domenica 27 gennaio 2013

RIENTRO SCUOLE A CASTELVECCHIO DI CARPI. PERCHE' NON MI HA SODDISFATTO LA RISPOSTA RICEVUTA

Scusate il ritardo. Pubblico integralmente la mia replica alla risposta ricevuta dal Presidente Schena il 19 dicembre 2012 al Consiglio dell'Unione delle Terre d'Argine e pubblicato nel post precedente. (m.b) Grazie Presidente. Ho ascoltato con attenzione la sua risposta . In generale ne condivido la forma, nel senso che ho il massimo rispetto per le istituzioni scolastiche e la loro autonomia, che quindi ne riconosco il ruolo e il diritto/dovere di prendere le decisioni in materia di sedi nelle quali svolgere l’attività didattica. Ma in questo caso particolare, sui tempi della ripresa delle attività scolastiche a Castelvecchio a Carpi, non sono soddisfatto della sostanza delle decisioni che l’amministrazione sembra voler lasciar prendere alle autonomie scolastiche, quasi rinunciando ad un protagonismo che le amministrazioni comunali e l’Unione hanno sempre avuto, seppur dialogante con le direzioni didattiche, a maggior ragione in un caso come questo nel quale si discute della ripresa della piena funzionalità di una sede scolastica importante dopo un sisma come quello degli scorsi 20 e 29 maggio . Su questa materia, che nei fatti sta suscitando molti pareri contrastanti tra le famiglie, gli studenti, il personale della scuola, credo che il percorso partecipativo e di condivisione delle decisioni che è stato scelto non sia stato appropriato, soprattutto nei confronti di famiglie e studenti, per me al centro dei servizi scolastici, un gradino sopra a docenti e personale scolastico, in una fase come quella del post terremoto e alla vigilia di altre decisioni relative a trasferimenti di sedi di corsi scolastici nell’ambito dei nuovi programmi di edilizia scolastica sul territorio con la futura scuola media di Cibeno, Chiarisco meglio: il mio parere è che nessuno mette in discussione la necessità di tornare a Castelvecchio come sede scolastica. Anche dopo la risposta di questa sera e avendo sentito molti genitori e personale scolastico, i miei dubbi riguardano l’opportunità del fare la scelta del rientro in questo modo . E’ ovvio che Castelvecchio è una scuola vera e i container di Via Peruzzi o Via Berengario sono sedi provvisorie, ma visto che veniamo da un terremoto come quello che abbiamo conosciuto, che nessuno in questi mesi si è permesso di sottovalutare la sofferenza e le dinamiche psicologiche delle persone e dei bambini o ragazzi dopo eventi come questi organizzandoci corsi e convegni e che c’è la disponibilità dei container fino alla fine dell’anno scolastico, io, anche alla luce della risposta di questa sera, è una opportunità che avrei valutato con maggiore attenzione, tenendo conto che è questo, quando sembra che non succeda più nulla, il momento psicologicamente più delicato che invece mi pare si stia sottovalutando rispetto alle pur importanti azioni di uffici tecnici che hanno messo in piena sicurezza, e nessuno lo mette in dubbio, gli edifici scolastici di cui si parla. Concludo, per amor di verità, che: - Ritengo ingiuste le critiche di chi dipinge i genitori che ritengono, io stasera sono tra questi, che sarebbe più opportuno restare nei container sino alla fine dell’scolastico come genitori agitati o prossimi ad una crisi di nervi da inviare agli sportelli di ascolto psicologico della scuola - e quasi offensive le critiche di chi immagina una specie di partito dei genitori dei ragazzi delle classi Terze delle medie “Pio” che puntano egoisticamente a finire l’anno nei container solo perché alla fine del ciclo scolastico dei loro figli - Nessuno è insensibile né al fatto che i bambini delle “Pascoli” consumino i pasti della mense sui loro banchi, come avviene normalmente in molti plessi, né che per molti genitori sia un problema che la scuola sia più lontana rispetto alle zone di residenza come era prima del terremoto….ma appunto c’è stato un terremoto, non una cosa da poco. E c’è da fare una graduatoria delle priorità. Sulla quale è lecito avere pareri diversi nel rispetto dei ruoli. Le istituzioni scolastiche quindi decideranno in autonomia i tempi di rientro o utilizzo delle proprie sedi e che sarà da tutti rispettato, anche da chi non lo ritiene opportuno. Credo però che si sia persa una occasione importante di costruire un percorso di maggior condivisione di scelte come queste, che nei fatti dividono le comunità scolastiche più che unirle e che si tratta di decisioni che non possono essere prese solo in base al numero delle assemblee che si fanno, ma che ci si debba dotare di strumenti o prassi di registrazione delle opinioni o delle sensibilità, più adeguati a intercettare e tener conto meglio del pensiero di tutte le componenti della scuola. Altrimenti slogan come “Comunità educante” che io credo non siano tali o i nostri bellissimi convegni dell’ottobre pedagogico per una scuola dialogante con la comunità, rischiano di infrangersi sulla realtà, se in casi come questi e diversi pareri in campo, la scuola in primis, con i Comuni o l’Unione silente, si limita a dire: “…questa è materia mia e decido io”. Ho concluso, grazie presidente. Consiglio dell’Unione delle Terre d’Argine – 19 dicembre 2012 – Novi di Modena Intervento del consigliere Pd Marco Bagnoli

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