venerdì 2 dicembre 2011

CI VOGLIONO TRENI E ARRIVANO LE INTIMIDAZIONI ALLA STAMPA.

Sono già passati alcuni giorni dal caso del giornalista della “Gazzetta di Modena” Rino Filippin, che sul treno dei pendolari tra Carpi e Modena, quello sempre pieno e spesso in ritardo nelle ore di punta, mentre raccoglieva testimonianze dei viaggiatori alle prese con continui disservizi, è stato addocchiato da un capotreno di Trenitalia che ha fatto intervenire la Polizia a Modena per identificare il cronista. Anziché risposte ai disservizi da anni presenti sulla linea, con proteste civili, pacate e democratiche di chi vorrebbe semplicemente un treno con un numero di carrozze sufficienti e ragionevolmente in orario, adesso arrivano anche le intimidazioni soft, ma non meno sgradevoli di quelle esplicite. Il caso merita di essere davvero ricordato. Riporto di seguito la nota di solidarietà che ho scritto a Filippin sul suo blog con la quale gli esprimevo il parere a caldo su quell’episodio:
“Vicenda tristissima Sig. Filippin, e se i fatti si sono svolti con questa modalità, quella che era una situazione sgradevolissima ma pur sempre limitata al solo campo di clamorosi disservizi, ora i nervi cominciano a saltare e si confonde il diritto di cronaca per un reato di ordine pubblico. Ha fatto bene a segnalarlo. Se la cosa fosse capitata a un cittadino qualunque e non a un giornalista forse non l’avremmo mai neppure saputo. Brutto segnale. Consiglio una dose doppia di camomilla a quell’addetto FS. Pazienza se nonostante le proteste legittime e civili che si possono fare non avremo mai un servizio ferroviario o navetta tra Carpi e Modena degno di questo nome, ma non mi sarei mai aspettato una azione di questo tipo nelle nostre zone, pericolosamente somigliante a comportamenti abituali in Paesi che credevano lontani dove democrazia e libertà di espressione sono mere espressioni linguistiche. Piena solidarietà.mb”

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