mercoledì 28 luglio 2010

SI' ALLA CO-PROGETTAZIONE DELLA CITTA'. MA A CIASCUNO IL SUO

A Modena si parla di Stati Generali, a Carpi sento spesso parlare, in Consiglio comunale e nelle riunioni del Pd, di co-progettazione. Personalmente preferisco quest’ultimo termine. Nessuno mette in discussione il diritto-dovere delle Giunta di amministrare e di avere l’ultima parola, per quanto le compete, nelle decisioni che riguardano la comunità locale. E non si può certo dire che le amministrazioni carpigiane non abbiano dato prova più volte di trasparenza, di volontà di informare i cittadini, di sottoporsi e di accettarne il giudizio, proponendo di volta in volta le proprie soluzioni ai problemi e adottandole al momento di decidere. Ma i tempi nuovi nei quali, ci piaccia o no, ci siamo trovati a vivere, con risorse finanziarie, umane e di coesione sociale calanti o mutanti, consigliano e spesso impongono, nuove modalità con le quali approdare a decisioni che riguardino aspetti fondamentali della vita delle nostre città, e di Carpi in questo caso. Le istituzioni locali che abbiamo e le prassi adottate da sempre a Carpi garantiscono livelli elevati e rassicuranti, di democrazia, libertà di espressione, possibilità di confronto. I problemi nuovi che abbiamo di fronte e la consapevolezza che tutti, dalla sfera pubblica a quella del nostro privato dovremo, se ne abbia la consapevolezza o meno, fare le nostre “finanziarie” personali e a riprogettare le nostre vite e quella delle nostre famiglie, a breve e medio termine, sono il segno fondamentale di questi anni. Pensare globalmente e agire localmente, co-progettando il più possibile la Carpi del futuro, senza demagogie, sterili opportunismi, pretese di autosufficienza, con forte senso pratico, capacità reale e non formale di ascolto e di spiegare quel che si fa e perché, come si fa in famiglia nei tempi difficili. Dando sempre priorità assoluta all’interesse generale rispetto a quelli particolari ma senza rinunciare al necessario primato della politica, non ho detto dei politici, sull’economia e sui dati puramente quantitativi. La co-progettazione, senza confusione di ruoli, tra chi propone e chi ha il diritto dovere di decidere, e a Carpi non si parte certo da zero da questo punto di vista, può aiutarci a individuare risposte condivise a problemi complessi, teorici e pratici dei quali ci si occupa anche in Consiglio comunale e nelle altre sedi istituzionali. La soluzione a problemi pratici, come ad esempio quelli relativi alla discussione e al dibattito che si è aperto sul progetto di nuova pista ciclabile di collegamento tra Via Focherini e il quartiere Due Ponti, progetto di grande valore in sé per la qualità della vita e la mobilità idi collegamento tra zona centrale ed est di Carpi, rischia di essere completamente incentrato sul pur importante tema relativo a Via Focherini, che ovviamente è legittimo faccia discutere, ma che non è l’unico aspetto del quale si dovrebbe avere piena consapevolezza. Lo spazio di sviluppo della co-progettazione possibile per l’attualità e per altre scelte in futuro dovrebbe servire ad evitare che si continuino ad usare solo microscopi, per vedere la parte, rinunciando a tener in considerazione anche la visione globale degli aspetti sui quali si interviene per migliorare la mobilità sostenibile a Carpi. Non è un modo per spostare l’attenzione e parlare d’altro, di fare il giochetto retorico di “volare alti” per non parlare di argomenti concreti e in questo caso, degli alberi da tagliare o meno. Le schermaglie politiche, il dibattito, la critica anche forte purchè non diventi insulto o provocazione fine a sé stessa, hanno pieno diritto di cittadinanza nell’arena politica, ma che restino mezzi, non diventino fini dell’attività politica locale, perdendo di vista l’interesse generale dei vari provvedimenti amministrativi. Che nei tempi che stiamo attraversando, spesso, ma ogni tema amministrativo va valutato di per sé, si raggiunge più facilmente con la co-progettazione alla quale possano, se vi sono le condizioni, concorrere il maggior numero di soggetti possibili. Senza che si pretenda che l’Amministrazione rinunci al suo diritto-dovere di governare e alla maggioranza e minoranza consigliare e ai cittadini, in qualunque forma siano organizzati o come singoli, di esercitare le proprie prerogative e diritti, osservando pienamente allo stesso modo , i propri doveri.

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