venerdì 28 ottobre 2011

NUOVE POLITICHE ABITATIVE PER CONTRASTARE LA REDISTRIBUZIONE INIQUA DELLA RICCHEZZA

Ecco il testo del mio breve intervento in consiglio comunale a Carpi alla presentazione del progetto "La Casa nella rete":

Ho apprezzato molto la relazione che fotografa a pieno la complessità della "situazione per l’accesso agevolato alla casa pubblica

Pieno utilizzo della molteplicità di strumenti potenzialmente adottabili, capacità delle istituzioni locali di usare bene il mix per la messa a punto di politiche pubbliche efficaci, aiutare chi ha davvero bisogno con modalità più sofisticate per stabilirlo, si chiami quoziente familiare, adeguamento delle certificazioni ISEE o messa in rete di tutte le informazioni personali disponibili per i richiedenti, l’obiettivo deve essere quello di definire un quadro di regole entro le quali valutare meglio, e con revisioni periodiche, le priorità per tutti i cittadini residenti che contribuiscono alla vita di un determinato territorio.

Vanno in questa direzione, a mio parere, criteri per l’assegnazione di alloggi pubblici, come quello, così detto “contributivo”, con il quale, in base all’anzianità di residenza, si riconosce il contributo che il cittadino residente ha dato alla comunità, adottando questo come uno dei requisiti tra altri, non come la discriminante per l’ottenimento degli alloggi pubblici. Quindi chi ha temuto in passato che adottare anche questo criterio significasse sposare il criterio etnico tout court , preoccupazione legittima, non aveva in realtà motivo di preoccuparsi più di tanto.

Credo che in questo ambito, come dimostrano le riflessioni che si stanno facendo in una città importante e simbolo come Bologna si possa aprire una fase nuova nel rapporto tra pubblico e privati in termine di sussidiarietà. Non uso questo termine come un mantra, mi riferisco alle possibilità da ampliare di collaborazione tra pubblico e privato, a costi sostenibili per dare servizi di pubblica utilità, con un ruolo prevalente del pubblico di controllore della qualità e del rispetto delle regole.

Con questo non si vuole dire che l’ente locale o l’Unione delle Terre d’Argine che ha la competenza sull’edilizia residenziale pubblica e sulle politiche abitative in genere, debbano rinunciare ad un impegno su questo fronte. Sostengo che in futuro, nella voce Sociale e Scuola che ha sempre rappresentato la spina dorsale del bilancio del nostro ente, bisognerà trovare il modo di ritagliare uno spazio più ampio per le politiche abitative. L’amministrazione ci dirà con quali modalità: se attraverso quelle già note e ampiamente utilizzate in passato come le aree Peep o forme di collaborazione con il privato o attività di housing sociale come il quadro normative consente con altre forme. La mia impressione che è dall’utilizzo con professionalità e creatività buona, non di facciata, dei nuovi strumenti normativi, più che da acquisti diretti o da utilizzo di incerti avanzi di bilancio che potrà derivare un nuovo dinamismo dell’ente locale e dell’Unione delle Terre d’Argine in questo settore di straordinaria importanza."

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