sabato 14 maggio 2011
CALCIO CARPI & DINTORNI, E’ L’ORA DELL’AZIONARIATO POPOLARE
Conquistata la serie “C-1” sul campo, ora bisogna creare le condizioni perché duri. Bonaccini, Sottili, Giuntoli, il presidente Rossi, Rinaldi, Caliumi, Setti ( sì, proprio lui, il vice-presidente del Bologna in corso di rifondazione ) e tutti quelli che hanno contribuito al risultato sportivo e organizzativo sono stati bravissimi, ma proprio perché ora va tutto bene bisogna fare in modo che la squadra di calcio possa continuare nel suo ruolo sportivo e, se sarà possibile, di motore, tra tanti altri si intende, dell’identità del territorio e della città. E’ vero che Carpi non è Madrid o Barcellona, neppure si chiede al Carpi di fare il Chievo, ma se il Sassuolo in B ci staziona da tempo, forse qualche piccola ambizione possiamo nutrirla. Non tanto, non solo, in termini di risultati sportivi, ma quanto per creare una situazione nella quale, discorso che vale non solo per il Carpi ma anche per altre realtà di altri sport, i singoli ambienti sportivi riescano ad uscire dai propri steccati e ad essere percepiti come patrimonio vero della cultura e dell’identità del nostro territorio da fasce più ampie di popolazione. Non so esattamente, sul piano tecnico ed economico come si possa fare e come possa essere allargato (modello polisportive?) ad altri settori ma credo che questo momento, usando come traino quel che di straordinario sta facendo il Carpi calcio potrebbe essere il momento per dare vita a programmi di cultura sportiva più ambiziosi. Rispetto al passato, perché così non si va troppo lontano, bisogna che i rapporti tra Comune e Società sportive non vengano impostati solo in termini di “braccio di ferro” e rivendicazionismi o accuse di scarso ascolto reciproco. Il Comune per le società sportive non è solo una controparte alla quale scucire più soldi possibile, con i tempi che corrono poi, inoltre non si può pretendere che il Comune o l’assessore si trasformino in tifosi e chiudano un occhio sulle procedure o sulle prassi perché hai vinto la serie B o C. Un banco di prova importante sarà come si riuscirà a far fronte alla necessità di adeguare lo stadio “Cabassi” sul quale stanno lavorando il Sindaco Campedelli e l’assessore D’Addese. Aspettiamo di conoscere le possibilità concrete di realizzare questi programmi. Questo per l’oggi, ma per il domani o il dopodomani, per costruire un potente motore di coesione sociale che si fondi anche, ma non solo, sulle energie dell’associazionismo sportivo e sulle capacità che esso ha di mobilitare, coinvolgere e unire persone, le strade sono altre: azionariato diffuso, costruzione di una identità cittadina di cultura sportiva, costruzione di progetti. Una specie di “Comitato per il Parco Lama” dello sport, capace però sempre, per durare, di vedere anche gli interessi generali non solo quelli particolari, e con i piedi per terra, senza gare a chi le spara più grosse in fatto di voglia di impianti, senza demagogie ma puntando ad obiettivi sostenibili. Un lavoro quindi di lunga lena e di investimento prolungato nel tempo che pensi alle generazioni future, quando i successi del Carpi di oggi saranno un ricordo sbiadito e per evitare che anche dopo una retrocessione di prima squadra rimanga in piedi la cultura sportiva che può animare vivai, iniziative di tempo libero e contribuire al miglioramento o mantenimento di buoni livello di qualità della vita per la nostra gente. Ma c’è ancora in giro gente che abbia voglia di impegnarsi per progetti con risultati che potrebbero essere visti solo da chi ci sarà dopo di noi? Io lo spero.
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