistici ed energetici differenti”. Il Sindaco Enrico Campedelli ha dal canto suo affermato in Consiglio che il Piano per la Ricostruzione è la premessa per il Psc e che formule alternative come il co-housing sociale sono utili ed innovative e sostengono le situazioni di bisogno, in un contesto che cambia. Marco Bagnoli in sede di replica ha affermato infine che “non è l’urbanistica che modella la società ma la influenza: con questo documento vogliamo dare un indirizzo, approfondiamo il tema in Commissione”. Dopo le dichiarazioni di voto l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità, unico astenuto il gruppo Fratelli d’Italia. Il Consiglio comunale del 10 ottobre scorso ha visto poi l’approvazione all’unanimità della costituzione in diritto di superficie a tempo indeterminato per una cabina elettrica e servitù di elettrodotto a favore di Enel Distribuzione spa. In pratica la vecchia cabina elettrica posta nella frazione di Fossoli in via Mar Ionio, danneggiata dal sisma e poi abbattuta, verrà ricostruita ex novo di fronte, dall’altra parte della provinciale Romana nord, in un parcheggio, su 40 metri quadrati di superficie. Il Comune incasserà mille euro per questa concessione. La delibera è stata approvata all’unanimità. Nel corso della seduta del Consiglio è stata anche messa ai voti (e ottenuta con l’unanimità) la modifica della composizione della seconda Commissione consiliare, con l’ingresso del consigliere Russo (FdI) al posto della collega Baggio (PdL). In apertura infine il Consiglio comunale di giovedì scorso si era raccolto con un minuto di silenzio in ricordo dei morti di Lampedusa.

lunedì 22 luglio 2013

DOPO IL CASO FINZI, ANCORA PIU’ PREVENZIONE DEI CONTENZIOSI TRA COMUNE E PRIVATI

Ecco in sintesi quel che ho detto nel mio intervento nella seduta del Consiglio comunale del 18 luglio 2013 , nella discussione relativa alla delibera con la quale è stata iscritto fuori bilancio un debito a seguito di sentenze relative al contenzioso tra società Finzi e Comune di Carpi in merito all’ammontare del valore di alcuni espropri. Le metto tra virgolette, come se ridicessi le stesse parole: “Mi dispiace molto naturalmente che si debba varare una delibera come questa che certifica un debito inatteso fuori bilancio e che comporterà un calo delle risorse per la manutenzione delle strade, l’uso di una parte dell’avanzo 2012 e la restituzione di oneri per concessioni edilizie, come riferito dall’assessore. La materia è complessa e non sono nelle condizioni di approfondire i dettagli fino alla massima estensione. Vorrei richiamare però, visto che è documentazione alla quale abbiamo potuto attingere, a quanto si legge nella nota stilata dal Collegio dei revisori dei conti. In particolare nella parte centrale della nota, leggo: I termini dell’accordo intervenuto tra il soggetto privato e l’amministrazione legittimavano la scelta dell’Ente di procedere al pagamento del correttivo in alternativa all’attuazione del comparto di iniziativa pubblica”. Inoltre, nella parte finale del documento leggo: “E’ opportuno porre in evidenza che l’attuazione del comparto di evidenza pubblica avrebbe comportato per l’Amministrazione un esborso, enormemente”, e ho sottolineato ulteriormente, “enormemente superiore rispetto all’onere i cui si tratta nel suo complesso”. L’Amministrazione quindi aveva prudenzialmente preso le sue decisioni su parametri precisi, che poi si sono rivelati non sufficienti a generare il debito fuori bilancio, viste le diverse valutazioni degli organi giudiziari che si sono occupati della materia. E i colleghi delle minoranze saranno d’accordo nel giudicare che spesso capita che il pendolo delle sentenze giudiziarie sia particolarmente oscillante e difficile da prevedere. Questo sul piano del caso specifico è quanto posso dire. Sul piano generale non si può non sottolineare che questa vicenda segna uno spartiacque nello stato dei rapporti tra cittadini ed enti locali e c’è il rischio che casi come questi alimentino lo scetticismo e una diminuzione della fiducia reciproca tra il pubblico e il privato. Se si alza il livello di diffidenza reciproca è un problema per tutta la comunità. Perché se da parte del Comune bisogna proseguire sempre di più nell’azione di massima chiarezza e trasparenza con la quale si svolgono i rapporti con il privati anche in casi come questo, da parte del privato, i cui diritti vanno tutelati, bisogna che si resista alla tentazione di alimentare forme di contenzioso, sperando in sentenze favorevoli, appunto attingendo al pendolo delle sentenze che conosciamo quando le cause si prolungano per vari gradi e livelli di tribunali o organi giudicanti. E’ di questo grado di fiducia reciproca tra pubblico e privato che mi preoccupo, soprattutto a Carpi, dove lo stato di questi rapporti ha creato le condizioni per lo sviluppo della comunità. Ed è un grado di fiducia reciproca del quale avremo sempre più bisogno, specialmente in vista del piano della ricostruzione post terremoto, del Psc e di tante azioni di governo locale per le quali il senso di comunità e fiducia tra pubblico e privato sono fattori indispensabili per la riuscita delle politiche locali. (m.b.)

domenica 30 giugno 2013

INTERVENTO CONSIGLIO CARPI BILANCIO 2013 E PIANO INVESTIMENTI 2013-2015

A nessuno sfugge che il bilancio preventivo e il Piano degli investimenti pluriennale così come le delibere che andremo ad approvare e la relazione del consiglio dei revisori, siano documenti nei quali gli indicatori numerici e di valore contabile siano molto importanti. Ma lo sono anche gli aspetti immateriali e non solo quelli economici. Su questi ultimi porto il mio contributo ricordando, lo faccio solo di sfuggita e le ragioni ci sarebbero tutte, che anche questo bilancio preventivo si muove in un orizzonte normativo che è completamente agli antipodi di quel federalismo fiscale che avremmo voluto e del quale abbiamo tanto invocato il varo. Altro che federalismo, qui tra Imu, Tares, Fondi di riequilibrio e ordini calati dall’alto che costringono i nostri enti ad approvare a fine giugno i bilanci preventivi, c’è in atto una piena restaurazione centralistica, altro che pari dignità tra il centro e la periferia istituzionale che pure sta scritta nella Costituzione. Speriamo che la Regione Emilia Romagna che sta preparando un articolata riorganizzazione istituzionale alla quale anche noi partecipiamo con la nostra Unione Terre D’argine, da articolare sui concetti di costi standard e area territoriale vasta e sulla scommessa di trovare nuove forme di rappresentanza e funzionamento dei territori per l’erogazione dei servizi fondamentali, riesca a trovare correttivi a tutto questo. E mi auguro che si riesca a salvaguardare il mantenimento della nostra rete di relazioni e coesione sociale, messa a dura prova dalla crisi economica e sociale che stiamo vivendo da alcuni anni a questa parte e alla quale dobbiamo, per ora la nostra capacità di generare anticorpi per le varie forme che la crisi sta assumendo. Più che una disamina dei vari settori, per la trasversalità a tutti i singoli settori amministrativi, vorrei sottolineare le parti della relazione del Sindaco che più di altre hanno mostrato di comprendere l’importanza degli indicatori immateriali per la vita dei cittadini del nostro comune e della necessità di tenerli in adeguata considerazione come dati strategici accanto ai valori numerici. Non stiamo parlando di filosofia o di altre alchimie intellettuali per addetti ai lavori, ma di problemi concreti. Li richiamo dalla relazione del Sindaco per far capire a cosa mi riferisco: - se parliamo di post- terremoto, e in questi giorni ne abbiamo avuta ulteriore conferma, oltre agli edifici va tenuto in considerazione la necessità di avere cura per “…la ricostruzione psicologica delle persone” e questo approccio è fondamentale e trasversale a tutte le altre decisioni che prenderemo, per quanto ci riguarda, nel post sisma. Non sto parlando di un approccio psicologico consolatorio ma di un dato strutturale concreto del quale tener conto nella costruzione delle politiche che attiveremo a Carpi nei prossimi anni - sottoscrivo a piene mani le affermazioni del sindaco che ricorda a pagina 3 che dobbiamo creare con tutte le forze le condizioni affinché i cittadini “arrivino a riappropriarsi dei propri luoghi identitari e tornare ad avere fiducia. Sì fiducia e speranza, un bene immateriale ma prezioso come non mai, che non puoi mettere in bilancio o nel piano investimenti e dargli un valore numerico. Ma che se la tua gente non ce l’ha, è un grosso guaio. Bene ha fatto il Sindaco a ricordarcelo. - Difesa del capitale umano e del saper fare della nostra gente, nell’impresa, nei servizi pubblici, nel volontariato o nelle relazioni sociali. Per me significa che non possiamo accettare politiche, proposte, riorganizzazioni, che comportino più svantaggi che vantaggi per la nostra città e i nostri cittadini. Nelle scorse settimane ci chiedevamo in questo consiglio se fosse bene o male una certa dose di campanilismo. A me pare che la cultura del campanile è una cosa buona se promuove i punti di forza di un territorio e se attenua i suoi punti di debolezza, senza chiudersi in un vuoto egoismo o rivendicazionismo localistico. Qui sta l’efficacia delle politiche locali. Ed è un equilibrio che cercano e mettono in pratica tutte le città. - Ad esempio nella sanità, accetto e comprendo quel che dice il Sindaco quando scrive “più territorio e meno ospedale rispettando però i contenuti del Pal in vigore”, quindi, con il riconoscimento non solo formale ma sostanziale dell’importanza del nostro nosocomio negli equilibri di politiche sanitarie territoriali. Sono contento quando si inaugurano le nuove sale operatorie o si avviano i lavori di ampliamento del pronto soccorso del “Ramazzini”, ma chiedo al mio Comune che sia capace di farsi ascoltare, con autorevolezza, fermezza e senza urlare, come ha fatto, misurando i risultati, ad esempio per richiedere i dieci posti di residenza psichiatrica per ora trasferiti a Modena o che il nostro ente sia a fianco della Fondazione della Cassa di Risparmio quando si chiede se quella attuale sia l’organizzazione ottimale del nuovo centro di radioterapia che dovrebbe costituire ancor di più un fiore all’occhiello del nostro polo sanitario di area vasta. Non ci siano decisioni che prescindano o diano l’impressione di essere al di sopra della volontà delle comunità locali. Fiducia, senso di identità e buone politiche territoriali passano da parole d’ordine come queste. Di qualsiasi argomento amministrativo si tratti, a partire dalla sanità, come in questo consiglio tutti abbiamo ribadito più volte. Un altro esempio di che cosa significhi per me difesa e promozione del capitale umano e delle competenze, riguarda ad esempio intervenire o accendere grossi riflettori o attivare capacità di ascolto su fenomeni in apparenza minori o sottotraccia relativi al mondo della scuola e della formazione, alla sua capacità di fare sistema, nel rispetto della distinzione dei ruoli con il mondo dell’impresa reale. Mi preoccupa non poco ad esempio che in un istituto tecnico industriale come il nostro “Da Vinci” si rischi di passare sottosilenzio da due a un corso soltanto di meccanica perché, pare dica il Provveditorato, non si raggiunge il numero di iscritti in base ai quali far scattare il secondo corso; mi preoccupa che Carpi non abbia un istituto secondario superiore per formare educatori per l’infanzia, assistenti agli anziani o alla disabilità mentre le tendenze demografiche ci dicono che avremo sempre più anziani o diversamente abili di cui occuparci al meglio ed è giusto essere preoccupati per tempo se i ragazzi e le ragazze bravissimi degli istituti professionali come il “Vallari” o a indirizzo tecnico commerciale come il “Meucci” in prospettiva faranno, anche se non me auguro, forse più fatica, come non era fino a pochi anni fa, a trovare posti di lavoro nel nostro distretto, alle prese con una forte ristrutturazione e calo delle imprese. Vedo anche dalla stampa, che c’è anche chi propone di fare a Carpi un liceo delle scienze motorie. Può essere una buona idea. Certo meglio azioni coordinate e politiche consapevoli di offerta formativa per i nostri giovani e le imprese, più che iniziative autonome. Il capitale umano del quale ci ha parlato il Sindaco nella sua relazione passa certamente da qui. Ed è anche, certo non solo, su aspetti come questi, senza dimenticare che sta prendendo il via il nuovo assetto della formazione professionale dopo il conferimento di Carpiformazione nel centro unico provinciale e alla vigilia dei nuovi istituti comprensivi, che si misureranno le nostre politiche di promozione, manutenzione e cura della grande quantità e qualità del capitale umano di cui disponiamo ma che richiede cura e manutenzione per non indebolirsi o depauperarsi o migrare altrove, in città o distretti vicini, con i quali vogliamo collaborare ma con i quali dobbiamo anche competere. Inutile girarci attorno. Mi avvio alle conclusioni con alcune sottolineature. IL TERREMOTO. Non appartengo a quelli che, come amministratori, si sentono psicologicamente oltre il sisma del maggio 2012. E’ certo che tante cose buone sono state fatte, che lo spirito pragmatico e di comunità per trovare soluzioni ai problemi, anche con maggioranze politiche più ampie, ha prodotto buoni risultati. Come un anno fa continuo però a pensare, e dobbiamo dire la verità ai nostri cittadini, che l’orizzonte entro il quale ci muoviamo per la ricostruzione, è pluriennale e non, lo ripeto di breve periodo. Abbiamo corso un grande pericolo. E io da cittadino, perché queste cose sono state pensate ben prima che io diventassi consigliere, voglio ringraziare il Sindaco Enrico Campedelli e i suoi assessori e collaboratori che hanno lavorato per i progetti e le opere, portandole a compimento, dei lavori di consolidamento e recupero del centro storico. Se abbiamo ancora, pur se acciaccato le parti fondamentali del nostro centro storico, della nostra identità, credo che la cittadinanza lo debba a Lei, signor sindaco e ai suoi collaboratori perché non avete soltanto portato avanti i progetti, ma li avete realizzati. E di quanto ce ne fosse bisogno lo abbiamo visto un anno fa. E la incoraggio, Signor Sindaco ed estendo l’incoraggiamento all’’assessore Morelli e alla giunta, spero sia percepito che si tratta di un ringraziamento non di schieramento politico ma semplicemente sentito, per la lungimiranza che oggi ci permette, certo anche con le decisioni assunte dall’intero Consiglio nelle legislature passate, di poter contare sul nostro patrimonio storico e architettonico. IMU. Lo so Signor Sindaco che lei la bacchetta magica non ce l’ha, che non sono tempi di federalismo ma di centralismo fiscale. Leggi e aliquote vanno adottate e in tempi eccezionali si possono pagare, come proprietari di case, anche più tasse. Ad esempio, si dà atto alla Giunta di avere cercato di avvicinare lo spread normativo locale per non considerare pura rendita il passaggio di abitazioni tra famigliari stretti o di aver provato ad abbassare l’aliquota sui fabbricati agricoli che poi la normativa nazionale ha riportato d’imperio ad un livello superiore. Non ho motivo di pensare che l’amministrazione o gli uffici provino un particolare piacere ad infierire sui nostri cittadini contribuenti. Quindi, i sacrifici li faremo, con senso di responsabilità e piena lealtà nei confronti della comunità della quale facciamo parte. Chiedo sin da ora, per il futuro, visto che tra pochi mesi sperando di tornare alla normalità, si discuterà a fine o inizio anno del bilancio 2014, si cerchi, per rafforzare il senso di equa ripartizione dei sacrifici, di armonizzare il più possibile, a puntello della nostra e altrui coesione sociale, di coordinare con i comuni vicini con i quali ci confrontiamo, i livelli di imposizione fiscale almeno sull’IMU, per non alimentare sentimenti, facili ironie o confronti sgradevoli. E’ questo sì che sarebbe “campanilismo” cattivo non all’altezza dei tempi e delle sfide che le nostre comunità stanno affrontando. Il mio voto, con questi suggerimenti e raccomandazioni, sarà convintamene favorevole. Marco Bagnoli Gruppo Consigliare Pd Consiglio comunale di Carpi Carpi, 27 Giugno 2013

VIA REMESINA: RISPOSTE ALL’INTERROGAZIONE SU SEMAFORO PEDONALE, FOGNE E TRAFFICO

Queste le risposte dell’assessore D’Addese nel Consiglio comunale di Carpi, alla mia interrogazione delle scorse settimane relative al quartiere “Remesina”. SEMAFORO A CHIAMATA . Per la richiesta di un impianto semaforico pedonale a chiamata, l’assessore ha detto che per ora i soldi non ci sono ma che è stato approvato progetto che lo prevede all’altezza della chiesa di San Giuseppe. All’osservazione dell’assessore che ricordava che c’è già un semaforo su Via Remesina all’altezza di Via Magazzino, ho segnalato che però la strada è lunga e l’esigenza di dare una possibilità di maggior sicurezza per i tanti utenti della strada e di un quartiere dove abitano oltre 10.000 persone richiede un presidio semaforico pedonale anche nella parte iniziale della strada. Ho chiesto che se non per il 2013, per il 2014 venga inserito tra le priorità. FOGNE E ALLAGAMENTI. D’Addese ha anticipato che dopo gli interventi nella rete fognaria della zona sud nel corso dei prossimi mesi sono previsti interventi nella zona nord, in particolare nelle parti dove anche recentemente si sono nuovamente verificati i casi di allagamento. Speriamo bene perché le ultime precipitazioni hanno spaventato non poco, chi abita in zona remesina e chi ci transitava in quel momento. TRAFFICO QUARTIERE ZONA PASSAGGIO A LIVELLO. Dopo il ritorno al doppio senso di marcia su Via Remesina sino al passaggio a livello, come chiesto da un apposito ordine del giorno del Consiglio, , l’assessore ha reso noto che i rilievi del traffico hanno evidenziato che la mole complessiva di mezzi circolanti nella zona è risultata pressoché stabile con positivi effetti anche nelle zone circostanti del quartiere. In attesa dei fatti, cioè il semaforo pedonale, i lavori per le fogne e il continuo monitoraggio sulle dinamiche del traffico dopo il ripristino del doppio senso di circolazione su parte della strada, mantenendone le caratteristiche di strada di quartiere, mi sono dichiarato abbastanza soddisfatto della risposta.

lunedì 10 giugno 2013

INTERROGAZIONE SUL QUARTIERE REMESINA

AL SIGNOR SINDACO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ALL’ASSESSORE COMPETENTE Carpi, 5 Giugno 2013 OGGETTO: Interrogazione sul quartiere “Remesina” Il sottoscritto Consigliere del Partito Democratico, anche su sollecitazione di molti cittadini e a seguito di vari eventi di cronaca di quartiere ed eventi atmosferici che hanno evidenziato difficoltà per residenti e transitanti nel quartiere e in particolare sulla stessa Via Remesina interroga la Giunta e l’assessore competente per conoscere: - In merito ai problemi concreti di attraversamento e viabilità di Via Remesina, se sia previsto e se si ritenga utile o meno un attraversamento pedonale a regolazione semaforica a chiamata, come adottato su Via Cattani. E in caso di risposta affermativa quali siano i costi e se il semaforo pedonale sia previsto o compatibile con il Piano generale del Traffico approvato da questo consiglio - Se dopo le fortissime precipitazioni con successivi allagamenti nel quartiere delle scorse settimane, ai quali sono seguite numerose richieste di cittadini di interventi strutturali sulla rete fognaria e dopo un incontro tra diversi cittadini e il Sindaco e gli assessori competenti del quale ha dato notizia la stampa, quali siano gli orientamenti dell’Ente locale in materia e con quali tempi - Si chiede un aggiornamento sullo stato della mobilità su Via Remesina e dell’impatto sul traffico nella parte urbanizzata del quartiere, in particolare dopo il completamento delle opere in corrispondenza del passaggio a livello, della piena entrata in funzione della pista ciclabile di collegamento con Fossoli e del ripristino parziale del doppio senso di circolazione deciso dall’Ente anche su sollecitazione del Consiglio con l’approvazione di specifici ordini del giorno. Si ringrazia per l’attenzione, confidando nella possibilità di ricevere una risposta in Consiglio in tempi brevi. Distinti saluti. Marco Bagnoli – Consigliere comunale gruppo PD

venerdì 31 maggio 2013

ODG CONSIGLIO CARPI SU PSC CON NUOVE FORME ABITATIVE: HOUSING E COHOUSING

Ragionare sul futuro di Carpi in attesa del nuovo piano regolatore o Psc, significa immaginare anche un diverso uso degli spazi costruiti che tenga conto delle dinamiche demografiche con nuovi modi di abitare, che favoriscano le rigenerazione di nuove reti di solidarietà sociale. E ‘ questo l’obiettivo di un ordine del giorno che ho presentato nel Consiglio comunale di Carpi con i colleghi consiglieri del gruppo Pd, Paolo Gelli, Viola Baisi e Roberto Arletti. Ecco il documento integrale. (m.b) Alla c.a del Presidente del Consiglio Comunale di Carpi Alla c.a. del Sig. Sindaco e della Giunta comunale di Carpi Carpi, 23 maggio 2013 VERSO IL PSC DI CARPI CON NUOVE FORME ABITATIVE, HOUSING SOCIALE E COHOUSING Rilevata La necessità di programmazione di un tessuto urbano equilibrato, in cui siano favorite la coesione sociale, l’integrazione generazionale, culturale e tra diverse categorie economiche, la solidarietà tra vicini e coabitanti e la responsabilizzazione comune dei cittadini per la qualità degli spazi urbani pubblici e privati Constatato che Pur in presenza di un notevole patrimonio immobiliare cittadino pubblico e privato, anche con alloggi privati sfitti, resta fortemente sentito in città il problema casa per molte tipologie di famiglie e giovani coppie, per le difficoltà economiche connesse all’acquisto e al mantenimento di una nuova abitazione. Che non è possibile immaginare soluzioni legate a ulteriore consumo del territorio e che il nuovo PSC dovrà essere “a volumi zero” e puntare sulla riqualificazione degli edifici esistenti. Che il nuovo PSC dovrà partire da un Piano della Ricostruzione dei fabbricati urbani e agricoli danneggiati dal sisma all’interno del quale prevedere anche meccanismi di agevolazione per il recupero dei fabbricati danneggiati. Precisando che che con il termine co-housing si intendono forme di insediamenti abitativi composti da alloggi privati corredati da ampi spazi di servizio comune e alla condivisione tra più nuclei familiari, che possono essere ampie cucine, lavanderie, spazi per gli ospiti, laboratori e altro. Che si tratta di abitazioni private sono di solito di dimensioni più limitate rispetto alla media delle normali abitazioni (più piccole del 5 al 15%), per contenere i costi complessivi dell’intervento (poiché a carico di ciascun proprietario vi è anche una quota-parte della spesa per la realizzazione degli spazi collettivi) e cercare di favorire in questo modo un più intenso utilizzo delle aree comuni. Ricordato che Questi temi rientrano a pieno titolo nella fase attuale di sviluppo del programma di costruzione del nuovo PSC locale, anche a seguito al documento di indirizzo approvato dal Consiglio comunale di Carpi. Tenuto conto che queste nuove forme abitative potrebbero essere tenute in considerazione nell’ambito delle politiche familiari, di genere e in favore di chi è diversamente abile e che L'Unione Terre d'Argine ha promosso, come strumento per la definizione di una Filiera sociale delle politiche abitative, il progetto "La casa nella rete" ,che prevede all'interno delle proprie linee esecutive anche sinergie tra pubblico e privato per la realizzazione di esperienze di social housing Riscontrata La necessità che le azioni di programmazione dell’Ente locale, che siano di competenza della Giunta o del Consiglio, debbano sempre essere più orientate, come sempre riconosciuto dall’Amministrazione, a progettare risposte e interventi fondate sulle esigenze concrete del territorio, con politiche abitative e urbanistiche in grado di produrre effetti adeguati alle nuove tendenze sociali, demografiche ed economiche. Il Consiglio Comunale invita la Giunta comunale 1. Ad implementare anche a Carpi, nelle forme che saranno ritenute percorribili e adeguate per costi e benefici, la sperimentazione di nuove forme abitative che, come l’housing sociale e il cohousing possano costituire fonte di attrattività economica e sociale per la città. 2. A organizzare all’interno del percorso del nuovo PSC momenti di formazione e informazione pubblica con l’obiettivo di costruire percorsi che risultino condivisi dalla popolazione, con il coinvolgimento delle forze economiche e sociali in grado di dare contributi di idee e operativi a tali progetti. 3. A valutare all’interno del nuovo PSC agevolazioni economiche per gli interventi di riqualificazione di fabbricati esistenti o di ricostruzione di fabbricati danneggiati dal sisma nel caso i progetti che seguano i principi del cohousing. Distinti saluti I Consiglieri del Gruppo PD Marco Bagnoli ( Consigliere PD ) Paolo Gelli ( Consigliere PD) Viola Baisi ( Consigliere PD) Roberto Arletti ( Consigliere PD)

SANITA' LOCALE, CARPI, MIRANDOLA & AREA NORD. DECIDERE DAVVERO CON LE COMUNITA'

POLITICHE SANITARIE LOCALI, OSPEDALE & C. NON DECIDETE MAI PIU’ SENZA TENER CONTO DEI CITTADINI Si può discutere di ogni cosa in campo sanitario locale: della nuova riorganizzazione dei servizi territoriali dell’area carpigiana e dell’intera area nord della provincia di Modena, se puntare ad un nuovo ospedale o rimettere a posto quelli vecchia, se quel servizio o quell’altro debbano avere sedi territoriali o sia più utile la centralizzazione nella struttura di Baggiovara, cardine della sanità provincia. Si può discutere di tutto. Ma signori della sanità della provincia di Modena, medici, politici, amministratori o accademici che siate, non fatelo più per conto vostro senza tener conto delle sensibilità delle comunità. Siamo pazienti, ma non siamo silenti. Visto che le tasse le paghiamo anche noi e chiediamo, come cittadini, di poter avere diritto di informazione e di parola. Non ho nostalgia dei tempi andati quando la politica locale decideva tutto della sanità e non mi dispiace che forse stia finendo il tempo in cui solo l’Ausl o i medici o le Fondazioni con la grana, siano quelli deputati a decidere in solitudine che cosa serva di più alla comunità in questo ambito. Ho piena fiducia nei Sindaci e negli assessori del nostro territorio. So che la sanità dovrà cambiare tanto e tanto dovrà cambiare l’approccio dei cittadini all’uso dei servizi sanitari di cui disponiamo. Dovremo puntare davvero, non solo di facciata, sulla prevenzione, più che sull’inseguimento continuo dell’adeguamento dei servizi con una domanda di prestazioni in continua crescita. Una dinamica, quella cioè degli scorsi decenni, impossibile da mantenere, con risorse economiche calanti. Insomma, sacrifici, cambiamenti dei servizi, ospedali forse un pà più lontani di come li abbiamo conosciuti, vabbè . Ma i decisori non facciano solo finta di sentire le comunità e le ascoltino davvero. Politiche sanitarie non solo calate dell’alto, nel futuro prossimo venturo sui nostri territori, saranno un fattore fondamentale per la riuscita di qualunque programma o Pal pluriennale. Ma senza raccontare favole. Se si dice la verità con chiarezza, onestà intellettuale e senza opacità, i cittadini delle nostre terre, capiscono le cose e sanno accettare anche i sacrifici. Non accettano più furbizie o stili decisionali che contemplino sorrisi di maniera davanti e tagli orizzontali o modenacentrici alle spalle. Le tasse locali per la sanità le pagaano anche i 200.000 abitanti della zona nord della Provincia, non solo i 180.000 modenesi. (Marco Bagnoli)

ASSEMBLEA PD. SANTA CROCE, 24/4/13, PRIMA DEL GOVERNO LETTA E DOPO I FAMIGERATI 101

Mi autocito per lasciare qualche traccia di quella bella serata nella quale uscirono molti resoconti sui mass media locali ma come spesso capita, frettolosi, imprecisi, forse più dettati dal voler ritrovare in quel che si scrive ciò che si pensa, più che cercare di ascoltare e capire quello che quella sera le persone, tra le quali hanno il sottoscritto, cercarono di tirare fuori. E’ il mio parere. E c’è di bello che almeno non è obbligatorio pensarla o vederla allo stesso modo. Poi se qualcuno è permaloso o vuole ricordare solo ciò che gli piace e preferisce continuare a girare intorno al proprio ombellico, liberissimo di farlo. Andò così. Dissi che ero favorevole alle larghe intese. Che avrei preferito che non ci fosse questa esigenza di interesse nazionale ma che Bersani, che pure avevo sostenuto alle primarie come candidato premier del centro-sinistra, giocandosi la sua occasione della vita, quelle elezioni le ha perse. Continuo in prima persone e mi sembra di rivivere quei momenti che vennero definiti a dir poco ingenerosamente le parole degli strateghi del Pd del dopo Waterloo. Gran bella cosa l’autostima ma quante cantonate che fa prendere il complesso di superiorità!. Vado. “Mi fa un certo effetto che il nostro presidente incaricato porti lo stesso cognome del principale collaboratore di Berlusconi, ma la casa brucia e non è il caso di andare troppo per il sottile. Di un Governo c’è bisogno….e presto. Senza Governoi poveri ci rimettono di più e prima. I ricchi possono aspettare un altro po’. E’ vero, la botta presa dal nostro elettorato e da chi viene nei circoli, è stata grossa, ma vorrei segnalare anche che in questi giorni, io sono segretario del circolo “Carpi Sud-1° Maggio”, sono state le persone che hanno trovato, proprio ora, nuove motivazioni per venire a rinnovare la tessera e rinnovare quel senso di appartenenza e lealtà che anima tanti che hanno preso la tessera del partito o lo hanno votato. Il caso Prodi è stato gravissimo. Il caso Marini, una candidatura costruita male. Sono contro la caccia alle streghe e alle liste di proscrizione. Ma difendo il principio di responsabilità e chi sbaglia, o si pone, nel segreto dell’urna, fuori da una comunità, deve pagarne le conseguenze. IN questo partito deve esserci sempre meno spazio per chi intende la politica come puro gioco narcisistico e di potere, sganciato dalla comunità nazionale o locale della quale ci si mette al servizio. Vorrei quindi saperlo chi sono stati questi voltagabbana, che vengano alla luce, senza moralismi, ma deve emergere pienamente nel nostro partito il principio che ci deve essere differenza tra chi si comporta bene e chi si comporta male. Non solo a parole ma anche nei fatti, Se anche stavolta si lascerà correre, il Pd rischia grosso. E non cìè solo il rischio di implosione o scissione. In casa nostra c’è anche un forte rischio di fenomeni di gattopardismo, con tanti amici che potrebbero essere tentati dal chiedere piazza pulita o passi indietro agli altri, fingendo che le pagliuzze siano sempre negli occhi altrui ignorando le travi in quelli propri. Non deve riuscire questo giochetto dei riposizionamenti senza bilanci su ciò che si è fatto. Bilanci che devono fare tutti a seconda dei ruoli di responsabilità ricoperti. FUTURO. Io prediligo lo spirito del Pd originario di Veltroni, del quale sono stato un fondatore come moltissimi di voi. Adesso, prima il governo del Presidente e vedere chi ci sta, poi, senza tatticismi, bisognerà andare in tempi ragionevoli, ma presto, ai congressi. Se si vuole salvare il Pd e salvare lo spirito del Pd originario, senza rifondazioni di facciata, bisognerà prendere atto che la sinistra non è una soltanto, che sono tante e che la migliore è quella che produce i migliori risultati, nell’interesse dell’equlibrio del paese Italia. Basta complessi di superiorità del tipo: “O salviamo noi l’Italia altrimenti sarà il diluvio”. Concentriamoci e rispettiamo gli iscritti e le regole del partito, ma apriamoci a tutta la società, senza finti interessamenti dell’ultima oraa o pre-elettorali, aggiornando la nostra offerta politica. Basta, o, non solo, comunicazione interna tra di noi, liberiamo energie e dialogo con la società esterna a noi, per farci capite e votare. Con l’orgoglio e la qualità delle nostre idee, per il cambiamento e dare soluzioni per l’Italia e la nostra comunità locale” Aggiungo in data odierna, 31 maggio 2013, che l’unico modo per smaltire la fatica e le tossine del governo delle larghe intese è produrre fatti concreti, almeno un po’, poi si torni a votare , ma con un pezzo di strada fatto. E naturalmente una nuova legge elettorale. (M.B)

ODG CRITERI EROGAZIONE SERVIZI SOCIALI UNIONE TERRE D'ARGINE

Al Presidente del Consiglio dell’Unione Terre d’Argine Alla Giunta del Consiglio dell’Unione Terre d’Argine Carpi, 15 maggio 2013 Proposta di Ordine del Giorno sui principi generali di erogazione e assegnazione dei servizi sociali territoriali per singoli cittadini e nuclei famigliari Premesso che: Il sostegno agli individui meno abbienti e in difficoltà economica, sociale e sanitaria è un servizio di imprescindibile importanza che un ente pubblico di governo locale, e non, deve svolgere; I diritti di cittadinanza, assistenza e cura sono diritti da tutelare e garantire in ogni modo possibile conformemente alle disposizione comunitarie e nazionali; I comuni dell'Unione Terre d'Argine da tempo hanno individuato, all'interno dei regolamenti sui servizi/risorse che erogano, criteri di assegnazione che tengono conto delle condizioni sociali, sanitarie e reddituali per garantire una corretta ed equa erogazione delle risorse. Considerato che I servizi e gli interventi che la nostra Unione eroga possono essere suddivisi in due macro aree: servizi/risorse emergenziali e di lunga durata. I primi si rifanno a diritti di cura, assistenza e sostegno di primaria e vitale importanza per la dignità dell'individuo mentre gli interventi di lungo periodo sono interventi più strutturati che danno luogo a benefici o servizi per il soggetto beneficiario, più durevoli nel tempo. La situazione economica contingente deve necessariamente spingere l'ente locale ad ottimizzare al meglio le proprie risorse ed evitare il cosi detto “nomadismo assistenziale” Negli ultimi anni, anche nel territorio dell’Unione si è purtroppo ampliata la fascia sociale di persone e famiglie in difficoltà o poco al di sopra della soglia della povertà, la così detta “fascia grigia” della popolazione, che tanti avrebbero bisogno di forme di aiuto più mirate e limitate nel tempo per superare momenti di difficoltà e che per molti c’è da superare un comprensibile sentimento di orgoglio o vergogna che di fatto rende molte situazioni sconosciute ai servizi sociali territoriali; Che i servizi sociali territoriali, pur se in fase di costante riorganizzazione sono ancora prevalentemente strutturati per far fronte a fasce marginali di popolazione con difficoltà, mentre la crisi ha fortemente ampliato il numero di persone e famiglie con problemi e necessità di aiuto. Che è ormai entrata a far parte del “sentire comune” dei cittadini e dell’impegno programmatico e operativo delle Amministrazioni comunali e dei servizi erogati dall’Unione in questo ambito, la necessità di progettare forme di interventi e aiuto che concorrano a far uscire i soggetti dalle difficoltà, in modo tale che si possa aiutare un maggior numero di persone, superando tipi di prestazione che in certi casi si trasformano in vitalizi di prestazioni, più che aiuti mirati per superare periodi di difficoltà. Che è necessario, pur tenendo conto dei problemi di risorse, costruire modalità di servizi sociali che siano sempre più improntati a questi principi, quando i problemi sono ancora nella fase iniziale. Come è nello spirito di progetti territoriali come i Bandi Anticrisi e i programmi “La Casa nella rete” approvati sui nostri territori. Si riconosce la validità e l’importanza, per l’erogazione di servizi sociali, di criteri che tengano conto, per ragioni di evidente equità, affinchè se ne tenga conto tra altri indicatori, del principio “contributivo” alla vita della comunità, con diritti e doveri, desumibile dall’anzianità di residenza. Che tale principio “contributivo”, non può però essere equiparato al termine di “residenzialità storica”, che pare evocare o ricercare un principio con il quale sembra si vogliano introdurre distinzioni tra i residenti sulla base di un criterio ”etnico” con il rischio che tale principio possa essere scambiato per una pretesa o che qualcuno potrebbe scambiare con una certificazione che alcuni cittadini sono più “uguali degli altri” e meritano di più. Che c’è un forte rischio di anticostituzionalità e di potenziale forma di razzismo in questa formulazione che si ritiene non vada sottovalutata, preferendo richiami al piano del diritto, con la ricerca di una valutazione sempre più mirata per i criteri di graduatoria e priorità, sempre nel quadro giuridico di parità di diritti e doveri per tutti i cittadini Si invita il consiglio dell'Unione delle Terre d'Argine: A tenere in adeguata considerazione il principio “contributivo”, nei termini sopra descritti, all’interno del quale va contemplato anche l’indicatore relativo all’anzianità di residenza, privilegiando sempre in ogni caso la situazione reale dei cittadini o delle famiglia in stato di bisogno nella definizione di graduatorie o assegnazione di aiuti . A dare a tali decisioni e assegnazioni, con adeguato rapporto tra costi e benefici, la massima evidenza pubblica possibile, al fine di favorire il maggior grado di trasparenza delle stesse, evitare ogni forma di potenziale opacità che possa essere interpretata come fonte di scelte arbitrarie o non eque, per consolidare l’autorevolezza e la fiducia nelle istituzioni e la coesione sociale sulla quale si fonda la vita delle nostre comunità. Marco Bagnoli – Consigliere Pd – Unione Terre d’Argine Daniela Depietri – Consigliera Pd – Unione Terre d’Argine Il Documento è poi stato approvato a larga maggioranza dopo che mi è stato chiesto, ed ho espresso parere favorevole, di togliere le parti relative illustrazione delle distinzioni che a mio parere era opportuno fare, per evitare confusioni interpretative, sui concetti e criteri di “Sistema contributivo” e di “Residenzialità storica”. Pensavo e penso che in quest’ultimo concetto vi sia il rischio di interpretazioni di superiorità etnica e di forme soft di potenziale razzismo che invece nella definizione “contributiva” non c’è, perché parlando di contributo alla vita della comunità di cui si deve tener conto delle graduatorie per i servizi sociali, si includono tutti coloro che risiedono e lavorano nelle zone, evitando altri possibili fraintendimenti ideologici, privilegiando la ricerca dell’equità sulla base del principio di realtà. Togliendo quei riferimenti è stato possibili superare le contrapposizioni politiche di bandiera e approvare un documento con maggioranza più ampia. Anche questo mi sembra un risultato importante, visto che abbiamo stabilito altri principi generali sulla base dei quali dare maggiore o minore aiuto nell’ambito delle politiche sociali. (m.b.)

giovedì 25 aprile 2013

LARGHE INTESE. CI DIVIDONO MOLTE COSE. MA CI UNISCE L'ITALIA.

Penso che sia meglio provare a farlo un governo. Anche di larghe intese. Ci dividono molte cose. Ma ci unisce l'Italia. E quando non c'è governo per troppo tempo, i poveri e chi è in difficoltà sono i primi a rimetterci. I ricchi, i famigerati 101 o chi ha più risorse puà aspettare di più....Io sto con Letta. Enrico.

venerdì 12 aprile 2013

LE NORME POST SISMA SULLO “SCUOTIMENTO” NON SONO EQUE. E PENALIZZANO LE IMPRESE DI CARPI

Bisogna aggiustare il tiro. E in fretta perché molte aziende non ne possono più, e non per modo di dire, di provvedimenti magari comprensibili nella forme ma iniqui nella sostanza. Non sono un tecnico e mi scuseranno gli addetti ai lavori. Ma mi sembra di capire che dividere di fatto il territorio di Carpi in zone, quelle più colpite dal terremoto della zona di Fossoli ( dato inequivocabile ) dal resto della città stabilendo doveri e opportunità conseguenti, produce iniquità , di fatto e percepita. So perfettamente che non è una decisione del Comune di Carpi. Ma non fa molta differenza per chi sta sul mercato e cerca giorno dopo giorno di resistere alla crisi e di fare impresa nel nostro territorio. Si sa che la situazione è complessa, che il post sisma è super complicato, che è normale che vi siano aggiustamenti di normative sulla base degli effetti che producono, ma ciò che era accettabile in tempi normali, con la crisi e dopo il terremoto lo è molto meno. Io non sono un tecnico ma capisco così….ad esempio se la tua ditta è nella zona di Fossoli è già stata “testata” non devono essere fatti altri adempimenti, se la tua ditta è in altra zona di Carpi, non sei stato “testato” e devi adeguare le tue strutture /edifici, ergo, ancora un po’ di spese e di burocrazia, il tutto nella bufera della crisi. Vorrei rassicurare che non mi sono venuti attacchi di “grillismo” ma confesso che la mia naturale propensione al riconoscimento del buon senso stavolta viene messa a dura prova. E io non sono contrario a priori alla burocrazia, credo che vi sia burocrazia buona e cattiva e che il criterio della “modica quantità” come per altre sostanze, dovrebbe essere applicato anche al mondo delle procedure, che dovrebbero agevolare il mondo reale, non ostacolarlo. Insomma, chi può, rifaccia suonare chiare e forti le campane del buon senso.E’ la cosa giusta e bisognerebbe proprio farla. Decidano come, i tecnici e gli esperti di leggi e regolamenti, ma lo facciano. E’ grazie a chi ha sollevato pubblicamente questi aspetti,

sabato 6 aprile 2013

SI’ AD UN PARCO LAMA CON I PIEDI PER TERRA

Sono favorevole all’idea del Parco Lama, ancor di più alla necessità di aggiornare e formulare proposte concrete, come si è iniziato a fare discutendo di Psc, per la zona Stazione/Due Ponti e zone attigue e ritengo che debbano essere contemplati gli strumenti urbanistici e normativi che rendono praticabile e il più concreto possibile questo obiettivo del Parco Lama e gli altri dell’oltreferrovia. Essere autenticamente favorevoli ad un progetto come quello di cui stiamo parlando per me significa avere sempre ben presente il rapporto costi/benefici che il progetto comporta e che tutto quel che si decide, per quanto compete all’amministrazione comunale, sia portato nel modo più trasparente, costante ed efficace, a costi sostenibili, all’attenzione dell’opinione pubblica. Perché dovrebbe trattarsi di un progetto davvero partecipato inserito pienamente nelle politiche urbanistiche della città dei prossimi anni e che consegneremo alle future generazioni. Certo molto di più di un terreno di battaglie politiche o scorribande propagandistiche, da qualunque parte provengano Proprio per quest’ultimo aspetto di staffetta, tra noi e i carpigiani del futuro e delle nostre responsabilità, dentro e fuori quest’aula, dovremo essere tutti estremamente rigorosi nelle azioni che metteremo in campo, come comunità, non solo i consiglieri comunali o Il Comitato civico “Parco Lama”, ma ognuno per quelli che sono i ruoli e anche il solo fatto di far parte della nostra comunità. E’ giusto sognare e fare il Parco Lama quindi, e agevolare concretamente questa idea, ma con i piedi ben piantati per terra, perché l’elenco dei problemi e delle sfide che ci attendono, in primis la situazione economica e i problemi del post terremoto, è lungo e potrebbero esserci momenti, nei quali si potrà essere costretti a scegliere se fare una cosa o l’altra, come si fa in ogni gruppo, famiglia o comunità. Ma credo che non vi sia dubbio che la prospettiva Parco Lama, con il recente ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Carpi aumenti il proprio grado di fattibilità.

domenica 27 gennaio 2013

LA CARPI DI OGGI NON E' SIENA. IN CONSIGLIO IL CASO "DORANDO PIETRI" SECONDO ME.

Considerazioni generali e particolari senza pretesa di esaustività. La nostra capacità critica sta bene e i CERVELLI ATTIVATI Vorrei rassicurare i colleghi delle minoranze sulla capacità di comprensione di chi sta da questa parte della sala . Le nostre facoltà, poche o tante che siano le stiamo esercitando. Se alle volte ci freniamo a fronte di provocazioni non è che non le capiamo è che non ci teniamo a trasformare questa sala in un Vietnam dialettico come qualcuno forse si augura, anche se non ne capisco il perché e quale utilità possa derivarne per la comunità che rappresentiamo. RINGRAZIAMENTI. Ringrazio il Sindaco e la Giunta per aver ritirato la delibera sulla Dorando Pietri di qualche settimana fa. E’ vero, non avevamo potuto valutare tutti gli elementi che ci avrebbero portato ad una decisione matura e responsabile sul tema. Poi, almeno per quanto mi riguarda, non avrei certo potuto votare una delibera sulla quale non c’era un parere favorevole formale del Collegio Revisori COLLEGIO Il Collegio dei revisori , che abbiamo votato qui, a mio parere, per il ruolo che ricopro in questa assise, è andato ben oltre a quelli che sono le competenze previste dall’ordinamento giuridico e dalle prassi istituzionali e normative che regolano la vita degli enti locali. Vedremo quel che dirà la Corte dei Conti. A mio parere c’è stato uno sconfinamento evidente delle competenze. Al momento dell’insediamento di questo Collegio ero rimasto favorevolmente impressionato, e lo avevo dichiarato qui, dello stile con il quale i componenti si erano presentati, dichiarando piena disponibilità al confronto e a fornire informazioni al Consiglio nel rispetto dei ruoli reciproci. Mi era sembrato un bel passo avanti rispetto a forme tradizionali di governo e controllo degli enti locali. Purtroppo nell’arco di poche settimane mi sono dovuto ricredere e mi chiedo come si farà a ricostruire un minimo di rapporto di fiducia dopo una vicenda come questa. Con gravi conseguenze temo per la funzionalità dell’ente nell’esercizio delle proprie attività in favore dei cittadini. LA DELIBERA In quella delibera un forte contenuto di interesse pubblico c’era e c’è. E spero che si possa approvare quanto prima. Non soltanto sul piano puramente contabile, pur importantissimo ma anche per il valore che il recupero e rilancio di quell’edificio per funzioni di interesse pubblico può rappresentare per la comunità. In una zona molto importante e urbanisticamente pregiata per la quale ospitare servizi di interesse generale è sicuramente meglio che assistere senza far nulla ad una lenta decadenza e perdita di valore di un’area , la cui valorizzazione, non va dimenticato fu resa possibile in passato da un analogo intervento di valorizzazione reso possibile non solo dall’intervento del Comune ma anche da forze dell’associazionismo e del volontariato che, credo vi siano pochi dubb,i sul fatto che abbiano creato valore per tutta la comunità in alcuni decenni, non solo per una parte di essa. LE CINGHIE DI TRASMISSIONE OGGI NON ESISTONO Se sono esistite in passato affinità politiche o culturali all’interno delle quali sono nate forze che hanno creato le condizioni perché un sodalizio cooperativo di quel tipo potesse nascere, oggi bollare il progetto di valorizzazione di quell’immobile come un aiuto tra “rossi”, se è comprensibile, ma non condivisibile, come argomento di propaganda politica in piena campagna elettorale, oggi è assolutamente privo di fondamenti sociologici veri. La mappa sociale di chi esprime giudizi di questo genere è sbagliata e va assolutamente aggiornata se si cerca la verità ed elementi migliori di conoscenza per affrontare problemi e aspetti che sono solo di natura amministrativa, non di natura ideologica, quindi si dovrebbe discutere, prevalentemente, a mio parere e qui, di maggiore o minore efficacia delle decisioni assunte dall’ente locale. Non nego che avrei gradito che nel gennaio dello scorso anno, poiché ero stato co-presentante di una interrogazione sulla situazione economica e generale delle associazioni e società sportive carpigiane, da parte dell’Amministrazione , col senno di poi, visto che purtroppo segnali di difficoltà c’erano , mi fosse arrivata una risposta più articolata, visto che in quel testo di interrogazione si citava esplicitamente il caso della Polisportiva Dorando Pietri e mi si rispose facendo rientrare la situazione dei sodalizi sportivi e dei centri sociali, tra quelle investite dalla crisi generale. Cosa senz’altro vera ma che riporta a maggior ragione l’attenzione su queste attività sociali, gruppi, enti vari o sui centri sociali del nostro territorio, per i quali poiché, spesso, nati con il contributo fondamentale del Comune, è giusto interrogarsi, proprio perché fattori importantissimi di coesione e promozione sociale, quali possano essere in futuro e con quali interazioni tra pubblico e privato, le forme con le quali favorire il loro sviluppo, la loro autonoma capacità di rinnovamento, perché possano svolgere anche in futuro al meglio il ruolo di centri di relazione, per tutte le generazioni di carpigiani e al passo con le grande trasformazioni sociali in corso. Delle quali dobbiamo trovare il modo di parlare a viso aperto, senza compartimento stagni, superando toni e categorie politiche e sociali da anni 50. Altro che rossi, bianchi o neri con toni alla Don Camillo e Peppone. Parlare oggi della trasformazione della Pietri e in futuro delle altre realtà, significa, conti alla mano, cercare di guardare al futuro, senza dimenticare nulla e senza colpi di spugna, ma senza rinchiudersi in recinti del passato. Ci sono risposte nuove da cercare per costruire in futuro. Marco Bagnoli – Consigliere Pd comune di Carpi Carpi, 24 gennaio 2013

RIENTRO SCUOLE A CASTELVECCHIO DI CARPI. PERCHE' NON MI HA SODDISFATTO LA RISPOSTA RICEVUTA

Scusate il ritardo. Pubblico integralmente la mia replica alla risposta ricevuta dal Presidente Schena il 19 dicembre 2012 al Consiglio dell'Unione delle Terre d'Argine e pubblicato nel post precedente. (m.b) Grazie Presidente. Ho ascoltato con attenzione la sua risposta . In generale ne condivido la forma, nel senso che ho il massimo rispetto per le istituzioni scolastiche e la loro autonomia, che quindi ne riconosco il ruolo e il diritto/dovere di prendere le decisioni in materia di sedi nelle quali svolgere l’attività didattica. Ma in questo caso particolare, sui tempi della ripresa delle attività scolastiche a Castelvecchio a Carpi, non sono soddisfatto della sostanza delle decisioni che l’amministrazione sembra voler lasciar prendere alle autonomie scolastiche, quasi rinunciando ad un protagonismo che le amministrazioni comunali e l’Unione hanno sempre avuto, seppur dialogante con le direzioni didattiche, a maggior ragione in un caso come questo nel quale si discute della ripresa della piena funzionalità di una sede scolastica importante dopo un sisma come quello degli scorsi 20 e 29 maggio . Su questa materia, che nei fatti sta suscitando molti pareri contrastanti tra le famiglie, gli studenti, il personale della scuola, credo che il percorso partecipativo e di condivisione delle decisioni che è stato scelto non sia stato appropriato, soprattutto nei confronti di famiglie e studenti, per me al centro dei servizi scolastici, un gradino sopra a docenti e personale scolastico, in una fase come quella del post terremoto e alla vigilia di altre decisioni relative a trasferimenti di sedi di corsi scolastici nell’ambito dei nuovi programmi di edilizia scolastica sul territorio con la futura scuola media di Cibeno, Chiarisco meglio: il mio parere è che nessuno mette in discussione la necessità di tornare a Castelvecchio come sede scolastica. Anche dopo la risposta di questa sera e avendo sentito molti genitori e personale scolastico, i miei dubbi riguardano l’opportunità del fare la scelta del rientro in questo modo . E’ ovvio che Castelvecchio è una scuola vera e i container di Via Peruzzi o Via Berengario sono sedi provvisorie, ma visto che veniamo da un terremoto come quello che abbiamo conosciuto, che nessuno in questi mesi si è permesso di sottovalutare la sofferenza e le dinamiche psicologiche delle persone e dei bambini o ragazzi dopo eventi come questi organizzandoci corsi e convegni e che c’è la disponibilità dei container fino alla fine dell’anno scolastico, io, anche alla luce della risposta di questa sera, è una opportunità che avrei valutato con maggiore attenzione, tenendo conto che è questo, quando sembra che non succeda più nulla, il momento psicologicamente più delicato che invece mi pare si stia sottovalutando rispetto alle pur importanti azioni di uffici tecnici che hanno messo in piena sicurezza, e nessuno lo mette in dubbio, gli edifici scolastici di cui si parla. Concludo, per amor di verità, che: - Ritengo ingiuste le critiche di chi dipinge i genitori che ritengono, io stasera sono tra questi, che sarebbe più opportuno restare nei container sino alla fine dell’scolastico come genitori agitati o prossimi ad una crisi di nervi da inviare agli sportelli di ascolto psicologico della scuola - e quasi offensive le critiche di chi immagina una specie di partito dei genitori dei ragazzi delle classi Terze delle medie “Pio” che puntano egoisticamente a finire l’anno nei container solo perché alla fine del ciclo scolastico dei loro figli - Nessuno è insensibile né al fatto che i bambini delle “Pascoli” consumino i pasti della mense sui loro banchi, come avviene normalmente in molti plessi, né che per molti genitori sia un problema che la scuola sia più lontana rispetto alle zone di residenza come era prima del terremoto….ma appunto c’è stato un terremoto, non una cosa da poco. E c’è da fare una graduatoria delle priorità. Sulla quale è lecito avere pareri diversi nel rispetto dei ruoli. Le istituzioni scolastiche quindi decideranno in autonomia i tempi di rientro o utilizzo delle proprie sedi e che sarà da tutti rispettato, anche da chi non lo ritiene opportuno. Credo però che si sia persa una occasione importante di costruire un percorso di maggior condivisione di scelte come queste, che nei fatti dividono le comunità scolastiche più che unirle e che si tratta di decisioni che non possono essere prese solo in base al numero delle assemblee che si fanno, ma che ci si debba dotare di strumenti o prassi di registrazione delle opinioni o delle sensibilità, più adeguati a intercettare e tener conto meglio del pensiero di tutte le componenti della scuola. Altrimenti slogan come “Comunità educante” che io credo non siano tali o i nostri bellissimi convegni dell’ottobre pedagogico per una scuola dialogante con la comunità, rischiano di infrangersi sulla realtà, se in casi come questi e diversi pareri in campo, la scuola in primis, con i Comuni o l’Unione silente, si limita a dire: “…questa è materia mia e decido io”. Ho concluso, grazie presidente. Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine – 19 dicembre 2012 – Novi di Modena Intervento del consigliere Pd Marco Bagnoli