lunedì 18 aprile 2011
MENO BARRIERE A CARPI PER I DIVERSAMENTE ABILI
Le ideologie non mi piacciono, preferisco il confronto delle idee. Allo stesso tempo non sono certo un ultras della “cementificazione” e dell’uso indiscriminato del territorio. Penso però che ci porterebbe fuori strada una visione solo ideologica della necessità che una città come Carpi tenga nel maggior conto l’esigenza di non creare o rimuovere tutte le volte che si può, per i nuovi quartieri e quelli da ristrutturare, le potenziali barriere architettoniche per i diversamente abili. Avviare una nuova stagione di attenzione non episodica per la disabilità che tenga conto anche della sostenibilità dell’impatto tecnico-economico per i costruttori e per chi andrà ad abitare in quelle zone. Sono questi, in estrema sintesi, alcuni dei principali obiettivi, contenuti in un ordine del giorno che ho presentato con il Consigliere Paluan del gruppo “Carpi 5 Stelle-Rifondazione comunista” che sarà discusso tra poche settimane. E qualche settimana fa avevo chiesto, nella seconda commissione comunale “Territorio e Ambiente”, d’accordo con Paluan, alla presentazione di un importante piano particolareggiato in previsione di quell’Odg, se questo era uno dei casi nei quali sarebbe stato possibile valutare o richiedere da parte degli uffici tecnici dell’Ente, eventuali migliorie che potessero raggiungere buoni obiettivi di interesse generale in termini di barriere architettoniche. Pur sapendo che quel piano già era a norma, senza che per questo i proponenti dovessero sentirsi mortificati o ingiustamente fatti oggetto di ulteriori richieste che avrebbero potuto ritenere improprie. Alla richiesta preliminare è stato risposto che poteva essere fatto un veloce supplemento di istruttoria e così è stato: il Comune ha proposto alcune migliorie al piano, i proponenti si sono resi disponibili e hanno accolto le sollecitazioni dell’Ente regolatore, consentendo, non sono un tecnico, e così è stato riferito in Consiglio, che venissero migliorate alcune parti che ampliano spazi per la circolazione di chi si trova in carrozzina o ha difficoltà a muoversi. Il mio obiettivo non era certo di fare l’”esautoratore” delle funzioni e prerogative del Consiglio comunale, come qualche collega più esperto e consigliere di minoranza, come il capogruppo Andreoli del Pdl, teme possa accadere. Al di là del caso specifico al quale l’orientamento generale è stato applicato, mi pare che se il metodo che stiamo cercando di costruire e proporre con il futuro ordine del giorno, consentirà di far crescere in città una cultura professionale urbanistica più sensibile , non solo paternalisticamente, ma in modo autentico, alla necessità di tener conto anche del punto di vista di chi ha abilità differenti, credo avremmo dato un utile contributo. Ci proviamo.
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