venerdì 2 dicembre 2011
CONSIGLI TRIBUTARI
Permettere oppure no, nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, che anche consiglieri comunali o esperti nominati dai partiti possano far parte della commissione tributaria con la quale, anche se non solo, il Governo centrale intende farsi aiutare dai Comuni nella lotta all’evasione, promettendo che quanto si recupera resterà sul territorio? Del Consiglio Tributario del Comune di Carpi faranno parte i principali funzionari comunali dell’amministrazione finanziaria, rappresentanti delle forze dell’ordine e delle autorità impegnate sul campo nella lotta all’evasione per l’incrocio delle informazioni e la valutazione di azioni di coordinamento. A me pare che sia stato giusto decidere che i rappresentanti del Consiglio non entrino a far parte di questa commissione. Il rischio di conflitti d’interesse era elevato, senza dimenticare che per gli atti ufficiali che il Consiglio tributario adotterà, resta sempre la possibilità per i consiglieri comunali di richiederli. Non mi faccio illusioni che uno strumento come questo possa costituire un’arma davvero efficace contro l’evasione, ma che, poiché sono obbligatori per legge, non vengano solo costituiti ma si cerchi anche di farli funzionare con la massima professionalità. L’alto grado di affidabilità dei funzionari che lo comporranno, nonostante il rischio di autoreferenzialità di un organismo supertecnico, è sempre preferibile ad un consiglio di tecnici con un paio di uditori ( uno di maggioranza e uno di minoranza ), presenti e ascoltanti, ma senza possibilità di intervenire. Oltre ai dubbi di funzionamento di un organismo del genere, il rischio davvero reale di conflitti di interesse e di violazione delle norme sulla riservatezza, mi ha convinto che sia più opportuno continuare a puntare su un consiglio tributario del quale facciano parte tecnici e personalità, i primi in particolare, che già godono della piena fiducia dell’Amministrazione comunale. Fino a prova contraria, naturalmente.
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