martedì 31 gennaio 2012

DIFENSORE CIVICO E VIGILI, TRA AUTORITA’ E AUTOREVOLEZZA

Non è passata inosservata l’annotazione nella recente relazione del Difensore Civico dell’Unione Terre d’Argine, l’avvocato Davide Bonfiglioli, con la quale viene segnalato l’esistenza, nella percezione degli utenti che si sono rivolti al servizio, di preponderanza del senso di autorità, rispetto a quello di autorevolezza generato da comportamenti dei vigili urbani del Comando delle Terre d’Argine. Il Difensore civico ne ha correttamente già informato il Comandante del corpo che ha assicurato la sua collaborazione per i casi che hanno generato questa percezione e per monitorare la situazione in genere da questo punto di vista. Premesso che non si può generalizzare e che forse è normale che chi va dal Difensore civico sia un po’ arrabbiato e che veda chi rappresenta l’autorità come qualcuno che limita i suoi diritti, veri o presunti, più che qualcuno che contribuisce a difenderli, sarebbe sbagliato sottovalutare questi aspetti. Non è un caso, per quanto di mia conoscenza, che i programmi di formazione per corpi di polizia municipale più qualificati, negli ultimi anni si siano incentrati molto sugli aspetti percettivi del cittadino nei confronti dell’agente, dal modo con il quale l’agente si rivolge alla persona, dal tono di voce, dalla postura nell’interazione in occasione di controllo dei documenti o di una richiesta di informazioni, oltreché nel momento in cui viene comminata una sanzione. Il fatto che dal Comando anziché difese d’ufficio siano partite subito dichiarazioni di disponibilità a collaborare è un dato molto positivo e che fa ben sperare per le azioni future di prevenzione e contrasto delle occasioni nelle quali si crea grande distanza tra vigili urbani e cittadini, mentre c’è sempre più bisogno che le persone e i vigili sentano, più che le ragioni del loro ruolo il fatto che entrambi, con compiti diversi, concorrono alla qualità della vita di un territorio.

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