sabato 25 dicembre 2010

IMPARIAMO L'"UNIONESE" (SENZA DIMENTICARE IL CARPIGIANO)

Dobbiamo imparare l'”Unionese”, cioè a sapere declinare i problemi in un ottica territoriale intercomunale, pur senza dimenticare l'ottica carpigiana, perchè non possiamo dimenticare che siamo nel consiglio dell'Unione su mandato della comunità carpigiana. E' questo, a mio parere, il nocciolo politico della seduta del Consiglio dell'Unione Terre D'argine di mercoledì 22 dicembre nella quale, sul piano strettamente tecnico, sono stati approvati, con il passaggio del Sociale, Casa, Ced, Statistica all'Unione, anche il bilancio preventivo 2011 e il relativo Piano degli Investimenti.
Non è il supercomune, ma non puà neppure più essere una semplice sommatoria di quel che succede a Carpi, a Novi, a Campogalliano o a Soliera.
Fermo restando la libertà di espressione e di azione di ogni consigliere, in Consiglio dell'Unione mi auguro di sentire sempre meno dai colleghi consiglieri riferimenti del tipo “Noi nel comune X o noi quando abbiamo discusso nel comune Y....” perchè espressioni che denotano una difficoltà, pur se comprensibile di sapere leggere la realtà del nostro territorio con categorie diverse da quelli dei singoli Municipi. So che non è facile ma dovremo tutti impegnarci di più in questa direzione. Senza...e qui è l'altra grande scommessa, svuotare i nostri singoli Comuni e le istanze che ad essi fanno riferimento. Stanno in questa sentiero stretto e in una azione politica matura e qualificata riuscire a costruire forme di federalismo adeguate, senza restare ancorati ad antistorici campanilismi, che pur non devono inficiare la capacità di saper rappresentare le comunità locali. Di seguito si pubblica il testo, che, pur non avendo avuto la possibilità di leggere in consiglio, ho chiesto di mettere agli atti, come contributo, anche per il futuro della nostra Unione:



"Per L’Unione è un passaggio fondamentale. Con il passaggio dei servizi sociali, oltre al resto, casa, statistica, Ced, è l’esame di maturità. La posta in gioco è la capacità di fornire i servizi, creare economie di scala, costruire riconoscibilità e autorevolezza, che i cittadini possano pienamente recepire.

Un'altra grande scommessa , che non sia solo un “più uno”, una sommatoria dei servizi, ma che la macchina, dopo una fase di assestamento, entri a regime e produca quel valore aggiunto che tutti ci attendiamo. Con la nascita della Grande Unione c’è dunque molto di più che una scorciatoia, un escamotage per aggirare il patto di stabilità. No, l’Unione dei comuni e il suo bilancio non può essere solo una turbata o descritta come tale, ma davvero uno strumento operativo nuovo e aggiornato ai tempi che stiamo attraversando.

Questa che nasce simbolicamente con questo bilancio preventivo non deve essere solo una Unione dei Comuni, ma deve cominciare ad incamminarsi sempre più diventare una unione dei cittadini che abitano su questi territori. Dico subito che il Comune unico mi sembra una ipotesi per ora accademica e che non si può calare dall’alto e che non vedo tra le cose da fare nell’agenda delle priorità.

Tariffe. Aumentando i servizi, vedo che aumenteranno anche le tariffe in uesto ambito, con ritocchi al costo dei servizi, in particolare scolastici per i cittadini, pur a fronte di elevata qualità delle prestazioni fornite. Il giudizio di qualità non è in discussione, poiché viviamo in tempi di crisi economica e molte famiglie sono in difficoltà, prima ancora di chiedere moderazione negli aumenti, che sono certo l’Unione ha valutato pienamente, chiedo informazione pubblica preventiva, cultura della massima trasparenza e rendicontazione chiara e puntuale di quel che l’unione decide e fa, non accontentandosi solo della regolarità formale o numerica dei propri atti ma pensando sempre a come possa essere capita dai nostri cittadini. Non perché i cittadini non siano abbastanza intelligenti, ci mancherebbe, ma per metterli sempre il più possibile in condizione di comprendere quel che si fa. Io mi arrabbio, e penso molti altri, quando sento dire che l’Unione è un carrozzone e vorrei che si facesse tutto il possibile per contrastare questo modo di pensare che non fa bene all’Unione, alla sua autorevolezza e al nuovo rapporto con i cittadini dei territori da rafforzare. Che non si pensi insomma che possa bastare una Unione dei Comuni solo delle burocrazie .

Statistica/Ced. Personalmente ho una certa aspettativa da questo passaggio, credo che realizzare un Ced e un ufficio statistica intercomunale possa rappresentare una occasione importante, non solo per potenziare il servizio interno ma anche, a proposito di valori aggiunto ed economie di scala, per poter disporre, anche da parte dei decisori di questo consiglio, di nuovi indicatori e strumenti di lavoro per assumere deliberazione con maggior cognizione di causa e sulla base di elementi oggettivi. Possibilità che le funzioni statistiche di enti, imprese e organizzazioni in genere, certo consentirebbero, per incrementare la disponibilità di indicatori oggettivi, da affian agli altri tecnici e politici, sulla base dei quali assumere le decisioni.

Alloggi Erp e Case. Anche da questo settore, sul quale penso si soffermeranno altri colleghi del nostro gruppo non mi dilungo ma credo che dovremmo riuscire nel tempo, con la fortissima domanda esistente di alloggi di questo tipo a trovare il modo di incrementare la nostra capacità di rispondere alle richieste dei cittadini.


Concludendo, l’Unione potrà diventare un banco di prova del futuro nuovo welfare del quale tutti stiamo discutendo e avvertiamo la necessità. Sta tramontando la stagione del tutto pubblico, che pure ha dato, specialmente nei nostri territori, straordinari risultati per qualità e quantità di servizi e non è ancora avviata la stagione di un nuovo e più maturo rapporto tra pubblico e privato, in un ottica di sussidiarietà, alla ricerca di nuovi equilibri tra la possibilità di offrire servizi a costi più compatibili con le finanze locali, salvaguardando un forte presidio politico di indirizzo e controllo, non necessariamente di gestione, cercando di generare nuove forme di servizi sociali, con auspicabili positivi effetti anche in termini di posti di lavoro, per le imprese private, cooperative e no profit che potrebbero, con l’ente pubblico a fare da regolatore, aprire una nuova stagione di ingegneria sociale avanzata, per il mantenimento della coesione sociale dei nostri territori. Bene supremo di noi, che come i nostri cittadini, viviamo qui.

Infine un accenno al tema della Rappresentatività. Per l’importanza di questi compiti, certo non a breve termine ma appena sia tecnicamente possibile, credo sia opportuno per il futuro, verificare le possibilità che, ad un consiglio come questo, che dovrà assumere decisioni future rilevanti, pur se oggi pienamente legittimo e rappresentativo, sia possibile cercare, nelle forme sulle quali si dovrà riflettere da parte di tutte le componenti di maggioranza e minoranza, ulteriori gradi di rappresentatività possibile, per fare in modo che questa Unione della quale votiamo il Bilancio questa sera, in futuro sia sempre di più istituzione di tutti, in nome dell’interesse generale".

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