mercoledì 16 giugno 2010

CITTADINANZA

Ampio dibattito in Consiglio comunale nelle scorse settimane sui diritti di cittadinanza, con la presentazione di due ordini del giorno nei quali si sono condensate, in estrema sintesi, le principali sensibilità su queste materie, cioè con quali modalità e in quanto tempo un cittadino straniero residente in Italia possa acquisire la cittadinanza italiana. Il dibattito è stato ampio con l'intervento di vari consiglieri e credo tutti, me compreso, avrebbero voluto ulteriormente intervenire per sviluppare un dibattito che si è svolto in modo molto civile e corretto, mi pare con spirito costruttivo, cosa che non sempre accade, nelle arene politiche, anche istituzionali. Aggiungo qualche osservazione della quale vorrei mantenere traccia. Non so se le turbolenze parlamentari e politiche nazionali ci consentiranno di approdare ad una legge con le caratteristiche citate nella proposta di ordine del giorno presentato da Pd, Idv, Apc, Carpi 5 stelle-Rifondazione comunista e approvato dal Consiglio. Mi limito a dire che su materie come i diritti di cittadinanza o l'immigrazione non vincerà mai un Paese dove si continua a fare un braccio di ferro infinito tra presunti difensori dei diritti degli immigrati e chi si limita a dire che devono tornare a casa propria. La sfida, come fa la proposta di legge bipartisan Sarubbi-Granata, della quale oggi non possiamo conoscere la sorte parlamentare, è individuare buone o percorribili soluzioni che aumentino l'equilibrio e la competitività del sistema Italia. Si deve andare oltre la retorica dei respingimenti e dell'accoglienza a prescindere, ma devono essere trovati adeguati equlibri e contrappesi che salvaguardino il più possibile la coesione sociale. Sulla linea del Piave del rispetto di diritti e doveri per tutti ci si è ritrovati più numerosi di quanto si poteva immaginare. E per un Paese come L'Italia demograficamente a rischio di estinzione, che quindi ha un vitale bisogno di un maggior numero di italiani, andare oltre oltre al "noi italiani" e gli altri ma discutere di come si diventa e si fa aumentare il numero e i modi di essere italiani, per me costituisce un importante passo avanti. D'altronde l'Italia e la Carpi "nuova" del futuro, piaccia o meno, è già dietro l'angolo, basta osservare con maggior attenzione i bambini e le bambine delle nostre scuole primarie o gli asili dove si va a prendere i nostri figli o nipoti.

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