martedì 18 ottobre 2011

PARTECIPAZIONE E DEMOCRAZIA LOCALE TRA MOZIONI ON LINE E QUORUM REFERENDARI

La discussione sull’attuazione anche in modalità on line della possibilità della presentazione di mozioni da parte di un certo numero di cittadini e sulle modalità di referendum comunali, resa possibile dalla presentazione di ordini del giorno del gruppo consiliare “5 Stelle-Beppe Grillo- Rifondazione Comunista”, è stata una buona occasione per il Consiglio comunale di Carpi di riflettere su questi aspetti specifici e sulle nuove opportunità di partecipazione democratica dei cittadini alla vita degli enti locali, consentita dallo sviluppo delle nuove tecnologie. Riassumo in breve il mio contributo a questa discussione che personalmente trovo molto stimolante. Per la possibilità di studiare modalità on line di presentazione di mozioni da parte di cittadini, io ritengo che, in generale, si debba avere fiducia nelle opportunità date delle nuove tecnologie. Non bisogna però farne un dogma e occorre studiare bene gli aspetti tecnici e organizzativi che consentano di mettere in maggior comunicazione l’ente locale e i cittadini, aumentando il grado di partecipazione evitando però che possano esserci usi fraudolenti o scorretti di questi strumenti. Pur ritenendo questi aspetti importanti non va dimenticato di ribadire che l’istituzione con il maggior grado di rappresentatività del Comune, perché eletto a suffragio universale e con le preferenze, è certamente il Consiglio comunale, il cui ruolo non va sminuito o sottovalutato. E non bisogna scordare che non tutta la popolazione si esprime con il computer, e non parlo solo di differenze anagrafiche. Il documento, anche con il mio voto, pur con queste precisazioni e con la richiesta di una fase approfondita di studio, è stato approvato. Respinto invece il documento relativo a proposte di referendum e a forme diverse di consultazione dei cittadini, con una discussione imperniata principalmente sull’utilità o meno di mantenere un quorum di firme anche per i referendum locali. Ribadendo che non bisogna mai dimenticare il ruolo del consiglio come espressione della rappresentanza voluta dai cittadini elettori, ho detto che a mio parere il quorum, pur essendoci in Italia o nel mondo altre forme referendarie senza, resta indispensabile. Che senza quorum, in Italia, vi è il rischio che gruppi di minoranze motivate e con pareri legittimi possano imporre il loro parere alle maggioranze. Le quali anche se non partecipano al voto, non possono essere giudicate amorfe, silenti o private del loro diritto o meno a manifestare un parere. Sarebbe come se in consiglio si potesse votare solo a favore o contro e l’astensione non avesse valore alcuno. E poi Carpi non mi pare davvero un luogo dove le idee, tutte le idee, non possano trovare cittadinanza, attenzione da parte dei media o strumenti e forme per essere diffuse. Quindi, per me, pur se si può discutere di numero di firme per farli convocare o di regole per organizzarli, il quorum referendario comunale sta bene dov’è . E bisogna stare attenti, per l’equilibrio delle istituzioni e per assicurare alle comunità la continuità di governo, poi da sottoporre al giudizio degli elettori, a rendere troppo facile l’accesso, con il rischio di rendere meno vincolante il voto del consiglio comunale, la cui legittimità e autorevolezza deriva proprio dall’essere stato votato dalla stragrande maggioranza di tutti i cittadini. E le cui decisioni non possono essere invalidate continuamente, con quorum o soglie troppo basse, dalle iniziative di una minoranza, per quanto qualificata essa possa essere, alla quale viene garantita ugualmente, nel rispetto delle regole, la possibilità di esprimere il proprio pensiero

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