venerdì 28 settembre 2012
PICCOLO SCIOCCHEZZAIO “BIPARTISAN” VERSO LE PRIMARIE.
Amici di tutte le mozioni, occhio a non spararle troppo grosse perché i cittadini ci vedono e ascoltano, ovviamente giudicandoci e non si deve dimenticare che le elezioni da vincere ci sono in primavera, non a fine novembre. A parole lo sanno tutti ma poi sono i fatti che contano. In un clima così “dialettico”, giusto per salvarmi da accuse di partigianeria, rispondendo sul “qui e ora”, se le primarie le fai per scegliere un candidato premier, dico che Bersani, qui e ora, mi sembra il più adatto; che Renzi, per la sua capacità di allargare il recinto tradizionale del Pd, se nel Pd continua a restare, è una potenziale bella risorsa. Pensa un po’ che se resta nel Pd gli farei fare pure il segretario! Poi gente, su quel che deve fare l’Italia, il sentiero è tracciato e le cose da fare, pur con adeguati correttivi per non tartassare i soliti, se si vuole avere una speranza di futuro vero a medio e lungo termine, stanno scritte sull’agenda Monti. E chi non sa dove la vendono ( bella la battuta!) , se ancora non ce l’ha trovi il modo di reperirla. Al di là del politichese che ormai mi ha contaminato penso che noi italiani non dovremmo far altro che fare come i tedeschi, dove mi pare che per la classe media e gli operai, dico così per farmi capire, le cose non vanno poi così male tra stipendi, potere d’acquisto e livello di diritti civili rafforzati da senso del dovere e del rispetto di una etica pubblica sostenibile e non bacchettona o doppiopesista come dalle nostre parti. Dimenticavo, le pillole dello sciocchezzaio! Capolavoro di Reggi, responsabile della campagna elettorale di Renzi. Ha detto che se si fa un albo dei votanti con evidenza pubblica, la gente normale per bene non si va ad iscrivere, mentre quelli che sono dei poco di buono e che non hanno problemi di onorabilità, o giù di lì, non gliene importa nulla che il loro nome finisca in una lista pubblicata da qualche parte. Ho riassunto. Con questi capolavori retorici il buon Reggi in un colpo solo ha dato dei delinquenti a tutti quelli che nei partiti, a cominciare dal suo ( e mio!) ci hanno messo la faccia per dare un contributo personale disinteressato di idee o alla vita della propria comunità. Inaccettabile e offensiva. Rispedita al mittente. Fortissima anche la Bindi che nei giorni scorsi ha detto che lei comunque resta al suo posto. Dopo, il “comunque” si vedrà. Conquista a pieno titolo un posto nel mio sciocchezzaio personale anche l’ultima battuta di D’Alema che come tutte le cose che dice ha lasciato il segno. Stavolta era del tipo: “Se vince Renzi finisce il Centro-Sinistra”. Della serie “dopo di me/noi il diluvio. Ma dai Massimo, puoi fare molto meglio! Se vuoi aiutare davvero Bersani. Specialmente dopo che il Prof. Monti ha ricordato che lui, se servirà, è a disposizione.
IN CRISI ANCHE LA GOLDONI. SCIOPERI E SIT IN. MA CON POCHI ORDINI NON C’E’ PROTESTA CHE TENGA . E TEMO EFFETTI DOMINO
Le difficoltà delle piccolissime e medie imprese magari finiscono nella zona grigia e quasi potrebbero sfuggire. Ma quando il problema riguarda una grande azienda come la Goldoni vuol dire che a Carpi, oltre ai problemi del terremoto, le dinamiche delle crisi che già c’erano prima continuano ad alimentarsi. Non c’è molto che un consiglio comunale possa fare per una impresa in difficoltà sul proprio mercato. La situazione della Goldoni, nel caso qualcuno ne avesse avuto bisogno richiama tutti quanti alla concretezza, al buon senso e a concentrarci, per quanto si possa fare, sulle cose che ci possono unire come comunità, smettendo di sottolineare solo quelle che ci dividono. Non voglio eliminare il dissenso o la possibilità di avere idee diverse. Questa storia d’impresa però ci ricorda che abbiamo problemi molto seri per le aziende e le famiglie e che ciò che ci ha tenuto uniti per affrontare la situazione del terremoto ci servirà anche per reggere agli urti di una crisi economica senza ripresa dietro l’angolo, alla quale bisognerà comunque resistere per limitare i danni il più possibile. E ripartire appena la luce in fondo al tunnel si manifesterà. Voglio crederci.
CERCASI CLASSE DIRIGENTE RESPONSABILE E CON SPIRITO DI SERVIZIO ( NON SOLO PER SE')
Non sono per la beatificazione a priori dei "Professori", da quelli che stanno nelle Università a quelli che temporamente stanno nel Governo per rendere un servizio al Paese. Se va bene sono un pò come certi medici quando il paziente è tanto malato. Le medicine a seconda delle patologia sono amare, ma se è quel che serve o si deve fare per un pò per evitare di passare a miglior vita, se la diagnosi è ben fatta, meglio puntare a guarire. Con i tempi che la malattia consente, è ovvio.
Questo saggio di Giuseppe Bedeschi, docente di di Storia della Filosofia alla Sapienza di Roma, pubblicato ieri 27 settembre 2012 sul Corriere della Sera, non è solo un articolo con il quale mi trovo perfettamente in sintonia, ma è uno dei rari casi in cui, per chi vuole, c'è la possibilità di veder ridotti alla struttura più semplice possibile, con un linguaggio credo conprensile a molti, una fotografia italiana delle strutture del potere del 2012, con le ovvie differenze di contesto, ma anche tratti comuni ad organizzazioni che non si potrebbero immaginare più lontane, dalla grande impresa al no profit, sino alla associazione sportiva o associativa, a vent'anni dall'avvento della Seconda Repubblica. Nella quale anche io speravo molto. La classe dirigente italiana allora chiamata a cambiare il Paese, sintetizzo, ha prodotto molti gattopardismi, giri di poltrone personali e prosecuzione imperterrita del sacco nazionale con prosecuzione dell'alimentazione del debito pubblico. Una nuova classe dirigente nazionale che non pensì solo a sè stessa e che la smetta di raccontarsi che quel che è buono per sè stessa è buono anche per la Patria, sarebbe proprio quel che ci vuole. Ma una nuova classe dirigente non si trova già fatta. La si forma nell'arco almeno di una generazione, spesso con il concorso di tanti o tante con date di nascita diverse, ma tutti accomunati da un sentimento di amore vero, non di facciata, per il proprio Paese. Ora, pur tra le disillusioni, continuo a sperare. Almeno in un'Italia nuova, moderna, europea, quella che ogni tanto riesce ad affiorare e a dar prova che c'è, affinchè riesca, visto che è più diffusa di quel che sembra, a mettere a segno qualche punto rispetto all'altra. Che ormai è senza più ritegno, senza fiducia nelle persone e che continua solo a rubacchiare e a vivere alla giornata,perchè tanto se non lo faccio io, ( a rubacchiare e galleggiare) lo farà qualcun altro. Voi che sotto sotto la pensate così, mi state proprio anticipatici. Siete miei fratelli e sorelle ma io cercherò sempre di stare dall'altra parte per farvi perdere terreno. (m.b)
LE ÉLITE SENZA RICAMBIO
Una classe dirigente esausta
Paese destinato a un sicuro declino
di Giuseppe Bedeschi
Diceva Vilfredo Pareto che in ogni società c'è uno strato inferiore (molto ampio), che egli chiamava la «classe non eletta» (ovvero la classe dei governati), e c'è uno strato superiore, che egli chiamava la «classe eletta», da lui suddivisa poi in due parti: a) la «classe eletta di governo», e, b) la «classe eletta non di governo». Quest'ultima noi oggi la chiamiamo per lo più «classe dirigente», in senso lato: essa comprende infatti tutti coloro che (per ritornare al linguaggio di Pareto) «hanno gli indici più elevati nel loro ramo di attività», cioè tutti quelli che hanno meritato buoni voti nell'esame della vita, oppure, più semplicemente, hanno estratto numeri fortunati alla lotteria dell'esistenza sociale.
Quali rapporti intercorrono fra queste classi? La «classe eletta di governo», rispondeva Pareto, è forte e vitale nella misura in cui essa assorbe gli elementi migliori della «classe eletta non di governo» (cioè della classe dirigente). Ma questo certo non basta: è necessario anche che la «classe di governo» assorba continuamente gli elementi di qualità superiore che crescono negli strati inferiori (cioè nella «classe non eletta»). Se questo assorbimento (o «circolazione delle élite », come la chiamava il grande sociologo) non avviene, allora la «classe di governo» non è in grado di reagire al proprio invecchiamento, alla propria decadenza, al proprio logoramento. Spiegava Pareto: «Vi è un processo simile a quello che si osserva nell'animale vivente, che non sussiste se non eliminando certi elementi e sostituendoli con altri, che assimila. Se questa circolazione è soppressa, l'animale muore, è distrutto. Accade lo stesso per l' élite sociale, e se la distruzione può essere più lenta, essa non è meno sicura».
Credo che questi concetti svolti da Pareto siano assai utili per capire la situazione attuale del nostro Paese. Da molto tempo, infatti, assistiamo a un vero e proprio blocco nel ricambio della classe di governo, la quale è, da svariati lustri, sempre la medesima. Di qui le lamentele sempre più diffuse: i leader politici non cambiano da decenni, le facce sono sempre le stesse, non emergono nuove personalità, non c'è nessun ricambio nella classe politica. E ciò sia a destra (dove Berlusconi sta decidendo se presentarsi come leader alle elezioni per la sesta volta), sia a sinistra (dove si fanno sempre più intense le richieste di «ricambio», ovvero, con parola sgarbata ma efficace, di «rottamazione»). Per usare il linguaggio di Pareto, le nostre élite politiche governanti, sempre più vecchie ed esauste, non assorbono più elementi validi emergenti dalla classe dei governati. Inoltre, ai livelli intermedi (Regioni, Province, Comuni), esse si circondano di vecchi professionisti della politica (per non dire, in molti casi, di maneggioni), che danno di sé lo spettacolo che danno.
Come si è arrivati a questa situazione? Si tratta certo di un fenomeno complesso, e quindi caratterizzato da diversi aspetti. È probabile che fra le sue cause ci siano anche il crollo delle ideologie (le quali erano sì «sistemi chiusi», e quindi per tanti versi nocivi, e tuttavia erano altamente mobilitanti per i giovani, ai quali davano una forte carica ideale), e il processo di secolarizzazione della nostra società (nei primi decenni della cosiddetta Prima repubblica le grandi organizzazioni cattoliche - l'Azione Cattolica, le Acli ecc. - furono vivai di vitale importanza per la Democrazia Cristiana, ai fini del reclutamento di nuovi dirigenti). Ma io credo che nell'attuale decadenza dei partiti abbia avuto un ruolo fondamentale la prova estremamente deludente che essi hanno dato nella cosiddetta Seconda Repubblica (dove pure, a differenza di quanto avveniva nella Prima Repubblica, si è avuta una alternanza fra due schieramenti): non fu uno spettacolo entusiasmante la litigiosità e l'inconcludenza dei governi di centrosinistra, e fu uno spettacolo deprimente il venir meno del centrodestra a tutte le altisonanti promesse di riforme liberali. Entrambi gli schieramenti, di destra e di sinistra, hanno gravemente deluso le attese, in quanto, una volta al governo si sono dimostrati del tutto incapaci di incidere sui meccanismi economico-sociali paralizzanti, sui privilegi corporativi, sui gravi difetti della macchina dello Stato e della pubblica amministrazione che bloccano la crescita del nostro Paese. Finché si è arrivati sull'orlo del baratro, e i partiti stessi hanno fatto, significativamente, un passo indietro (confessando così il proprio fallimento e la propria impotenza), e hanno insediato un governo di tecnici. Quale entusiasmo, quale passione può suscitare una situazione di questo genere nelle giovani generazioni e nelle classi governate? Come può spingerle a entrare nei partiti, a rinsanguarli, a dedicarsi alla politica, divenuta ormai arena di arrivisti, non di rado senza scrupoli?
domenica 23 settembre 2012
CARPI C’E’, UN “GIACIMENTO CULTURALE” POSSIBILE
Sgombriamo il campo da possibili equivoci. Complimentissimi all’assessore Simone Morelli, a Semellini a Concarpi, a tutte le associazioni di categoria e ai singoli operatori commerciali o artigianali che hanno dato vita alla bella festa di sabato 8 settembre quando nel centro della città si è riversato un “fiume” di persone, segno della voglia di ripartire, di stare insieme, di tornare a fare comunità, dopo il terremoto di maggio. Non so se i promotori siano stati contenti, ma mi pare di sì, oltre che per la gente che c’era, in termini di costi e ricavi della manifestazione. Ma le potenzialità intraviste sono state notevoli. Non tutte le città che fanno la notte “rosa” o simili hanno le stesse potenzialità. Ho visto in azione molto spirito di iniziativa, molta fantasia, belle intuizioni di utilizzo di spazi pubblici ad uso associativo o di nuova socialità con tavolate, luoghi d’incontro o cose simili. Bello! E credo che chi passava abbia apprezzato davvero il clima che si respirava. Anche a Carpi altre volte la gente non era così tanta e non sempre i negozi aprivano di tutti di sera o di pomeriggio. Già visto a Mantova o in altre realtà. Sassuolo ad esempio, con la sua “notte” del venerdì precedente a Carpi, facendo scelte diverse, non è riuscita a fare il pieno come nella città dei Pio. Che per me ha dimostrato, non solo per i suoi ormai prossimi stabilmente 70.000 abitanti, di poter essere un polo di attrazione diverso. Magari selezionando meglio il tipo di attrazione, puntando più su qualità che quantità, magari riducendo un po’ i decibel sparati in certe zone del centro nelle quali i muri più o meno storici avrebbero preferito volumi più contenuti. Ma è andata bene. Bene. E Carpi che già ha altre manifestazioni di pregio, può candidarsi a fare un salto di qualità come città di attrazione per il tempo libero. Non un divertimentificio o una movida o “festa della birra” non stop credo, ma un centro di medie di dimensioni dove chi viene sa che può trovare intrattenimento, qualità e servizi. Insomma, forse abbiamo intravisto quella città turistica sulla quali il Comune ha cominciato a scommettere alcuni anni fa tra lo scetticismo di tanti. E che si riuscirà a realizzare compiutamente se oltre a tanti singoli punti di attrazioni sarà possibile costruire politiche specifiche che ora possono contare su una Giunta compatta su questi temi, su un assessore appassionato e su un buon livello di unità di intenti dei principali attori della società civile carpigiana, dalle associazioni di categoria, il volontariato, gli ambulanti e tutti quelli che contribuiscono a queste iniziative. Anche la recente approvazione del regolamento sui dehors è un segno di questo impegno comune. Insomma, “Carpi C’è”. Ora aprire la città e tenersi ben stretto questo spirito di comunità che si è manifestato. E’ vero, non siamo Capri o Parigi e le risorse sono tutt’altro che ingenti. Ma progettare bene, monitorare i risultati e tenere sotto controllo costi e ricavi, senza sindromi da “primadonna” e alimentando il gioco di squadra, non potrà che far bene al nostro potenziale “giacimento culturale”. Seriamente ferito ma non abbattuto, che anzi si è manifestato con maggior chiarezza, dopo le scosse di maggio.
sabato 22 settembre 2012
POTENZIARE IL BANDO PER TROVARE CASE SFITTE. NO ALLE CASE CONTAINER E AL SEQUESTRO DEGLI ALLOGGI.
Sono questi gli orientamenti del Consiglio comunale di Carpi riunito giovedì 20 settembre che ha approvato le scelte adottate finora dall’amministrazione comunale per far fronte all’emergenza terremoto che, a 4 mesi dal sisma, non può che rimanere tale. In particolare, con l’eccezione più “possibilista” del gruppo consiliare “5Stelle-Rifondazione comunista” si è ritenuto che ipotizzare concretamente la possibilità di requisire alloggi da parte delle autorità locale avrebbe rappresentato una modalità invisa alla stragrande maggioranza dei cittadini. Che certo vuole aiutare chi, con l’autunno che incombe, è rimasto senza casa ma che non può accettare che venga messo in discussione, se non per casi ancor più gravi della situazione post sisma, l’inviolabilità della proprietà privata. Gli alloggi saranno cercati con maggior vigore dal Comune facendo ulteriori sforzi per fare incontrare la potenziale offerta e domanda di case dove abitare. In sintesi, su questo tema ho fatto alcune proposte e osservazioni per trovare i 20/30 alloggi mancanti, una cinquantina sono già stati segnalati, che servirebbero per dare un tetto a tutti: migliorare e in fretta, l’informazione pubblica per far sapere ai proprietari le condizioni e le garanzie per l’alloggio che potrebbe essere affittato; rassicurare e informare per contrastare i fenomeni di malcostume civico ( cambi di residenza fittizzi, boom di falsi comodati…) per dimostrare che non si hanno case da affittare a nessuno, magari per timore che vadano a cittadini immigrati; verificare la possibilità che per una maggior comprensione reciproca e promozione per la convivenza civile, possa esserci un contributo della nuova consulta stranieri dell’Unione Terre d’Argine, che in una situazione come questa potrebbe davvero aiutare, certo non da sola, legittimandosi pienamente in misura ancora maggiore, nell’attività di promozione della coesione sociale e per la soluzione di questi problemi. Tra le altre cose che ho aggiunto nel mio intervento , ho ritenuto di sottolineare l’importanza di promuovere e difendere continuamente la fiducia tra cittadini e istituzioni, pur tra le difficoltà che ogni giorno si presentano, per informare bene, superare i problemi burocratici ( come per i pagamenti in ritardo ma in arrivo dei contributi per l’abitazione inagibile …) e gli intoppi interpretativi della norme, restando in breve sempre, senza se e senza ma, dalla parte dei cittadini e delle imprese del nostro territorio. Sarà lunga. Prepariamoci alla maratona, questa non è una gara di velocità. E ha ragione chi prevede che bisognerà cercare il più possibile di tenere anche i nervi a posto. Perché la sofferenza psicologica, in una situazione che già non era facile per la crisi, dopo la paura delle scosse, continua ad essere dentro di noi e dovremo cercare di contrastarla, attenuarla e poi vincerla. Restiamo con le maniche rimboccate allora, Facciamo pure l’elenco delle cose che non vanno ma Carpi che vuole superare anche la prova del terremoto del maggio 2012, deve continuare a parlare , il più possibile con una sola voce che deve prevalere sulle altre. Quella degli interessi della comunità. Che credo che la stragrande maggioranza di noi sarà in grado di riconoscere.
mercoledì 19 settembre 2012
I TERREMOTI "BUONI" DI ANGELINO
Che coraggio, Angelino!! Capisco le esigenze della convegnistica o delle feste di partito, ma nei giorni scorsi la sortita mirandolese di Angelino Alfano, Segretario del Pdl con quel giudizio sprezzante e categorico su quanto sta facendo l’Emilia-Romagna rispetto alla qualità di quello che fece all’Aquila dopo il sisma del 2009 il Governo Berlusconi, è proprio grossa!! Non perché si possa avere una opinione diversa, sui contesti diversi nei quali sono maturate le risposte politiche a queste tragedie naturali. Ma perché giudizi così grossolani giusto per “buttarla in politica” è proprio ciò che alimenta il discredito per la politica che cresce in tanti cittadini. Intendiamoci, io non credo allo schema politici di professione/volontari della politica cattivi e cittadini sempre buoni. Però penso che frasi gettate così, da un personaggio di rilevanza e soprattutto responsabilità nazionale, anche se pubblicamente nessuno forse lo dirà ma credo sia una offesa anche per chi si sente, prima che di centro destra, un cittadino del nostro territorio. Poi è chiaro che Errani e i sindaci della zona del cratere, la bacchetta magica non ce l’hanno e che i problemi ci sono, che sarebbe ora che cominciassero ad arrivare i soldi promessi, pur tra tante risposte positive che sono arrivate dal governo regionale oltre all’impegno di famiglie, imprese, istituzioni, singoli, tanti insomma, per costruire piccoli pezzi di un ritorno alla “normalità” che forse non ci sarà mai più, nel senso che il sisma ci ha cambiati per sempre. Ma sono certo che ci risolleveremo. Questo non vuol dire che non si debbano dare giudizi. E valutare quello che sanno e sapranno fare le nostre comunità e la capacità dei nostri amministratori che devono e dovranno guidarci, agire, ascoltare, correggere gli errori , sbagliare il meno possibile e ripartire. Ma non giudizi così, Angelino, ci tratti proprio da “campagnoli”. Non degni di te che sei una persona alla quale l’intelligenza, anche se la pensiamo diversamente non fa difetto. Contrariamente a quello che ci diceva il tuo capo un po’ di tempo fa che noi di centro-sinistra siamo tutti “coglioni”. Siamo terremotati, ma non abbiamo mica l’anello al naso! Siamo quelli dell’1,8% del Pil nazionale. Assomigliavamo un po’ ai lander tedeschi e vogliamo tornare così. Sappiamo anche noi stare al mondo. Quando torni, prima di parlare, ricordatene. Sennò ci offendi. Tutti. Anche i tuoi.
domenica 16 settembre 2012
WELFARE LAB. MICRONIDI A MODENA. MI PIACE.
Visto che l’ottimo modello emiliano di servizi scolastici ed educativi non potrà durare in eterno per i noti motivi di sostenibilita’ economica e organizzativa e che bisognerà individuare e presto, nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato, lasciando al pubblico i compiti di programmazione e indirizzo e dare la possibilità al privato capace e affidabile, la possibilità di gestire, i segnali di “vita” che giungono dalla società in questo senso sono da considerare positivamente. Senza per questo dover essere tacciati di “gufismo” nei confronti dei tradizionali e ottimi nidi e scuole d’infanzia comunali. Già forme di gestione “mista” sono presenti nelle nostre città. Devono essere ovviamente valutati con attenzione nei punti di forza e di debolezza che presentano rispetto agli standard abituali. Ampliare l’offerta di servizi, tenere sotto i controllo i costi, migliorare la possibilità che le persone, soprattutto le donne, possano cogliere opportunità professionali senza essere messe di fronte all’alternativa “O mi occupo dei figli o lavoro”. Tutto questo e altro consigliano di provare ancora di più, discutendone adeguatamente, nuovi modelli organizzativi, che non costituiscano tagli lineari di quello che abbiano conosciuto sinora ma che permettano di riprodurre, a medio termine, alcune delle buone condizioni di qualità della vita che abbiamo conosciuto sino ad ora, da rinnovare con modalità adeguate alle nuova situazione.
CREDITO ALLE IMPRESE DAL VOLTO UMANO. LETTERA A NOTIZIE DELLA DIOCESI
Gentilissimo Direttore,
con riferimento al resoconto di una discussione nel consiglio comunale di Carpi delle scorse settimane sulle difficoltà di acceso al credito per le nostre piccole e medie imprese, pubblicato nell'edizione del 2 settembre, mi si attribuisce una specie di stato confusionale in quella seduta sul fatto che stessi parlando di un argomento come se si fosse inel cda di un istituto di credito.
Vorrei rassicurarti e rassicurare l'autore del servizio che in quel momento e anche ora, ero e sono nel pieno delle mie facoltà e so benissimo dove mi trovo.
Per questo non mi era sembrato fuori dal seminato, in quel contesto che mi auguro l'autore del servizio possa aver valutato, osservare che, pur senza generalizzare, esiste un problema di culture e modalità professionali di valutazione dell'affidabilità delle imprese per stabilire il grado di meritevolezza e sostegno alle imprese che chiedono credito.
Quello che cercavo di dire è che mi auguro che oltre alle opportune e consolidate valutazioni tecniche ed economiche degli istituti di credito possano essere affiancati indicatori di merito di tipo immateriale e non solo numerico, a mio parere altrettanti importanti per valutarne l'affidabilità. Conta anche la persona o l'azienda ( di persone ) , non solo quanti soldi hai. Poi è legittimo avere opinioni diverse in merito. Compresa quella che tutto questo non c'entri nulla con il Consiglio comunale della nostra città.
Grazie per l'attenzione.
Marco Bagnoli - Consigliere del Comune di Carpi - Gruppo Pd
domenica 9 settembre 2012
PRIMARIE PD. BERSANI PREMIER, POI RENZI SEGRETARIO. MA AGENDA MONTI PER TUTTI
Mi beccherò del cerchiobottista. Forse è un pò vero. Pazienza. Come possibile premier penso che Bersani sia più adatto di Renzi. Che però è una bella risorsa per il Pd e credo non vada demonizzato, anzi. Dice cose che condivido e preferisco averlo nel mio partito che altrove, anche se personaggi come Gori nel suo staff mi imbarazzano un pò, senza contare tutti quei tifosi, credo interessati, che dal centro destra gli mandano pacche sulle spalle e incoraggiamenti. Certo che anche quelli che si dichiarano bersaniani e vorrebbero rifare il Pci/Pds non mi fanno stare tranquillo. Dico a Renzi di tener duro, che resista e che dia una mano, anzi che sia il propulsore per tornare al Pd originario di Veltroni, quello che ammetto, mi piaceva di più. .Da comunicatore non posso che dire che il sindaco è molto bravo quanto a slogan, ma ricordo che un conto è quel che si dice e altro è quel che si fa. Un po’ come la differenza che c’è tra vincere le elezioni e governare. Lavori bene e il suo turno verrà presto. Ma sia chiaro, ammesso che il futuro Governo sia a guida Pd e non è detto anche se lo spero. A proposito, vade retro clima da “gioiosa macchina da guerra” e considerato che non si sa neppure con che legge elettorale si voterà, l’agenda deve essere quella del Governo Monti. Aggiustata se si vuole,ma la nuova Italia nella nuova Europa che ci auguriamo, deve essere fatta con quella roba lì. Che non è macelleria sociale (capito Vendola?), che chiede tanti sacrifici, ma che si deve far di tutto perché non siano inutili per far cambiare pelle al nostro Paese e poter sperare.
CONSULTA STRANIERI, DIALOGARE, NON SOLO RIVENDICARE
Non abbiamo bisogno di un nuovo sindacato che ci ricordi i problemi della cittadinanza o la condizione di molti immigrati. Abbiamo bisogno di trovare nuove forme di dialogo e di relazione con le comunità che vivono nel nostro territorio per creare condizioni migliori per tutti quelli che fanno comunità, a Carpi e nelle terre d’Argine. Credo che dovrebbe essere anche soprattutto questo, per costruire ulteriori anticorpi a forme di difficoltà o degrado urbano, il ruolo che potrebbe svolgere la Consulta, proprio per non diventare un doppione sindacale che possa essere percepito solo così, dovrebbe affrontare problemi nuovi per potenziare il livello di convivenza civile, contribuendo a superare vecchi e nuovi steccati culturali, ideologici e/o più o meno razzisti. Se la Consulta saprà mettersi al servizio di tutta la comunità e non solo degli interessi di una parte, darà un reale valore aggiunto al nostro territorio.
ALCOA, ILVA,SULCIS & C. IL PUNTO E’, CREARE POSTI DI LAVORO VERI E NON FASULLI
I lavoratori sono sinceramente disperati. Parlo di quelli che salgono sui tetti, sulle torri o che scendono nelle miniere. Ma le azioni dimostrative non creano posti di lavoro veri, magari si tira avanti un altro po’, che per luoghi dove lavoro non c’è, è già tanto. Ma ciò di cui c’è bisogno sono posti di lavoro e politiche industriali vere, cominciando ovunque possibile a disintossicarsi dal veleno dell’assistenzialismo, spesso di Stato, che a fronte di vantaggi a breve, crea danni strutturali. E a finirci in mezzo, tra rischi di demagogie istituzionali, politiche o sindacali, di destra o sinistra che sia, sono sempre i più deboli.
sabato 1 settembre 2012
IL POST TERREMOTO CI DETTA L’AGENDA
A poco più di tre mesi dal terremoto, alla vigilia della piena ripresa delle attività del Consiglio comunale e riprendendo queste note sul diario di “bordo” sulle legislatura 2009-2014, mi confermo e lo ribadisco a chi capita di legge queste note, che il sisma del 20 e 29 maggio ci ha cambiato per sempre. Anche se il mercato è tornato in piazza, anche se sono cominciate le attività di messa in sicurezza del Duomo e sono tanti i segnali di ritorno alla “normalità”. A noi di questa generazione, sufficientemente adulti per averne compresa tutta la gravità e soprattutto che, sul piano delle decisioni che prenderemo in consiglio comunale, è questo il paradigma al quale fare riferimento cercando di disegnare, ognuno per il proprio ruolo, il futuro della nostra città. Confermo la mia impressione dei primi consigli dopo il terremoto e la ribadisco ora, sul fatto che nulla tornerà come prima, nel senso di “prima prima”. Tutti certo vogliamo una buona qualità della vita come quella della quale abbiamo sempre goduto a Carpi, pur nella complessità crescente di tanti problemi e trasformazioni, molte delle quali non è detto che poi siano del tutto negative, ma il senso che a dettare l’agenda per il futuro della nostra vita ora sia, e sarà così a lungo, il “generale” terremoto è una consapevolezza che mi appunto. Prevengo i soloni in circolazione sul fatto che sia la bella scoperta dell’acqua calda, che si capisce che il terremoto ci cambia e ci ha cambiati, per chiarire che ciò di cui parlo è del grado di consapevolezza di questo cambiamento, che misureremo nel lavoro consiliare delle prossime settimane. Per quanto mi riguarda cercherò di continuare ad operare per difendere e promuovere ciò che di volta in volta cercherò di identificare come l’interesse generale” di Carpi e del nostro distretto, senza mordacchie ideologiche, puntando a coerenza, buon senso e mantenimento e promozione dell’ascolto e del confronto con i cittadini. Il senso di fare questa esperienza di volontariato, la trovo qui. Senza buonismi di facciata e/o ipocrisie propagandistiche, proseguendo e sostenendo il buon lavoro che questa amministrazione comunale sta svolgendo. Che faceva prima e che ha dimostrato di saper fare anche durante e dopo il terremoto. Nulla sarà facile per noi cittadini di questa comunità. La posta in gioco, cioè stare bene a Carpi, per quanto è nelle nostre facoltà e ruoli, non lascia dubbi sul fatto che sia necessario mettercela tutta.
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