domenica 23 settembre 2012
CARPI C’E’, UN “GIACIMENTO CULTURALE” POSSIBILE
Sgombriamo il campo da possibili equivoci. Complimentissimi all’assessore Simone Morelli, a Semellini a Concarpi, a tutte le associazioni di categoria e ai singoli operatori commerciali o artigianali che hanno dato vita alla bella festa di sabato 8 settembre quando nel centro della città si è riversato un “fiume” di persone, segno della voglia di ripartire, di stare insieme, di tornare a fare comunità, dopo il terremoto di maggio. Non so se i promotori siano stati contenti, ma mi pare di sì, oltre che per la gente che c’era, in termini di costi e ricavi della manifestazione. Ma le potenzialità intraviste sono state notevoli. Non tutte le città che fanno la notte “rosa” o simili hanno le stesse potenzialità. Ho visto in azione molto spirito di iniziativa, molta fantasia, belle intuizioni di utilizzo di spazi pubblici ad uso associativo o di nuova socialità con tavolate, luoghi d’incontro o cose simili. Bello! E credo che chi passava abbia apprezzato davvero il clima che si respirava. Anche a Carpi altre volte la gente non era così tanta e non sempre i negozi aprivano di tutti di sera o di pomeriggio. Già visto a Mantova o in altre realtà. Sassuolo ad esempio, con la sua “notte” del venerdì precedente a Carpi, facendo scelte diverse, non è riuscita a fare il pieno come nella città dei Pio. Che per me ha dimostrato, non solo per i suoi ormai prossimi stabilmente 70.000 abitanti, di poter essere un polo di attrazione diverso. Magari selezionando meglio il tipo di attrazione, puntando più su qualità che quantità, magari riducendo un po’ i decibel sparati in certe zone del centro nelle quali i muri più o meno storici avrebbero preferito volumi più contenuti. Ma è andata bene. Bene. E Carpi che già ha altre manifestazioni di pregio, può candidarsi a fare un salto di qualità come città di attrazione per il tempo libero. Non un divertimentificio o una movida o “festa della birra” non stop credo, ma un centro di medie di dimensioni dove chi viene sa che può trovare intrattenimento, qualità e servizi. Insomma, forse abbiamo intravisto quella città turistica sulla quali il Comune ha cominciato a scommettere alcuni anni fa tra lo scetticismo di tanti. E che si riuscirà a realizzare compiutamente se oltre a tanti singoli punti di attrazioni sarà possibile costruire politiche specifiche che ora possono contare su una Giunta compatta su questi temi, su un assessore appassionato e su un buon livello di unità di intenti dei principali attori della società civile carpigiana, dalle associazioni di categoria, il volontariato, gli ambulanti e tutti quelli che contribuiscono a queste iniziative. Anche la recente approvazione del regolamento sui dehors è un segno di questo impegno comune. Insomma, “Carpi C’è”. Ora aprire la città e tenersi ben stretto questo spirito di comunità che si è manifestato. E’ vero, non siamo Capri o Parigi e le risorse sono tutt’altro che ingenti. Ma progettare bene, monitorare i risultati e tenere sotto controllo costi e ricavi, senza sindromi da “primadonna” e alimentando il gioco di squadra, non potrà che far bene al nostro potenziale “giacimento culturale”. Seriamente ferito ma non abbattuto, che anzi si è manifestato con maggior chiarezza, dopo le scosse di maggio.
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