domenica 28 febbraio 2010

ADDIO AL DIFENSORE CIVICO COMUNALE? SI VEDRA'. MA LA CULTURA DELL'ASCOLTO E CONCILIAZIONE TRA AMMINISTRATI E ISTITUZIONI VA SEMPRE PIU' RAFFORZATA

Giovedì 25 febbraio è stata presentata in Consiglio la relazione del Difensore Civico. Sui dati quantitatrivi e qualitativi dei procedimenti seguiti si è già detto e scritto molto. Aggiungo alcune osservazioni personali che magari potranno servire da appunto per le future dinamiche di queste attività nell'ambito delle istituzioni territoriali.
Credo che il Difensore civico del Comune, al quale il cittadino può rivolgersi qualora ritenga di avere subito un ingiustizia o che ritenga che un provvedimento non sia stato adottato rispettando pienamente o interpretando in modo non adeguato le norme vigenti, sia uno strumento importante. Mi dispiace che si vada, come pare dalle intenzioni del Governo, in nome della riduzione dei costi della politica, che va fatta di testa e non di pancia, verso la sua soppressione. Ciò che in ogni caso non può essere assolutamente soppresso è l'impegno verso la diffusione di una sempre maggior cultura della conciliazione, rispetto al dilagare delle culture del conflitto o dell'abitudine al "lamentificio", spesso giustificato, ma tante volte privo di fondamento, come si è visto spesso negli ultimi anni. Parlo in generale, non riferendomi a quanto possa essere avvenuto o meno per temi territoriali o comunali. Per fortuna Carpi non è una città nella quale manchi la possibilità di criticare o di contestare, di manifestare il proprio pensiero o dissenso anche nei confronti delle istituzioni o delle amministrazioni locali, con il ruolo dei mass media, da quelli cartacei, dell'etere ai nuovi blog, delle associazioni o di semplici gruppi che possono mettersi in contatto con organizzazioni politiche, istituzionali o amministratori, oppure agire in completa autonomia. Esistono tante modalità, percorsi , canali di circolazione delle idee. Tutto si può migliorare ma non si parte certo da zero. Di questo dobbiamo essere tutti soddisfatti. Semmai, tornando al Difensore civico, potrebbe esserci qualche rischio di sovrapposizione tra ruoli, istituti e prassi di manifestazione del dissenso su vari temi di attualità generale o di interesse particolare. Se ben governati, sintetizzando, penso che questi processi possano generare capitale e coesione sociale, non a chiacchiere ma nei fatti, contrastando la frammentazione sociale delle città o la società liquida che in molti, io sono tra quelli, temono.
E' per questo, mi ha fatto piacere che il Sindaco Campedelli evocato questa possibilità nella recente seduta del Consiglio comunale, che un eventuale soppressione del Difensore civico a livello comunale possa essere recuperata e adattata al livello istituzionale delle Terre D'argine, verificando condizioni, compatibilità e costi. Sarebbe veramente un peccato che fosse disperso questo lavoro di relazione, ascolto e risposta ai cittadini, che dal 1992 in poi ha fatto crescere la cultura dell'ascolto nelle istituzioni locali, contribuendo alla costruzione di decisioni migliori.

domenica 14 febbraio 2010

CRISI E NUOVE POVERTA’ ANCHE A CARPI. BENE GLI AIUTI. ORA SOSTEGNO A CHI HA BISOGNO, AIUTANDO A NON DOVERSI VERGOGNARE DI CHIEDERE.

Gli aiuti anti-crisi a Carpi ci sono. Sono contenuti nel bilancio preventivo approvato dal Comune, altri sono stati messi in campo dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Molte iniziative sono in campo, da altri enti pubblici, associazioni o privati, per aiutare chi è in difficoltà. E’ bene ovviamente che questi aiuti ci siano, che siano il più possibile conosciuti e creare le condizioni che chi ha bisogno possa concretamente usufruirne. Poi si vedrà se sarà necessario varare altri interventi . Si capisce che il clima è pesante e che molti cittadini e famiglie sono in difficoltà come da molti decenni non era mai avvenuto da noi. In breve, i carpigiani non sono abituati a chiedere, perlomeno una quota rilevante di loro che mai avrebbero pensato di trovarsi nelle difficoltà di questi mesi, con casse integrazioni, contratti finiti o ridotti, mutui e spese condominiali da pagare e che fino a pochi anni o mesi fa, non costituivano un problema. Stanziare i fondi per gli aiuti è la prima cosa naturalmente. Dico che bisognerà e bisogna fare attenzione alle modalità con le quali ci si rapporterà con le persone che chiederanno aiuto, facendo attenzione, poiché si tratterà di persone non abituate a chiedere in questo modo, che esse non si sentano umiliate o sminuite nella loro dignità. Non ho dubbi che gli operatori socio-sanitari conoscano perfettamente questi aspetti ,ma credo che in un passaggio di grandi trasformazioni sociali come questo, l’attenzione a questi contatti, non è solo una questione di forma ma di sostanza. Dobbiamo certo aiutare i cittadini e le famiglie in difficoltà e umanizzare il più possibile queste situazioni, non trasformandole in forme di paternalismo o di certificazione di stati di “retrocessione sociale”. Con l’orgoglio dei carpigiani, abituati a rimboccarsi le maniche quando c’è un problema o difficoltà, a dir poco disorientati alle prese con questa crisi che fa sparire o riduce e trasforma l’abbondante offerta di lavoro che da sempre è stata una caratteristica del nostro territorio, non c’è da scherzare. Aiutì sì, intesi come restituzione, si spera temporanea, di quanto si è contribuito a costruire per la collettività in attesa della lenta ripresa che speriamo faccia sentire i suoi effetti; elemosine e paternalismi no, sul modello social card e una tantum, che pur se non rifiutati da chi ne usufruisce, mi sembrano meno rispettosi dell’amor proprio e dell’orgoglio della nostra gente. Valori non economici, ma non meno importanti da tutelare nella Carpi di oggi, dove tutti siamo impegnati a cercare di mantenere la miglior qualità della vita possibile.

SANITA' CARPI

Riassumo alcune considerazioni relative al dibattito consiliare delle scorse settimane dopo l’annuncio del trasferimento richiesto da un noto medico del reparto di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale “Ramazzini”, al quale sono seguite varie prese di posizione. Credo che i Consigli comunali, in materia di politiche sanitarie debbano poter dare pienamente un indirizzo, pur se le gestioni operative sono in carico all’Ausl. Quindi in futuro, quando gli enti locali saranno chiamati a prendere parte ai Comitati di indirizzo, come ha già anticipato il Sindaco Campedelli, sarà opportuno che in quella sede si sente chiara e forte la voce di Carpi, del suo territorio e della comunità e che vengano esplicitate le nostre preoccupazioni circa il rischio di impoverimento dei servizi sanitari nell’area carpigiana. Se la cosa darà fastidio ai manager ospedalieri modenesi pazienza. I servizi sanitari non sono solo cosa degli addetti ai lavori. Mi sembrerebbe una cosa normale l'esercizio di questo diritto di critica, ma le reazioni piccate delle scorse settimane sembrerebbe invece dimostrare che questo postulato della distinzione dei ruoli di indirizzo degli enti locali e tecnici dell’organizzazione sanitaria, in realtà a volte non è ben chiaro. Quindi consiglierei a tutti di ripassare la materia. Me compreso naturalmente, su ciò che è diritto e dovere fare quando si discute di questi aspetti e quando legittimamente si avanzano preoccupazioni. Non per rompere le scatole al prossimo, con assoluto spirito costruttivo e collaborativo, ma per rappresentare, nel miglior modo possibile i cittadini che ci hanno mandato in consiglio comunale