Non ho statistiche sotto mano ma la mia sensazione è che a Carpi o nei Comuni delle Terre d’Argine, ancora pochi cittadini rispetto a quelli che potrebbero beneficiarne, misurano i loro redditi sulla base degli Indicatori Situazione Economica Equivalente. E magari potrebbero ottenere contributi o tariffe agevolate sui servizi previsti dalle norme che invece non chiedono perché non sanno bene come funzionano questi meccanismi. Oppure perchè siamo talmente poco abituati a chiedere, alcuni troppo ma altri non chiedono neppure ciò a cui avrebbero diritto, senza contare chi non chiede per vergogna, al punto che tante situazioni di disagio vengono incrementate. Intendiamoci, non è un invito, con i tempi che corrono, ad un ultimo “assalto” a ciò che resta, per fortuna in Emilia ancora tanto, dello stato sociale, ma ad utilizzare meglio le risorse e le norme che ci sono. Per dare a chi ha davvero più bisogno. La conoscenza delle regole è sempre un bene per le democrazie e rafforzare le conoscenze degli utenti sulla necessità di misurare meglio le proprie capacità contributive, valutando meglio entrate e uscite documentate, tra le tante cose da fare, in tempi così difficili, non sarebbe male. Per tanti purtroppo, ormai una necessità.
mercoledì 24 agosto 2011
giovedì 18 agosto 2011
CARPIFORMAZIONE SARA’ “MODENESE”. BENE, SE IL NOSTRO TERRITORIO AVRA’ PIU’ OPPORTUNITA’ FORMATIVE. E PIU’ ORIENTAMENTO SCOLASTICO.
Stavolta l’unificazione dei centri di formazione professionale pubblici della provincia di Modena si può fare davvero. Bene, anzi benissimo, se i nuovi soci potranno portare al CFP modenese la loro massa critica e generare economie di scala, ricevendo una possibilità di qualificazione e ampliamento dell’offerta formativa per la gente dei territori, giovani e adulti da qualificare e riqualificare. Male se dovesse prevalere la tentazione di considerare il nuovo CFP, una ennesima struttura modenacentrica, un atteggiamento culturale che come visto spesso in passato fatica a tener conto della molteplicità dei territori, delle loro esigenze, della necessità di agganciarli saldamente alle radici e alle strutture produttive e alle reti sociali locali, con conseguenze non all’altezza delle attese. La portata storica di questa unificazione della quale sento parlare da decenni e che finalmente può dispiegare tutti i suoi potenziali effetti positivi, a mio parere, deve saldarsi con un rinnovato impegno, non formale ma sostanziale, che riconosca la funzione strategica dell’orientamento scolastico, per favorire il successo dei nostri ragazzi a scuola ed contrastare la dispersione dei giovani fuori dai percorsi educativi, con il rischio non solo di non trovare la via scolastica più adatta a loro e che servirebbe anche al mondo produttivo con il quale il dialogo dovrà essere sempre più adeguato, ma anche di finire emarginati in vicoli ciechi, rispetto ai pur pochi percorsi scuola/lavoro che oggi possono condurre ad una occupazione. Si intende, con un rapporto tra scuola e imprese improntato alla pari dignità, senza complessi di superiorità dell’una e delle altre, entrambe complementari per il bene comune. Visto che a Carpi stiamo costruendo materialmente, e facciamo bene, molte scuole, con investimenti per le elementari, le medie e le “superiori”, non si dimentichi che non sono meno importanti i “mattoni” immateriali, come le reti del sapere e dell’orientamento scolastico per le nuove generazioni. Ovviamente anche queste improntate al controllo di gestione e di efficienza ed efficacia. Ai carpigiani che avranno 20 anni nel 2032, bisogna cominciare a pensare oggi. Non si vive di solo presente.
COMMERCIO, SANITA’ PRIVATA & C. SI’ ALLE NUOVE IMPRESE. MISURANDO COSTI E BENEFICI PER IL TERRITORIO.
Se fossi un imprenditore con mezzi economici a disposizione forse non mi verrebbe in mente di aprire un altro commerciale vicino a Carpi. Ma non è il mio mestiere e come consigliere comunale mi interessa che le leggi siano rispettate e che le nostre zone sappiano essere “accoglienti”, nei limiti che dicevo, per chi investe da noi. E si sa quanto abbiamo bisogno che anche qui, come territorio, per il bene comune, di essere capaci di attirare investimenti, per generare tutto quanto di positivo può venirne, limitando o contrastando effetti negativi o discorsivi dei mercati. Come cittadino e come persona che in famiglia ha provato sulla propria pelle quanto sia difficile essere figlio o parente di un paziente psichiatrico (Alzheimer, post ictus o depressione che sia..) al quale avrebbe fatto comodo che un centro fosse vicino a Carpi e non a Villa Rosa, dove peraltro trovai competenze e senso di vicinanza ) non mi sembrerebbe una cattiva idea che a Carpi potesse nascere una struttura del genere. Se fossi sempre l’imprenditore di prima magari avrei potuto anche investirci. Ma non sono quell’imprenditore, non è il mio mestiere e poi ci sono altre istituzioni e regole, che nella loro autonomia e producendo i propri effetti, scelgono i propri atti amministrativi. La cui giustezza e lungimiranza o meno sarà poi giudicata dagli organi competenti, fermo restando che è fatta salva la libertà di pensiero e di espressione, che in questi giorni è ampiamente esercitata, da me compreso. Quindi la struttura di servizio psichiatrico pare non si farà. Speriamo ci sia il servizio Ausl adeguato. Metafore a parte, visto che siamo tutti d’accordo che Carpi abbia bisogno di attirare investimenti, se crediamo davvero nell’economia di mercato, senza nostalgie di piani quinquennali di antica memoria o fideismi fuori luogo di autoregolazione del mercato, la nostra bussola deve essere, al di là delle mode, dire sì, per quanto è competenza degli enti locali e per quando prevedibile al momento dei rischi della scelta, a ciò che genera più valore per il territorio, al netto dei possibili contraccolpi negativi che ogni iniziativa nuova che appare sul mercato può comportare, nei confronti di chi su quel mercato c’era già. Non avrebbero dovuto fare il Borgogioso perché i commercianti del centro erano preoccupati di perdere clienti? Saggiamente, si crearono le condizioni per il nuovo iper e si studiarono forme di tutela e valorizzazione del centro storico ed entrambe queste competenti del mercato oggi si offrono ai consumatori di Carpi e non solo, per essere scelti, con maggiori vantaggi per la collettività di quanto non fosse in precedenza. Sano pragmatismo, rispetto delle regole, capacità di programmazione forse senso dell’identità territoriale. Poi, dalla famiglia, alla polisportiva, alla squadra di calcetto, ben poche volte ogni decisione può essere assunta all’unanimità. Ma una volta che la decisione viene assunta, anche a maggioranza, che possa dispiegare i suoi effetti, che saranno giudicati nelle sedi opportune, Senza che chi sosteneva la posizione risultata minoritaria, continui a “brangugnare” o a fare dispetti o a considerarsi vittima di una ingiustizia. Nelle famiglie, nelle squadre di calcetto, nelle aziende, nei consigli comunali, chi pensa che nelle sue idee ci sia qualcosa di buono, le continua a portare avanti. E ci saranno le prossime discussioni, o elezioni, o assemblee o bilanci aziendali, nelle quali le posizioni minoritarie potranno diventare maggioritarie. Mantenendo la coesione del gruppo, dell’istituzione e del territorio, come ci ricordano sempre, Dio li abbia in gloria, figure come il nostro saggio presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano o il suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi.
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