lunedì 22 luglio 2013
DOPO IL CASO FINZI, ANCORA PIU’ PREVENZIONE DEI CONTENZIOSI TRA COMUNE E PRIVATI
Ecco in sintesi quel che ho detto nel mio intervento nella seduta del Consiglio comunale del 18 luglio 2013 , nella discussione relativa alla delibera con la quale è stata iscritto fuori bilancio un debito a seguito di sentenze relative al contenzioso tra società Finzi e Comune di Carpi in merito all’ammontare del valore di alcuni espropri. Le metto tra virgolette, come se ridicessi le stesse parole: “Mi dispiace molto naturalmente che si debba varare una delibera come questa che certifica un debito inatteso fuori bilancio e che comporterà un calo delle risorse per la manutenzione delle strade, l’uso di una parte dell’avanzo 2012 e la restituzione di oneri per concessioni edilizie, come riferito dall’assessore. La materia è complessa e non sono nelle condizioni di approfondire i dettagli fino alla massima estensione. Vorrei richiamare però, visto che è documentazione alla quale abbiamo potuto attingere, a quanto si legge nella nota stilata dal Collegio dei revisori dei conti. In particolare nella parte centrale della nota, leggo: I termini dell’accordo intervenuto tra il soggetto privato e l’amministrazione legittimavano la scelta dell’Ente di procedere al pagamento del correttivo in alternativa all’attuazione del comparto di iniziativa pubblica”. Inoltre, nella parte finale del documento leggo: “E’ opportuno porre in evidenza che l’attuazione del comparto di evidenza pubblica avrebbe comportato per l’Amministrazione un esborso, enormemente”, e ho sottolineato ulteriormente, “enormemente superiore rispetto all’onere i cui si tratta nel suo complesso”. L’Amministrazione quindi aveva prudenzialmente preso le sue decisioni su parametri precisi, che poi si sono rivelati non sufficienti a generare il debito fuori bilancio, viste le diverse valutazioni degli organi giudiziari che si sono occupati della materia. E i colleghi delle minoranze saranno d’accordo nel giudicare che spesso capita che il pendolo delle sentenze giudiziarie sia particolarmente oscillante e difficile da prevedere. Questo sul piano del caso specifico è quanto posso dire. Sul piano generale non si può non sottolineare che questa vicenda segna uno spartiacque nello stato dei rapporti tra cittadini ed enti locali e c’è il rischio che casi come questi alimentino lo scetticismo e una diminuzione della fiducia reciproca tra il pubblico e il privato. Se si alza il livello di diffidenza reciproca è un problema per tutta la comunità. Perché se da parte del Comune bisogna proseguire sempre di più nell’azione di massima chiarezza e trasparenza con la quale si svolgono i rapporti con il privati anche in casi come questo, da parte del privato, i cui diritti vanno tutelati, bisogna che si resista alla tentazione di alimentare forme di contenzioso, sperando in sentenze favorevoli, appunto attingendo al pendolo delle sentenze che conosciamo quando le cause si prolungano per vari gradi e livelli di tribunali o organi giudicanti. E’ di questo grado di fiducia reciproca tra pubblico e privato che mi preoccupo, soprattutto a Carpi, dove lo stato di questi rapporti ha creato le condizioni per lo sviluppo della comunità. Ed è un grado di fiducia reciproca del quale avremo sempre più bisogno, specialmente in vista del piano della ricostruzione post terremoto, del Psc e di tante azioni di governo locale per le quali il senso di comunità e fiducia tra pubblico e privato sono fattori indispensabili per la riuscita delle politiche locali. (m.b.)
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