venerdì 22 gennaio 2010

INTERVENTO BILANCIO PREVENTIVO 2010 E PIANO INVESTIMENTI

Signor Presidente, Signor Sindaco e assessori, colleghi Consiglieri e Consigliere,
alcune osservazioni di carattere generale, poi qualche riflessione più specifica.

Dico subito che il principio del mantenimento dei servizi, pur in presenza di un quadro normativo e finanziario problematico e di minori disponibilità economiche per le finanze comunali, è il tratto fondamentale di questo bilancio e va considerato un indicatore positivo.

Credo sia importante non dimenticare che anche se in questo contesto si vota un documento fatto di voci di entrata e di uscita e di equilibrio dei numeri il bilancio non rappresenta un documento puramente contabile. In questi documenti, non sempre lo si ricorda o lo si ricorda solo in parte, sono rappresentati, universi di persone, di servizi, di risposte a necessità dei nostri cittadini, abituati, non si può negarlo ad alti standard di prestazioni e opportunità. C’era il rischio reale, con questo quadro finanziario degli enti locali, di assistere ad una radicale caduta dei livelli e della quantità di servizi. Il rischio è stato evitato anche se i sacrifici, le ristrutturazioni di spese, le scelte adottate che hanno favorito il mantenimento di un forte impegno sul fronte della scuola e del sociale avranno ripercussioni sulle modalità di svolgimento di varie attività.

Aggiungo anche una nota sul clima che in alcuni casi ha caratterizzato il dibattito e le prese di posizione pur legittime, suscitate dai contenuti della relazione del Sindaco e dalle anticipazioni sugli effetti della costruzione dei bilanci circolate già da diverse settimane. Mi è sembrato eccessivo e in certi casi anche quasi diffamatorio indicare l’amministrazione che parlerà con la propria voce e non ha bisogno della mia, e il gruppo consiliare di maggioranza, come persone che possano non rendersi conto degli effetti sociali, diretti o indiretti, in termini di perdita di posti di lavoro o riorganizzazione dei servizi o di cosa possa significare il calo di prestazioni a persone o famiglie in condizioni di disagio provocati da leggi nazionali che non sono state rifinanziate. I consiglieri comunali, di maggioranza o di minoranza non vivono su altri pianeti, si rendono ben conto di quanto sta avvenendo e non siamo insensibili, tutti, alle crisi aziendali per le quali abbiamo fatto ordini del giorno in consiglio approvati all’unanimità e tanto meno lo siamo stati per le lettere che abbiamo ricevuto su questi banchi nei giorni scorsi da lavoratori di servizi che il Comune ha dato in appalto in gestione al mondo della cooperazione sociale. Non siamo insensibili a queste situazioni ma credo sia inaccettabile venire additati come freddi esecutori di direttive imposte dalle oligarchie di partito. I cittadini o almeno la maggioranza di loro e di tutti quelli che ci conoscono sanno perfettamente che siamo persone in carne ed ossa e che quanto sta avvenendo intorno a noi non ci lascia insensibili. E’ per questo che, nella discussione su questo bilancio io spero che si parli anche di tutti i posti di lavoro, diretti e indiretti, che con il mantenimento dei servizi che il bilancio permette di assicurare e che dovrebbero essere contabilizzati al pari degli altri posti che diventano a rischio e che si perdono per motivi legali o contrattuali o per esaurimento delle risorse che dovrebbero garantirli.

Abbiamo sentito tante volte negli scorsi anni, io ricordo grida di dolore anche sin da 10 o 15 anni fa, parlare di problemi della Finanza locale. Non erano allarmi ingiustificati, però inutile negare che i tempi erano diversi e che per vari motivi, pur con problemi oggettivi, i comuni virtuosi come il nostro hanno potuto ampliare i servizi e dare risposte qualificati e opportunità ai cittadini che non a caso hanno sempre confermato il loro consenso alle maggioranze di sinistra o centro sinistra. Io penso che adesso la crisi della finanza locale sia arrivata davvero. E allora, in estrema sintesi credo siano maturi i tempi, come si fa in famiglia, e una comunità pur grande come Carpi può essere considerata tale, che in tempo di crisi bisogna, ancor di più di quanto sia fatto in passato, e partecipazione e condivisione non sono mai mancati a Carpi come azioni dell’Amministrazione locale, far uscire sempre più l’appuntamento del bilancio, da questa sala pienamente legittimata a discuterlo e a votarlo, tra i cittadini, diffondendo il più possibile i contenuti, cercare di spiegarlo, oltre che con le assemblee, i resoconti del consiglio, il periodico “Carpi città”, riflettere insomma su ulteriori modalità per avvicinare i cittadini, soprattutto in tempi di crisi come questi, ai percorsi che l’amministrazione fa per assumere le proprie decisioni. Credo si tratterebbe di azioni che potrebbero contribuire notevolmente al rafforzamento delle reti sociali di coesione e identità culturale del nostro territorio e potrebbero ulteriormente contribuire a mantenere sempre vicini e a portata di dialogo, il palazzo comunale e la cittadinanza, l’asse fondamentale che ha fatto di Carpi nella storia degli ultimi decenni, una storia di innegabile successo. Soprattutto in vista del 2011, che non sarà meno duro del 2010.

Quando c’è una malattia, questa crisi, questa finanza locale ben poco federalista e che non premia il merito degli enti locali ben gestiti, è inutile insistere sulle terapie, cioè dare più trasferimenti e più servizi. Occorre agire anche sulla prevenzione, cioè su un forte impulso a far conoscere il bilancio ad un pubblico di cittadini più vasto rispetto a quanto è possibile immaginare ora, per essere ancora più chiari, trasparenti e compresi, togliendo argomenti alla demagogia e al populismo, legittimi nel confronto delle idee, molto pericoloso se si alimenta l’idea che a palazzo Scacchetti ci sono persone che amministrano con cuori di pietra incapaci di comprendere disagio e sofferenze altrui, specialmente se si parla di economia e lavoro. Comunicare sempre meglio il bilancio ai tempi ai tempi della crisi non è questione di tecnica pubblicitaria o di voler fare propaganda ma è azione di rinforzo delle reti solidali e della coesione sociale carpigiana, da sempre punto di forza del territorio. Senza contare che il Comune sarà impegnato in una azione di ricerca fondi, dovrà farsi scegliere o scegliere eventuali privati per progetti o sponsorizzazioni. E gli sforzi comunicativi che l’Ente locale potrà fare sul bilancio e sui programmi sarebbero funzionali anche alla ricerca di questi finanziamenti sul mercato.

Andando sulle scelte operative per il 2010 . Dal generale al particolare. Sento che si presentano proposte di attivare forme di indebitamento per l’ente locale come provvedimenti anti-crisi. In breve credo che dentro questo bilancio vi siano già molti provvedimenti anti-crisi. Il mantenimento dell’offerta di servizi può attenuare le situazioni di disagio ed è attraverso l’articolazione del bilancio, più che attraverso l’elargizione di una tantum o provvedimenti singoli che possono essere aiutati più efficacemente i cittadini di questo territorio. La possibilità di fare debiti resta ma credo che vada ponderata attentamente anche perché questo consiglio ha appena deliberato l’abbattimento di vari mutui per proventi straordinari e ripartire subito con il ricorso al mercato dei capitali per finanziarci dovrebbe essere una azione da valutare con molto attenzione. Come si farebbe in famiglia, come si diceva prima, nella nostra comunità.

Con questo intervento vorrei fare alcune osservazioni approfondendo temi relativi al settore dei servizi sociale, che costituisce una delle pietre angolari di questo bilancio, soprattutto grazie ai trasferimenti e alle politiche della nostra regione che sta continuando a investire su terreni dai quali a livello nazionale, è un dato oggettivo, non voglio fare inutili provocazioni, assistiamo a forti riduzioni o cancellazioni di stanziamenti, come quelli per il fondo della non autosufficienza per gli anziani o quelli per gli interventi a sostegno della famiglia che erano stati invece istituiti dal governo Prodi.

E’ importante la definizione degli obiettivi indicati dl Sindaco nella sua relazione: l’ottimizzazione delle risorse, efficienza ed efficacia di servizi da adeguare alla nuova realtà, la responsabilizzaizone dei cittadini, la promozione di regole e controlli e importantissimo, il sempre maggior coordinamento dei vari soggetti operanti nel sociale, dalle istituzioni, alla cooperazione sociale, al volontariato. Nel bilancio dei tempi della crisi la sfida organizzativa per questi aspetti è di grandissima rilevanza e la sussidiarietà, armonizzando il più possibile le forze in campo, potrà davvero rappresentare in questi anni la sua prova di maturità come modello capace di essere non solo sempre citato ma sempre più spesso, perché servirà sempre più, messo in pratica.

Prima dicevamo l’importanza del ruolo della Regione nel campo dei servizi sociali. Ruolo prezioso e incontestabile e per il quale l’interlocutore naturale per ottimizzare risorse e servizi sarà il soggetto intercomunale, l’Unione Terre d’Argine, quindi ha fatto bene il Sindaco a prendere l’impegno di dar corso entro il 2010 dei servizi sociali nell’Unione.

Responsabilità e responsabilizzazione dei cittadini: il concetto torna spesso. E’ la direzione giusta . E’ credo vada sottolineata la scelta del Sindaco di citare, in questo paragrafo l’obiettivo di responsabilizzare la comunità di cittadini carpigiani di etnia Sinti per la programmazione per il futuro di interventi definitivi auspicati e sentiti da tutta la comunità. Un altro segnale che indica come la stagione di contributi a pioggia o presunti tali non faccia parte del dna di questa amministrazione che noi intendiamo sostenere con questo voto di bilancio.

Sulla responsabilizzazione è una buona notizia che saranno intensificate le azioni di collaborazione con la Guardia di Finanza per la verifica di situazioni di eventuali abusi o accessi ai servizi ai quali non si avrebbe diritto. Questa è una forma di collaborazione ottima. Perché di utilità evidente e caratterizzata dal principio del rispetto delle regole e del contrasto degli abusi, indipendentemente dal fatto che si tratti di cittadini italiani o immigrati.

Gli stessi controlli per contrastare abusi e soprattutto per favorire un più equo accesso agli alloggi di edilizia , saranno messi in pratica nell’ambito delle politiche per la casa. Presto si discuterà anche di regolamenti, sarà un importante banco di prova per introdurre nuovi parametri, sulla base dei cambiamenti sociali in atto e per favorire l’accesso agli alloggi Erp anche a soggetti con forme di disagio o povertà diverse rispetto a quelle tradizionali e sino ad ora conosciute. Penso all’aiuto da dare anche agli utenti di tipo “nuovo” che frequentano le sedi della Caritas, come apprendiamo dalle cronache, soggetti anche insospettabili come poveri sino a pochi anni fa, ennesimo segnale dei cambiamenti in corso, con un ente locale forse costretto a puntare sempre più, per motivi di risorse economiche, sul contrasto dell’emergenza sociale e favorire il successivo reinserimento nella società in condizioni normali e ad evitare il più possibile la creazione di forme di vitalizi sociali, da limitare e certo da non incoraggiare, come i sistemi più avanzati di welfare in europa invitano a fare. Nell’ambito delle politiche per la casa, bene gli interventi che proseguono con il fondo sociale per l’affitto reso possibile dai contributi della Regione, si invita a ricercare il finanziamento dell’iniziativa per l’”affitto casa garantito”, modello che ha dato buona prova facendo incontrare , in sinergia pubblico-privato sempre più auspicabil, domanda sociale, affittuari e inquilini. Importanti anche i tavoli di confronto annunciati con gli amministratori condominiali per monitorare la situazione delle morosità nei condomini privati, sempre a rischio con i problemi dell’economia locale e le casse integrazioni in cadenza per molti tra poche settimane o mesi.

Giudico estremamente positivo il fatto che si sia riusciti a salvaguardare i servizi del centro per le famiglie rivolti a nuclei famigliari, nuovi e tradizionali , al sostegno della genitorialità e in favore dei minori: oltre naturalmente alla conferma dei contributi economici distribuiti alle famiglie in difficoltà, per bollette , utenze, affitto o medicinali.

Bene le politiche di integrazione per gli immigrati. Ricordo l’importanza tra i tanti servizi, dell’attività di mediazione linguistica, del ruolo che sta assumendo anche l’attività di consolidamento e rilancio dei contatti e relazioni con le associazioni rappresentative degli immigrati in un ottica di integrazione per diffondere la conoscenza delle regole di convivenza all’interno della comunità. Tema quest’ultimo sempre più sentito, non solo nella zona di via Unione Sovietica dove si sono manifestati problemi di convivenza civile e per i quali l’Amministrazione si è attivata per l’apertura di un tavolo di confronto tra tutte le parti.

Per l’area dei diversamente abili e del disagio adulti mi sembrano sostanzialmente confermati gli interventi del passato. Scelta che giudico positiva e sulla quale una città come Carpi, con la qualità sempre riconosciuta su quest’area di interventi non può venir meno.

Rileggendo le considerazioni finali nella relazione del sindaco sul bilancio preventivo e pluriennale, noto con piacere che viene dichiarata l’intenzione di rilanciare le Consulte come strumento fondamentale di ascolto e costruzione di percorsi condivisi per obiettivi di interesse generale. Obiettivo ripeto, assolutamente condivisibile, con l’augurio che nelle consulte, sempre più, prevalga lo spirito costruttivo da tutte le parti coinvolte, per fare in modo che siano sempre luoghi di elaborazione di idee di interesse generale più che occasioni di rivendicazionismi o tribune per interessi particolari ai quali certo non mancano certo altre sedi per essere manifestati. Non sempre le consulte hanno vissuto giorni buoni: si è passati da momenti di euforia e speranza ad altri di timore di non essere sufficientemente ascoltati. Se si vogliono rinnovare le Consulte sarà necessario rinnovare il patto ideale tra comune e città sulla base del quale furono costituite.

Solo una osservazione finale sul Piano pluriennale, spesso definito in passato in gran parte libro dei sogni delle amministrazioni, credo che il documento presentato, figlio di tempi finanziariamente così difficili, più che criticato per la quantità di indicazioni vada apprezzato per l’estrema concretezza qualitativa degli interventi proposti e prudenza con la quale è stato redatto.

3 commenti:

  1. Mi piace molto quello che dici sulla necessità di partecipare al bilancio.

    Io l'avevo chiamata Operazione "Bilancio trasparente" ed avevo pubblicato documenti ritenuti troppo difficili per i comuni cittadini per essere messi sulla rete civica.

    A proposito .... Dov'è il PEG?

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  2. Grazie per l'attenzione. Spero di poter dare un contributo in questa direzione. In Consiglio si è detto che dopo l'approvazione del bilancio, come previsto dalle regole istituzionali, si sarebbe passati al Peg. Quindi credo che si stiano mettendo in fila i vari passaggi formali. Trattandosi di atti pubblici mi pare non vi siano impedimenti a renderli ulteriormente tali

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  3. Spero che il tuo contributo possa più delle mie richieste.
    Intanto che si definisce quello del 2010 sarebbe già un bel segnale di trasparenza pubblicare quelli dal 2001 al 2009. Quelli dovrebbero essere ormai stati formalizzati!

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