venerdì 31 maggio 2013

ASSEMBLEA PD. SANTA CROCE, 24/4/13, PRIMA DEL GOVERNO LETTA E DOPO I FAMIGERATI 101

Mi autocito per lasciare qualche traccia di quella bella serata nella quale uscirono molti resoconti sui mass media locali ma come spesso capita, frettolosi, imprecisi, forse più dettati dal voler ritrovare in quel che si scrive ciò che si pensa, più che cercare di ascoltare e capire quello che quella sera le persone, tra le quali hanno il sottoscritto, cercarono di tirare fuori. E’ il mio parere. E c’è di bello che almeno non è obbligatorio pensarla o vederla allo stesso modo. Poi se qualcuno è permaloso o vuole ricordare solo ciò che gli piace e preferisce continuare a girare intorno al proprio ombellico, liberissimo di farlo. Andò così. Dissi che ero favorevole alle larghe intese. Che avrei preferito che non ci fosse questa esigenza di interesse nazionale ma che Bersani, che pure avevo sostenuto alle primarie come candidato premier del centro-sinistra, giocandosi la sua occasione della vita, quelle elezioni le ha perse. Continuo in prima persone e mi sembra di rivivere quei momenti che vennero definiti a dir poco ingenerosamente le parole degli strateghi del Pd del dopo Waterloo. Gran bella cosa l’autostima ma quante cantonate che fa prendere il complesso di superiorità!. Vado. “Mi fa un certo effetto che il nostro presidente incaricato porti lo stesso cognome del principale collaboratore di Berlusconi, ma la casa brucia e non è il caso di andare troppo per il sottile. Di un Governo c’è bisogno….e presto. Senza Governoi poveri ci rimettono di più e prima. I ricchi possono aspettare un altro po’. E’ vero, la botta presa dal nostro elettorato e da chi viene nei circoli, è stata grossa, ma vorrei segnalare anche che in questi giorni, io sono segretario del circolo “Carpi Sud-1° Maggio”, sono state le persone che hanno trovato, proprio ora, nuove motivazioni per venire a rinnovare la tessera e rinnovare quel senso di appartenenza e lealtà che anima tanti che hanno preso la tessera del partito o lo hanno votato. Il caso Prodi è stato gravissimo. Il caso Marini, una candidatura costruita male. Sono contro la caccia alle streghe e alle liste di proscrizione. Ma difendo il principio di responsabilità e chi sbaglia, o si pone, nel segreto dell’urna, fuori da una comunità, deve pagarne le conseguenze. IN questo partito deve esserci sempre meno spazio per chi intende la politica come puro gioco narcisistico e di potere, sganciato dalla comunità nazionale o locale della quale ci si mette al servizio. Vorrei quindi saperlo chi sono stati questi voltagabbana, che vengano alla luce, senza moralismi, ma deve emergere pienamente nel nostro partito il principio che ci deve essere differenza tra chi si comporta bene e chi si comporta male. Non solo a parole ma anche nei fatti, Se anche stavolta si lascerà correre, il Pd rischia grosso. E non cìè solo il rischio di implosione o scissione. In casa nostra c’è anche un forte rischio di fenomeni di gattopardismo, con tanti amici che potrebbero essere tentati dal chiedere piazza pulita o passi indietro agli altri, fingendo che le pagliuzze siano sempre negli occhi altrui ignorando le travi in quelli propri. Non deve riuscire questo giochetto dei riposizionamenti senza bilanci su ciò che si è fatto. Bilanci che devono fare tutti a seconda dei ruoli di responsabilità ricoperti. FUTURO. Io prediligo lo spirito del Pd originario di Veltroni, del quale sono stato un fondatore come moltissimi di voi. Adesso, prima il governo del Presidente e vedere chi ci sta, poi, senza tatticismi, bisognerà andare in tempi ragionevoli, ma presto, ai congressi. Se si vuole salvare il Pd e salvare lo spirito del Pd originario, senza rifondazioni di facciata, bisognerà prendere atto che la sinistra non è una soltanto, che sono tante e che la migliore è quella che produce i migliori risultati, nell’interesse dell’equlibrio del paese Italia. Basta complessi di superiorità del tipo: “O salviamo noi l’Italia altrimenti sarà il diluvio”. Concentriamoci e rispettiamo gli iscritti e le regole del partito, ma apriamoci a tutta la società, senza finti interessamenti dell’ultima oraa o pre-elettorali, aggiornando la nostra offerta politica. Basta, o, non solo, comunicazione interna tra di noi, liberiamo energie e dialogo con la società esterna a noi, per farci capite e votare. Con l’orgoglio e la qualità delle nostre idee, per il cambiamento e dare soluzioni per l’Italia e la nostra comunità locale” Aggiungo in data odierna, 31 maggio 2013, che l’unico modo per smaltire la fatica e le tossine del governo delle larghe intese è produrre fatti concreti, almeno un po’, poi si torni a votare , ma con un pezzo di strada fatto. E naturalmente una nuova legge elettorale. (M.B)

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