giovedì 30 settembre 2010

LO STRANO CASO CARITAS FOLIGNO. PRIMO, AIUTARE I POVERI RESIDENTI

Si potrebbe chiamarle frontiere del nuovo welfare. Possiamo dire che non ci piace che ciò possa accadere ma è successo. Anche organizzazioni benemerite al di sopra di ogni sospetto come una Caritas, come quella di Foligno, per mancanza di risorse, a fronte di una forte impennata delle domanda di aiuto e assistenza, ha dovuto introdurre il criterio di dare priorità ai residenti, rispetto all’abituale e naturale aiuto a chi chiede a prescindere da residenza e nazionalità,, che per fortuna la stragrande maggioranza di questa rete di solidarietà riesce a garantire. La segnalazione e riflessione su fatti come questi non vuole essere un suggerimento o tanto meno una strizzata d’occhio ai venti xenofobi o etnici che spirano in europa a tutte le latitudini. Segnalo solo che la fotografia di quanto accaduto in Umbria, con gli enti locali che dovranno decidere per il 2011 nuovi tagli e razionalizzazioni ai servizi dopo le scuri del Governo centralista sui loro bilanci, anche da noi la mappa delle possibilità di aiuto e contrasto del disagio in un certo territorio potrebbe essere più o meno bruscamente, e non me lo auguro di certo, dover essere fortemente ridisegnata. Chiaro che la riprogettazione dovrà essere il più possibile condivisa per poter essere una efficace risposta ai problema della società che cambia, ma che deve mantenere la sua capacità di tenere insieme tutti quelli che vivono in una comunità. Come Carpi, nel nostro caso.

CONSIGLIO ANCORA DIVISO SU MEMORIA E RICONCILIAZIONE

Prima o poi ce la faremo ad approvare qualche documento all’unanimità o con ampia maggioranza su temi relativi alla memoria, ai fatti pre e post conclusione della Seconda guerra mondiale, facendo rotta verso la costruzione di livelli più alti di cultura della riconciliazione, senza colpi di spugna o revisionismi facili ma almeno provando ad unirsi nel riconoscere le sofferenze umane che in quei periodi furono terribili. E’ lecito che qualcuno abbozzi un bel “E chi se ne …..di robe successe sessant’anni fa..”. Legittimo ma non condivisibile, almeno per me. Senza ingessare i dibattiti e le posizioni, lasciando gli storici, proprio perché sono passati vari decenni, a fare il proprio lavoro, in nome del reciproco riconoscersi nelle istituzioni, senza barricate, ideologismi, retropensieri e sfottò pregiudizionali, spero che in futuro, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, a Carpi si riesca, in Consiglio, come già avviene nella città vera, a trovare le parole giuste da condividere su memoria e ricordo. Forse sono un illuso, ma questo è il mio pensiero. Per ora, anche nelle scorse settimane, a Carpi, su questi temi, gli ordini presentati sono stati due. Con la maggioranza e la minoranza che hanno votato i propri. Ancora una occasione persa di trovare, non tutte, ma almeno qualche parola comune. Nella quale riconoscersi tutti o quasi.

sabato 25 settembre 2010

GRUPPI DI ACQUISTO, SEGNO DEI TEMPI

Nei giorni scorsi in Consiglio comunale si è parlato dei gruppi di acquisto, i Gas, intesi come modalità di acquisto collettivo per acquisire beni o servizi a costi più contenuti rispetto ai valori di mercato. Riassumendo il mio pensiero in merito, a me pare che non vi siano rischi di turbativa di mercato nei confronti dei negozi tradizionali. Mi pare che vi sia complementarietà di questa modalità di acquisto con le altre presenti. Non sottovaluterei l’importanza che questi modi di associarsi tra cittadini possono avere per ampliare le relazioni tra persone e favorire la coesione sociale. Che serve nei piccoli e grandi centri e in quelli medi come Carpi. Bene che il Comune faccia conoscere queste attività e possibilità di fare acquisti. Con sobrietà istituzionale dimostrando di saper informare nell’interesse generale senza “tifare” per l’una o l’altra tipologia di commercio o distribuzione di beni e servizi. All’interno delle regole di mercato.

LA CRISI "MORDE" ANCHE A CARPI

LA CRISI “MORDE” ANCHE A CARPI.
Anche a Carpi sarà un autunno di crisi economica e di difficoltà per le famiglie e le imprese. Nonostante il dato di fatto, generalmente percepito, che a Carpi si continua a vivere bene, con opportunità e servizi mediamente ben più alti rispetto alla maggior parte delle aree del Paese e del nord in genere, la crisi, in gran parte per cause le cui radici vanno ben oltre il nostro comune e le azioni che può mettere in campo l’amministrazione locale, continuerà a picchiare duro. La perdita di posti di lavoro, l’aumento delle ore di Cassa Integrazione in via di esaurimento, l’aumento di morosità nei condomini, il forte incremento della richiesta di prestazioni all’assessorato ai servizi sociali e della domanda di alloggi pubblici, sono segnali evidenti degli effetti della crisi economica anche da noi. Gli indicatori e i numeri forniti nelle scorse settimane dall’Assessore all’economia Simone Morelli, rispondendo ad una interrogazione urgente del gruppo Pd, sono stati eloquenti. ma accanto a tante ombre sono stati riassunti in Consiglio anche gli interventi positivi di rilancio e sostegno del territorio che l’Ente locale, con le altre istituzioni territoriali come la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e la Camera di Commercio hanno messo in campo per contrastare la difficile situazione: in particolare gli interventi sulla formazione, sull’incremento delle garanzie alle imprese nei confronti delle banche con l’adesione ai programmi di rafforzamento e qualificazione delle imprese studiati e concordati con le associazioni di categoria, la Provincia di Modena e la Regione Emilia-Romagna. Quello che ci è sembrato importante è che ci sia stato da parte della Giunta un impegno a tenere aggiornato il Consiglio il più possibile sull’evolversi della crisi economica, della ripresa che dovrebbe cominciare a produrre effetti e sulle azioni che l’Ente locale sta predisponendo con indicazioni delle dinamiche e risultati prodotti. Riteniamo infatti che in momenti come questi, sia compito e dovere dell’Ente locale, nelle sue varie articolazioni, far sentire concretamente, non solo come atto formale dovuto, la vicinanza delle istituzioni alle imprese e alle famiglie in difficoltà. Mi riferisco non solo alle situazioni di crisi aziendali approdate in Consiglio comunale ma anche alle tante micro-imprese o ditte individuali o famigliari che sono ancora e hanno a lungo costituito la spina dorsale del nostro distretto economico. Il rischio che riteniamo vada evitato è che possano essere perse di vista, entrando in una specie di zona “grigia” non raggiungibile dalle istituzioni, le nuove famiglie in difficoltà, le quali provano un certo senso di vergogna nel chiedere l’aiuto del quale hanno bisogno e del quale l’Ente locale deve tener conto nei limiti dei mezzi finanziari disponibili a causa della stretta finanziaria centralista del Governo nazionale.