giovedì 18 agosto 2011

CARPIFORMAZIONE SARA’ “MODENESE”. BENE, SE IL NOSTRO TERRITORIO AVRA’ PIU’ OPPORTUNITA’ FORMATIVE. E PIU’ ORIENTAMENTO SCOLASTICO.

Stavolta l’unificazione dei centri di formazione professionale pubblici della provincia di Modena si può fare davvero. Bene, anzi benissimo, se i nuovi soci potranno portare al CFP modenese la loro massa critica e generare economie di scala, ricevendo una possibilità di qualificazione e ampliamento dell’offerta formativa per la gente dei territori, giovani e adulti da qualificare e riqualificare. Male se dovesse prevalere la tentazione di considerare il nuovo CFP, una ennesima struttura modenacentrica, un atteggiamento culturale che come visto spesso in passato fatica a tener conto della molteplicità dei territori, delle loro esigenze, della necessità di agganciarli saldamente alle radici e alle strutture produttive e alle reti sociali locali, con conseguenze non all’altezza delle attese. La portata storica di questa unificazione della quale sento parlare da decenni e che finalmente può dispiegare tutti i suoi potenziali effetti positivi, a mio parere, deve saldarsi con un rinnovato impegno, non formale ma sostanziale, che riconosca la funzione strategica dell’orientamento scolastico, per favorire il successo dei nostri ragazzi a scuola ed contrastare la dispersione dei giovani fuori dai percorsi educativi, con il rischio non solo di non trovare la via scolastica più adatta a loro e che servirebbe anche al mondo produttivo con il quale il dialogo dovrà essere sempre più adeguato, ma anche di finire emarginati in vicoli ciechi, rispetto ai pur pochi percorsi scuola/lavoro che oggi possono condurre ad una occupazione. Si intende, con un rapporto tra scuola e imprese improntato alla pari dignità, senza complessi di superiorità dell’una e delle altre, entrambe complementari per il bene comune. Visto che a Carpi stiamo costruendo materialmente, e facciamo bene, molte scuole, con investimenti per le elementari, le medie e le “superiori”, non si dimentichi che non sono meno importanti i “mattoni” immateriali, come le reti del sapere e dell’orientamento scolastico per le nuove generazioni. Ovviamente anche queste improntate al controllo di gestione e di efficienza ed efficacia. Ai carpigiani che avranno 20 anni nel 2032, bisogna cominciare a pensare oggi. Non si vive di solo presente.



Nessun commento:

Posta un commento