sabato 11 giugno 2011

INDAGINE 2010 SULLA SICUREZZA PERCEPITA

Sono stati resi noti nelle scorse settimane i dati relativi alla tradizionale indagine sulla sicurezza percepita, condotta nel territorio comunale di Carpi con interviste telefoniche per campioni rappresentative. Nel dibattito in Consiglio c’è chi ha detto che non serve a niente fare indagini così, chi ha ricordato che anche gli aspetti percettivi su un aspetto come il sentirsi più o meno sicuri nel territorio nel quale si vive, un valore lo abbia di certo. Poi il dibattito ha preso una direzione diversa ad altissimo tasso di strumentalizzazione politica, si è ridetto che nonostante quel che l’indagine ha evidenziato i problemi di sicurezza ci sono, sono state rifatte semplicistiche ipotesi di rapporti di causa-effetto tra stranieri e criminalità e robe simili che accendono le serate consiliari ma non permettono di fare molti passi in avanti su quel che si può fare per migliorare gli strumenti che l’amministrazione si è data, con i soldi dei contribuenti, per conoscere meglio la realtà che è intorno a noi e per poter prendere decisioni migliori. Io credo che tutti gli aspetti relativi alla sicurezza, pur se importanti, oggi siamo percepiti come seri, ma meno rilevanti rispetto ai problemi dell’economia, dell’avere un lavoro, di riuscire ad arrivare alla fine del mese, esigenze con le quali quote crescenti di carpigiani devono purtroppo fare sempre di più i conti. Io credo che esistano i margini per riflettere e valutare, pur se nelle ricerche sociologiche la possibilità di comparazione dei dati è molto importante per registrare le variazioni, di introdurre nuovi elementi di ricerca, che aggiornino gli strumenti per fotografare la parte di percezione della sicurezza dei cittadini, che tradizionalmente queste indagini vogliono evidenziare. D’altronde è questo il principale problema di ogni indagine sociologica, cercare di individuare fenomeni nuovi, non limitarsi a riflettere l’esistente, driblando il rischio di far emergere molti fattori che a torto o a ragione, si ritiene che possano essere individuati con altre metodologie. In sintesi, io credo che il Comune faccia bene a continuare con questo tipo di indagini, che non si tratta solo di azioni propagandistiche, che effettivamente, e credo tutti si debba esserne contenti, Carpi ha meno problemi di altre zone, ma questo non significa che sia il migliore dei mondi possibili. Penso che si debba fare molta attenzione alle varie forme di degrado sociale che possano presentarsi, imparare a riconoscerle, ampliare il campione dei soggetti a cui si chiede, residenti immigrati compresi. Mescolare, integrare, valorizzare, non solo i dati statistici quantitativi ma anche altri indicatori qualitativi, con nuove azioni di ascolto attivo. Andando oltre le equazioni e semplificazioni del tipo “Qui va tutto bene non ci sono problemi” o “Più immigrati, meno sicurezza”, che ci portano solo in vicoli ciechi mentre qui occorre trovare terreni comuni per l’interesse generale della città e di tutti quelli che qui vivono e percepiscono la sicurezza come un bene fondamentale per tutti. Mai conseguito una volta per tutte ma da conquistare giorno dopo giorno.

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