venerdì 30 settembre 2011
DIBATTITI E PREGIUDIZI POLITICI. LE MIE DOMANDE PLEONASTICHE SULL’ATTUAZIONE DEL PREVENTIVO 2011.
Mi scuso con i consiglieri di minoranza se qualcuno si è offeso. Se fare domande terra terra, strettamente tecniche, da non addetto ai lavori, in piena libertà e onestà intellettuale, su un tema complesso come la “Ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi ai sensi dell’articolo 193 del Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, assestamento al Bilancio di previsione 2011, destinazione dell’avanzo di amministrazione 2010 e variazione al Piano poliennale degli investimenti e della Relazione previsionale e programmatica 2011/2013” significa solo fare i portaborse della Giunta o fare domande stupide, mi scuso con gli esperti e i soloni di turno per averli costretti a sentire le “banalità” sulle quali chiedevo chiarimenti. Le domande, in sintesi, erano: quale impatto tecnico, positivo o negativo ha prodotto il primo anno di applicazione delle norme sul federalismo fiscale? Si conferma che nonostante il calo delle spese per il personale i servizi sono stati mantenuti al livello precedente? Lo storno di 68.000 Euro alla voce sport e benessere per la gestione delle palestre a cosa è dovuto? Per quali motivi si è scelto di verificare a Novembre l’andamento delle contravvenzioni? Le entrate derivanti dalle concessioni edilizie che quest’anno finanziano la rata per il progetto piscina sono state in linea con le previsioni? Giudichino i carpigiani dell’inutilità di questi quesiti a cominciare da quelli che hanno espresso il voto di preferenza nei miei confronti per dare un contributo all’attività di Palazzo Scacchetti. Dove credo che, specialmente in Consiglio, accanto al diritto di critica debba continuare ad avere pieno diritto di cittadinanza anche quello di esprimere pareri o fare domande o interventi. Che ognuno ha diritto di fare con il suo stile. Appunto.
mercoledì 28 settembre 2011
CONSULTA MISTA ITALIANI-IMMIGRATI PER L’INTEGRAZIONE E LA CONVIVENZA CIVILE
Sono ormai iniziati gli incontri, le riunioni, le presentazioni, i tavoli di confronto per giungere alla costituzione di una Consulta Mista italiani-immigrati, in sede di Unione delle Terre d’Argine, della quale potranno entrare a far parte le organizzazioni e/o associazioni che lo richiederanno e che avranno adeguati titoli di rappresentatività. Con queste brevi note, senza pretesa di esaustività e possibilità costante e successive di adeguamento e integrazione, vorrei contribuire al dibattito che si è aperto sul nostro territorio su questi aspetti.
- Si deve fare attenzione a costruire un regolamento che non abbia una impostazione troppo tradizionale fondata unicamente o principalmente sui temi dell’accoglienza senza riferimenti alla necessità del rispetto delle regole e della necessità di favorire la convivenza civile. Occorre introdurre più fattori bilaterali rispetto a quelli di tipo unidirezionale, cioè su quello che noi vogliamo dare agli immigrati. Non bisogna mai perdere di vista che il nostro obiettivo deve essere il funzionamento e la coesione della comunità intera presente sul territorio. Tutti quelli che sono presenti, pur nella pluralità irriducibile di culture, devono osservare le regole fondamentali di convivenza, altrimenti si mette a rischio la coesione sociale e si alimenta il conflitto e la lotta tra culture per la supremazia dell’una sull’altra. Noi dobbiamo fare la fabbrica degli italiani, o dei “carpigiani”, favorire chi crede nei valori fondanti della nostra comunità e dei vantaggi che il rispetto di regole condivise da a tutti quelli che vivono qui.
- Anche se il regolamento sarà predisposto o stampato non solo in italiano ma anche, presumo, nelle lingue principali dei residenti nel nostro territorio vorrei sottolineare che, a mio parere, la conoscenza della lingua e di aspetti di base della cultura italiana debba essere ritenuta valore distintivo per la partecipazione ai lavori della consulta ed eventuali altri strumenti che saranno individuati per favorire le azioni di integrazione degli stranieri presenti sul territorio. Questa esigenza, naturale per il funzionamento della Consulta mista stessa, non va intesa come concessione a posizioni culturali xenofobe o sensibili a toni razzisti ma come condizioni per il funzionamento concreto della Consulta stessa che, va sempre ribadito, non è composta solo da rappresenti di comunità straniere, ma da quelle italiane e da quelle straniere. L’’obiettivo di fondo resta quello della miglior integrazione possibile.
- Secondo me si devono privilegiare i gruppi che si dichiarano, a parola e nei fatti, a favore della costruzione e del rispetto di regole condivise. Prevedere azioni di verifica periodica e comunque costante della reale rappresentatività di chi chiede di far parte della consulta, per evitare che l’istituzione possa essere strumentalizzata da un lato e poco incisiva dall’altra
- Spiegare, nell’ambito delle azioni informative verso gli italiani e gli stranieri che dovranno essere identificate e/o provate, che non si tratta di dar entrare gli stranieri dalla porta di servizio con un escamotage ma che nella consulta sono fortemente rappresentate tutte le espressioni della società civile locale e che il rischio che la commissione diventi un cavallo di Troia per ambizioni o conquiste di spazi per qualcuno, è tenuto sotto controllo, limitato e tenuto presente. Così come devono essere ben presenti i vantaggi che una azione inclusiva di una quota rilevante della popolazione residente, se ben fatta, presenta più opportunità che rischi.
- Chiarire bene che questo regolamento riguarda il funzionamento della Consulta, non è la concessione della cittadinanza agli immigrati che è regolamentata dalle leggi nazionali .
- Nel regolamento si dovrebbero prendere impegni precisi, da parte di chi aderisce e dell’ente, per dare informazione periodica alle comunità di riferimento.
- Si deve fare attenzione a costruire un regolamento che non abbia una impostazione troppo tradizionale fondata unicamente o principalmente sui temi dell’accoglienza senza riferimenti alla necessità del rispetto delle regole e della necessità di favorire la convivenza civile. Occorre introdurre più fattori bilaterali rispetto a quelli di tipo unidirezionale, cioè su quello che noi vogliamo dare agli immigrati. Non bisogna mai perdere di vista che il nostro obiettivo deve essere il funzionamento e la coesione della comunità intera presente sul territorio. Tutti quelli che sono presenti, pur nella pluralità irriducibile di culture, devono osservare le regole fondamentali di convivenza, altrimenti si mette a rischio la coesione sociale e si alimenta il conflitto e la lotta tra culture per la supremazia dell’una sull’altra. Noi dobbiamo fare la fabbrica degli italiani, o dei “carpigiani”, favorire chi crede nei valori fondanti della nostra comunità e dei vantaggi che il rispetto di regole condivise da a tutti quelli che vivono qui.
- Anche se il regolamento sarà predisposto o stampato non solo in italiano ma anche, presumo, nelle lingue principali dei residenti nel nostro territorio vorrei sottolineare che, a mio parere, la conoscenza della lingua e di aspetti di base della cultura italiana debba essere ritenuta valore distintivo per la partecipazione ai lavori della consulta ed eventuali altri strumenti che saranno individuati per favorire le azioni di integrazione degli stranieri presenti sul territorio. Questa esigenza, naturale per il funzionamento della Consulta mista stessa, non va intesa come concessione a posizioni culturali xenofobe o sensibili a toni razzisti ma come condizioni per il funzionamento concreto della Consulta stessa che, va sempre ribadito, non è composta solo da rappresenti di comunità straniere, ma da quelle italiane e da quelle straniere. L’’obiettivo di fondo resta quello della miglior integrazione possibile.
- Secondo me si devono privilegiare i gruppi che si dichiarano, a parola e nei fatti, a favore della costruzione e del rispetto di regole condivise. Prevedere azioni di verifica periodica e comunque costante della reale rappresentatività di chi chiede di far parte della consulta, per evitare che l’istituzione possa essere strumentalizzata da un lato e poco incisiva dall’altra
- Spiegare, nell’ambito delle azioni informative verso gli italiani e gli stranieri che dovranno essere identificate e/o provate, che non si tratta di dar entrare gli stranieri dalla porta di servizio con un escamotage ma che nella consulta sono fortemente rappresentate tutte le espressioni della società civile locale e che il rischio che la commissione diventi un cavallo di Troia per ambizioni o conquiste di spazi per qualcuno, è tenuto sotto controllo, limitato e tenuto presente. Così come devono essere ben presenti i vantaggi che una azione inclusiva di una quota rilevante della popolazione residente, se ben fatta, presenta più opportunità che rischi.
- Chiarire bene che questo regolamento riguarda il funzionamento della Consulta, non è la concessione della cittadinanza agli immigrati che è regolamentata dalle leggi nazionali .
- Nel regolamento si dovrebbero prendere impegni precisi, da parte di chi aderisce e dell’ente, per dare informazione periodica alle comunità di riferimento.
sabato 17 settembre 2011
ATTIRARE INVESTIMENTI PRODUTTIVI
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Sig. Sindaco
Alla Giunta
Carpi, 8 settembre 2011
INTERROGAZIONE SULLE POLITICHE PER ATTIRARE INVESTIMENTI PRODUTTIVI SUL TERRITORIO. SITUAZIONE E PROSPETTIVE
Il sottoscritto Consigliere comunale, con la presente interrogazione, facendo proprie le preoccupazioni presenti sul territorio per la situazione economica, nella quale oltre a diverse imprese che stanno reagendo alla crisi e ottengono buoni risultati con mantenimento o anche incremento del numero di addetti, altre aziende piccole e medie versano in variegate difficoltà e ritenendo di fondamentale importanza per il territorio azioni mirate per la sua promozione come area, capace di attirare investimenti per insediamenti di nuove imprese dato l’alto livello di servizi e competenze umane presenti, per quanto di competenza dell’ente locale, sono a richiedere:
- Quale sia attualmente la situazione del territorio comunale, per quanto risulti da richieste di insediamenti o semplici richieste di informazioni pervenute agli uffici quanto a capacità di attirare nuove imprese
- Quali siano i settori economici dai quali queste richieste o interessamenti sono venuti per insediamenti o nuove forme di investimenti sul territorio
- Se siano in corso iniziative di marketing territoriale di questo tipo per l’area carpigiana, se siano state svolte in proprio dal Comune o attivando sinergie con altri soggetti istituzionali o privati presenti sul territorio e quali prime indicazioni o risultati ne siano scaturiti.
- Quale sia lo stato di utilizzo, per quanto è a conoscenza dell’Amministrazione, del patrimonio edilizio produttivo della città e quale sia l’orientamento dell’ente locale per far fronte a questo tipo di fenomeno per agevolare il loro riutilizzo o forme di riconversione .
- Se siano in atto o allo studio forme di coordinamento e collaborazione tra i Comuni delle Terre d’Argine anche in un ottica di politica di attrazione di imprese su area vasta, se siano state valutate economie di scala in questo ambito o se si ritiene che per un territorio come quello di Carpi, allo stato attuale sia più opportuno proseguire con una azione pienamente autonoma in termini di politiche per gli interventi economici
Con osservanza.
Marco Bagnoli – Gruppo Consigliare Pd
Al Sig. Sindaco
Alla Giunta
Carpi, 8 settembre 2011
INTERROGAZIONE SULLE POLITICHE PER ATTIRARE INVESTIMENTI PRODUTTIVI SUL TERRITORIO. SITUAZIONE E PROSPETTIVE
Il sottoscritto Consigliere comunale, con la presente interrogazione, facendo proprie le preoccupazioni presenti sul territorio per la situazione economica, nella quale oltre a diverse imprese che stanno reagendo alla crisi e ottengono buoni risultati con mantenimento o anche incremento del numero di addetti, altre aziende piccole e medie versano in variegate difficoltà e ritenendo di fondamentale importanza per il territorio azioni mirate per la sua promozione come area, capace di attirare investimenti per insediamenti di nuove imprese dato l’alto livello di servizi e competenze umane presenti, per quanto di competenza dell’ente locale, sono a richiedere:
- Quale sia attualmente la situazione del territorio comunale, per quanto risulti da richieste di insediamenti o semplici richieste di informazioni pervenute agli uffici quanto a capacità di attirare nuove imprese
- Quali siano i settori economici dai quali queste richieste o interessamenti sono venuti per insediamenti o nuove forme di investimenti sul territorio
- Se siano in corso iniziative di marketing territoriale di questo tipo per l’area carpigiana, se siano state svolte in proprio dal Comune o attivando sinergie con altri soggetti istituzionali o privati presenti sul territorio e quali prime indicazioni o risultati ne siano scaturiti.
- Quale sia lo stato di utilizzo, per quanto è a conoscenza dell’Amministrazione, del patrimonio edilizio produttivo della città e quale sia l’orientamento dell’ente locale per far fronte a questo tipo di fenomeno per agevolare il loro riutilizzo o forme di riconversione .
- Se siano in atto o allo studio forme di coordinamento e collaborazione tra i Comuni delle Terre d’Argine anche in un ottica di politica di attrazione di imprese su area vasta, se siano state valutate economie di scala in questo ambito o se si ritiene che per un territorio come quello di Carpi, allo stato attuale sia più opportuno proseguire con una azione pienamente autonoma in termini di politiche per gli interventi economici
Con osservanza.
Marco Bagnoli – Gruppo Consigliare Pd
BARRIERE ARCHITETTONICHE
Nella seduta dell’ 8 settembre 2011 è stato presentato un ordine del giorno, firmato da me e dal Consigliere Paluan (5 Stelle-Rifondazione Comunista) con il quale, con l’approvazione unanime del Consiglio abbiamo chiesto l’assunzione di impegni solenni per la vigilanza, l’attenzione e la continuità per azione di prevenzione e rimozione delle barriere architettoniche nella nostra città. Di seguito si pubblica il testo dell’Odg e il testo del mio intervento.
PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO SULLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
Carpi, 22 dicembre 2010
Premesso
- Che l’abbattimento delle barriere architettoniche è uno obbiettivo da perseguire al di là delle norme e delle leggi, perché una città amica delle persone che hanno difficoltà a spostarsi, è una città che permette ai cittadini di avere stessi diritti ed opportunità,
- che una città che si pone l’obbiettivo di abbattere le barriere architettoniche, dimostra in modo inequivocabile che considera tutti i suoi cittadini parte della medesima comunità;
- che Carpi è una città che ha dimostrato negli anni una forte sensibilità su questo tema ma che molto resta da fare; per l'evoluzione delle esigenze concrete dei diversamente abili e delle norme vigenti in materia
- che la popolazione invecchia e i problemi di mobilità aumenteranno ma allo stesso tempo dobbiamo difendere l’autosufficienza e l’ autonomia degli individui,
- che i marciapiedi sono oggettivamente una barriera che deve essere accessibile e permeabile in doversi punti con discese dolci;
IL CONSIGLIO COMUNALE DI CARPI IMPEGNA:
a) A pensare, dove non sia possibile la realizzazione di rampe di accesso al marciapiede con pendenze al di sotto dell’15% , di predisporre nella progettazione dei nuovi comparti di urbanizzazione marciapiedi di dimensioni tali che permettano tale discesa\salita, quindi a marciapiedi di almeno 2 metri;
b) A rendere tutti gli accessi ai pedonali delle abitazioni di nuova realizzazione accessibili con discese dolci, quindi con pendenze che siano al di sotto del 15%
c) Ad avere nella prossima commissione per la qualità architettonica e del paesaggio almeno un componente che abbia maturato negli anni una esperienza nell’abbattimento delle barriere architettoniche
d) Ad avere sul tema abbattimento barriere architettoniche la massima attenzione e sensibilità.
Marco Bagnoli – Consigliere Pd
Lorenzo Paluan – Consigliere Carpi a 5 stelle – Rifondazione Comunista
TESTO INTERVENTO IN CONSIGLIO:
L’Ordine del giorno è datato ma i contenuti ai quali si fa riferimento sicuramente no.
Non è un documento di sole buone intenzioni ma vuole rappresentare un impegno vero e non formale del Consiglio perché assuma, tramite la Giunta, come proprio, un atteggiamento culturale nel quale l’ottica della necessità di abbattere e di non creare, al di là delle intenzioni, barriere architettoniche e ostacoli di fatto, nella realizzazione di edifici e opere pubbliche, sia sempre presente il più possibile.
La mia speranza che questi impegni formali siano capaci di produrre sempre più effetti sostanziali deriva da analoghi tipi di impegni assunti da questo consiglio anche per altre aree di problemi, ad esempio la carta dei sindaci per l’ambiente, approvata largamente da questo consiglio, con la sottolineatura dell’impegno a produrre risultati concreti e a documentarli, non solo con azioni di
facciata.
A mio giudizio e del collega Paluan con il quale abbiamo presentato questo Odg, Carpi non parte da zero ma sono ampi i margini di miglioramento. Non ci sfuggono le lettere ai giornali, le segnalazioni agli uffici tecnici di barriere di fatto che a volte emergono sul campo e che non sembravano tali nella fase di studio e programmazione. Ma non dobbiamo neppure perdere la capacità di vedere che le sensibilità ci sono e le realizzazioni edilizie nelle quali si è tenuto e si tiene conto a Carpi della necessità di limitare o evitare le barriere architettoniche per i diversamente abili, sono presenti.
Per questo credo che l’Amministrazione abbia fatto bene nei mesi scorsi, anche se può aver dato l’impressione di un eccesso di zelo, anche nel lavoro della seconda commissione, a tener conto di questo impegno che si stava andando ad assumere, assumendo le proprie decisioni come se l’ordine del giorno che si presenta stasera fosse già stato votato, e aggiungo la mia speranza di voto a larga maggioranza .
Concludendo, spero che questo impegno per l’abbattimento e la prevenzione delle barriere architettoniche negli edifici cittadini, lo ribadisco, riesca ad essere non solo formale ma anche sostanziale. E sin da ora mi scuso con i colleghi che in futuro mi sentiranno ripetere sempre la stessa richiesta di conferma sul controllo per la prevenzione di possibili barriere architettoniche, considerato che questa sera abbiamo adottato una ulteriore delibera che ci avvicina alla costituzione della commissione terre d’argine per la qualità architettonica e dei paesaggi
PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO SULLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
Carpi, 22 dicembre 2010
Premesso
- Che l’abbattimento delle barriere architettoniche è uno obbiettivo da perseguire al di là delle norme e delle leggi, perché una città amica delle persone che hanno difficoltà a spostarsi, è una città che permette ai cittadini di avere stessi diritti ed opportunità,
- che una città che si pone l’obbiettivo di abbattere le barriere architettoniche, dimostra in modo inequivocabile che considera tutti i suoi cittadini parte della medesima comunità;
- che Carpi è una città che ha dimostrato negli anni una forte sensibilità su questo tema ma che molto resta da fare; per l'evoluzione delle esigenze concrete dei diversamente abili e delle norme vigenti in materia
- che la popolazione invecchia e i problemi di mobilità aumenteranno ma allo stesso tempo dobbiamo difendere l’autosufficienza e l’ autonomia degli individui,
- che i marciapiedi sono oggettivamente una barriera che deve essere accessibile e permeabile in doversi punti con discese dolci;
IL CONSIGLIO COMUNALE DI CARPI IMPEGNA:
a) A pensare, dove non sia possibile la realizzazione di rampe di accesso al marciapiede con pendenze al di sotto dell’15% , di predisporre nella progettazione dei nuovi comparti di urbanizzazione marciapiedi di dimensioni tali che permettano tale discesa\salita, quindi a marciapiedi di almeno 2 metri;
b) A rendere tutti gli accessi ai pedonali delle abitazioni di nuova realizzazione accessibili con discese dolci, quindi con pendenze che siano al di sotto del 15%
c) Ad avere nella prossima commissione per la qualità architettonica e del paesaggio almeno un componente che abbia maturato negli anni una esperienza nell’abbattimento delle barriere architettoniche
d) Ad avere sul tema abbattimento barriere architettoniche la massima attenzione e sensibilità.
Marco Bagnoli – Consigliere Pd
Lorenzo Paluan – Consigliere Carpi a 5 stelle – Rifondazione Comunista
TESTO INTERVENTO IN CONSIGLIO:
L’Ordine del giorno è datato ma i contenuti ai quali si fa riferimento sicuramente no.
Non è un documento di sole buone intenzioni ma vuole rappresentare un impegno vero e non formale del Consiglio perché assuma, tramite la Giunta, come proprio, un atteggiamento culturale nel quale l’ottica della necessità di abbattere e di non creare, al di là delle intenzioni, barriere architettoniche e ostacoli di fatto, nella realizzazione di edifici e opere pubbliche, sia sempre presente il più possibile.
La mia speranza che questi impegni formali siano capaci di produrre sempre più effetti sostanziali deriva da analoghi tipi di impegni assunti da questo consiglio anche per altre aree di problemi, ad esempio la carta dei sindaci per l’ambiente, approvata largamente da questo consiglio, con la sottolineatura dell’impegno a produrre risultati concreti e a documentarli, non solo con azioni di
facciata.
A mio giudizio e del collega Paluan con il quale abbiamo presentato questo Odg, Carpi non parte da zero ma sono ampi i margini di miglioramento. Non ci sfuggono le lettere ai giornali, le segnalazioni agli uffici tecnici di barriere di fatto che a volte emergono sul campo e che non sembravano tali nella fase di studio e programmazione. Ma non dobbiamo neppure perdere la capacità di vedere che le sensibilità ci sono e le realizzazioni edilizie nelle quali si è tenuto e si tiene conto a Carpi della necessità di limitare o evitare le barriere architettoniche per i diversamente abili, sono presenti.
Per questo credo che l’Amministrazione abbia fatto bene nei mesi scorsi, anche se può aver dato l’impressione di un eccesso di zelo, anche nel lavoro della seconda commissione, a tener conto di questo impegno che si stava andando ad assumere, assumendo le proprie decisioni come se l’ordine del giorno che si presenta stasera fosse già stato votato, e aggiungo la mia speranza di voto a larga maggioranza .
Concludendo, spero che questo impegno per l’abbattimento e la prevenzione delle barriere architettoniche negli edifici cittadini, lo ribadisco, riesca ad essere non solo formale ma anche sostanziale. E sin da ora mi scuso con i colleghi che in futuro mi sentiranno ripetere sempre la stessa richiesta di conferma sul controllo per la prevenzione di possibili barriere architettoniche, considerato che questa sera abbiamo adottato una ulteriore delibera che ci avvicina alla costituzione della commissione terre d’argine per la qualità architettonica e dei paesaggi
COMMISSIONE ARCHITETTONICA E DEL PAESAGGIO, GETTONI & C.
Visto che la commissione qualità è obbligatoria, pur se consultiva, come spiegato nei lavori della 2a commissione comunale e visto che la stessa ha un costo con un gettone per chi ne farà parte remunerato in base alle tariffe professionali, al di là degli aspetti tecnici, essendo quella architettonica e paesaggistica una ottica alla quale anche i cittadini in genere sono molto sensibili ( Parco Lama, spazi Verdi…..) , ho chiesto in Consiglio di valutare la possibilità che la commissione stessa produca periodicamente, magari una volta all’anno, una relazione con la quale misurare le variabili sul territorio dei principali indicatori oggetto dell’attività della commissione stessa. Credo sarebbe una relazione e una modalità di rendicontazione del lavoro fatto con denaro pubblico, molto gradita ai cittadini.
Sarebbe anche il modo di far percepire alle nostre comunità che questa commissione, non è più la vecchia commissione edilizia comunale, sancta sanctorum solo per iniziati, ingegneri o geometri o comunque comprensibile nelle sue operatività per i soli addetti ai lavori, ma capace anche di rivolgersi ad un pubblico più vasto, aumentando sempre più il grado di trasparenza e comprensione delle attività comunali di questo tipo.
Credo che una decisione di questo tipo, anche se non prevista espressamente nel testo della convenzione, per evitare di ripresentare la delibera in tutti i comuni, potrebbero essere valutata nella normale operatività che la Commissione sceglierà di darsi.
Sulla proposta della Lega di non pagare i componenti della Commissione, credo che essi debbano sentire fortemente l’onore di essere al servizio della comunità, ci è stato assicurato che il gettone di 130 a seduta ( in media di 4 ore ) consente di risparmiare almeno la metà di quelle che sarebbero le tariffe di mercato e poi penso che puntare sempre a non pagare le competenze e i professionisti, sia pericoloso perché taglia fuori dalla possibilità di lavorare per l’ente locale, i giovani professionisti o altri più esperti che lavorano per vivere. Insomma il rischio è che acquisiscano incarichi di questo tipo, solo onorifico, solo i ricchi, che possono fare a meno di compensi. Francamente mi sembrerebbe un ritorno al passato di un notabilato che accede alle cariche pubbliche per censo che non mi pare un simbolo di modernità ma un pericoloso tuffo nel passato.
Sarebbe anche il modo di far percepire alle nostre comunità che questa commissione, non è più la vecchia commissione edilizia comunale, sancta sanctorum solo per iniziati, ingegneri o geometri o comunque comprensibile nelle sue operatività per i soli addetti ai lavori, ma capace anche di rivolgersi ad un pubblico più vasto, aumentando sempre più il grado di trasparenza e comprensione delle attività comunali di questo tipo.
Credo che una decisione di questo tipo, anche se non prevista espressamente nel testo della convenzione, per evitare di ripresentare la delibera in tutti i comuni, potrebbero essere valutata nella normale operatività che la Commissione sceglierà di darsi.
Sulla proposta della Lega di non pagare i componenti della Commissione, credo che essi debbano sentire fortemente l’onore di essere al servizio della comunità, ci è stato assicurato che il gettone di 130 a seduta ( in media di 4 ore ) consente di risparmiare almeno la metà di quelle che sarebbero le tariffe di mercato e poi penso che puntare sempre a non pagare le competenze e i professionisti, sia pericoloso perché taglia fuori dalla possibilità di lavorare per l’ente locale, i giovani professionisti o altri più esperti che lavorano per vivere. Insomma il rischio è che acquisiscano incarichi di questo tipo, solo onorifico, solo i ricchi, che possono fare a meno di compensi. Francamente mi sembrerebbe un ritorno al passato di un notabilato che accede alle cariche pubbliche per censo che non mi pare un simbolo di modernità ma un pericoloso tuffo nel passato.
FONDO ROTATIVO PER IL SOSTEGNO ALL’INNOVAZIONE DELLE IMPRESE
Il Consiglio comunale ha approvato il rinnovo del Fondo per il sostegno agli investimenti in innovazione delle imprese. Con i fondi messi in campo, si parla di 35.000 Euro, il Comune in collaborazione con banche e Camera di Commercio contribuisce all’abbattimento degli interessi per progetti di innovazione e ricerca. Cosa buona, ho detto in Consiglio e andrebbe incrementata la conoscenza delle imprese di questo genere di bandi tra i quali spesso è difficile orientarsi per le nostre PMI e alle volte per le associazioni di categoria che devono consigliarle, penso in particolare a bandi europei e simili. Il Comune potrebbe svolgere da questo punto di vista un ruolo di coordinamento che mi auguro in futuro possa concretizzarsi nell’interesse delle nostre imprese che hanno sempre più bisogno di questi strumenti, incentivi e aiuti, quando ci sono, in una fase nella quale competere sul mercato è a dir poco arduo per molti operatori.
REDDITI E PATRIMONIO DEI CONSIGLIERI COMUNALI
Non ho neanche mezzo problema a dichiarare quanto previsto dalla legge 441 del 1982. In effetti ci abbiamo messo un po’ ad applicarla nel Comune di Carpi. Ma al di là degli aspetti formali, quel che conta è la sostanza. Che per me significa che il punto di partenza è che chi fa volontariato civile facendo il consigliere comunale, anche in un comune di medie dimensioni come Carpi, non attiene alla discussione sui costi della politica ( ci rimborsano 60-70 € al mese e noi del gruppo Pd metà li lasciamo al partito ) è che prima di tutto è una persona onesta. Non una persona che a priori deve dichiarare perché ha qualcosa da nascondere. La trasparenza nei piccoli e grandi ruoli pubblici mi va benissimo, la vetero demagogia e il populismo spicciolo fanno di ogni erba un fascio e gettano fango anche su aspetti che riguardano la vita comunitaria e istituzionale che sarebbero da salvaguardare, più che offendere, deridere o guardare con sospetto. I margini di miglioramento ci sono sempre, anche se questo non deve suonare come giustificazionismo furbetto, ma Carpi non sarebbe migliore se non avesse la vita democratica e la vivacità culturale e di comunità che per fortuna può vantare. E che va tutelata e incrementata. Anche in tempi durissimi di crisi economica e sociale come questi.
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